Un premio al progetto ‘Giochiamo in sala operatoria’

4 maggio 2018 | 11:04
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Un premio al progetto ‘Giochiamo in sala operatoria’

Quando la vita va oltre un film. Dalla pellicola Patch Adams al lavoro quotidiano nelle corsie dell’ospedale di Lucca. Il progetto Giochiamo in sala operatoria, nato spontaneamente il 5 novembre 2015, ha ricevuto un premio in occasione della serata Effetto Cinema notte presentata da Emanuela Gennai a Palazzo Sani. E’ stata l’associazione Don Franco Baroni onlus a organizzare questo evento dove sono state invitate le sei infermiere dell’ospedale San Luca: Lucia Bertolucci, Mary Scorzelli, Carla Pardini, Valentina Di Cesare, Luciana Franceschini e Rossana Del Barba. A consegnare le targhe c’erano Lucia Del Chiaro assessore ai servizi sociali del Comune di Lucca, Massimo Marsili della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Michela Maielli direttrice dell’ospedale San Luca di Lucca, Sergio Ardis della direzione sanitaria ospedaliera, Sirio Del Grande dell’ufficio stampa dell’azienda Usl Toscana nord ovest e Stefano Giuntini direttore artistico di Effetto Cinema notte.

Obiettivo del progetto Giochiamo in sala operatoria è ridurre l’ansia preoperatoria nei bambini e nei loro genitori. Ad avviare e portare avanti questa buona pratica, che determina un miglioramento anche per lo stesso personale, sono state le sei infermiere premiate. Nel 5 novembre di tre anni fa, dopo aver terminato di preparare la sala operatoria per una seduta chirurgica riservata a bambini, nell’attendere l’anestesista, queste infermiere andarono a conoscere i piccoli pazienti che di lì a poco sarebbero stati operati. Si presentarono come tate. Inizialmente furono accolte da sguardi titubanti, poco dopo scattò la curiosità e l’attenzione nei loro confronti. La sera stessa la mamma della prima piccola paziente, che aveva 3 anni, scrisse una lettera toccante, in cui ringraziava le infermiere, invitandole a continuare così. E’ stato così dimostrato come il tipo di obiettivo che ci diamo nella vita sia importante e come dal dolore possa, anzi debba nascere amore, un sentimento che arricchisce ogni giorno e aiuta i pazienti che hanno bisogno di cura. Un sogno che genera il bene.