“Più Dae e senza Iva”, istruttore lucchese lancia la petizione

Dopo mesi colmi di lezioni e di ‘discenti’ particolarmente attenti e attivi, l’istruttore di Bls-D Fabrizio Bonino lancia una raccolta firme online per chiedere di abolire l’Iva dai Dae e obbligare tutti gli edifici pubblici e mezzi di trasporto come treni e aerei ad averne uno al proprio interno. Da qui Bonino fa anche una analisi dell’attuale situazione a Lucca.
“La nostra città – scrive – è dotata di un numero ancora imprecisato di Dae (pare che non arrivino a 60) che sono pochissimi, specialmente se paragonati a quelli installati a Pisa (oltre 460). Ho avuto un incontro con due rappresentanti del Comune di Lucca per richiedere un piccolo spazio pubblico per installare un gazebo per poter così sensibilizzare i miei concittadini sull’uso del Dae e l’importanza di saper eseguire un massaggio cardiopolmonare (ovviamente tutto a mie spese). Fino qui tutto bene: massima disponibilità (cosa peraltro offerta a tutte le associazioni che ne facciano richiesta). Ho poi cercato di ‘denunciare’ il fatto che, a mio parere, il Comune di Lucca non dedica abbastanza attenzione o lo fa in maniera molto superficiale a questo tema importantissimo. In effetti, in generale – racconta l’istruttore – solo quando un arresto cardiaco improvviso colpisce personaggi famosi o calciatori, allora per almeno 5 minuti se ne parla, ma poi ricadiamo nel silenzio e nell’indifferenza più assoluta. Il mio parere negativo non è dato solo dal numero dei Dae installati nel nostro Comune, ma anche del modo in cui ciò è stato fatto. Mi spiego meglio facendo un esempio: a metà di via Fillungo – spiega – praticamente di fronte a via Nuova, c’è un Dae che a regola dovrebbe coprire, più o meno, tutto il percorso più frequentato dai lucchesi. Ebbene, i Dae, ovviamente, sono stati tutti donati come sono state donate le teche che li contengono e li proteggono e quindi il Comune, a regola, non dovrebbe aver sborsato un euro. Mi sono permesso di dire che l’amministrazione avrebbe quantomeno potuto farsi carico di mettere dei cartelli sparsi per quella via, per avvertire le persone che la frequentano che c’è un Dae a tot metri in una certa direzione. Stessa soluzione per gli altri defibrillatori sparsi sul territorio. Perché se io mi trovo in un certo punto del Fillungo o sulle Mura e una persona in sospetto arresto cardiaco mi cade davanti, se vado nella direzione sbagliata a cercare un Dae, faccio prima a chiamare direttamente il carro funebre – dice l’istruttore -. L’idea sembra esser piaciuta e allora, preso coraggio, mi sono buttato a capofitto nell’altra idea: quella di ‘consigliare’ a tutte le farmacie del centro storico, ma non solo, di installare un Dae all’esterno della loro attività. Per motivi abbastanza semplici. Per associazione di idee: il primo posto che uno cerca in casi del genere è la farmacia. Per visibilità: ce ne sono molte e l’insegna della farmacia è facilmente identificabile; inoltre è la stessa in tutto il mondo e questo semplificherebbe le cose anche agli stranieri ai quali, sugli opuscoli della nostra città, basterebbe scrivere che, appunto, ogni farmacia è in possesso di un defibrillatore. Ho poi chiesto anche cosa avesse intenzione di fare il Comune di Lucca dopo che più di un anno fa era stata votata all’unanimità la mozione che impegnava il sindaco e l’amministrazione comunale, ad agevolare i corsi gratuiti (che per legge regionale dovrebbero essere fatti dalle strutture competenti). Ad un certo punto, addirittura, la consigliera dottoressa, mi ha chiesto di non alterarmi nell’esposizione delle mie proteste a riguardo; le ho risposto – racconta – che non ero alterato ma appassionato. Diciamo che alla fine un’amministrazione comunale dovrebbe ringraziare il cielo se qualche cittadino si ‘altera’ per il bene della comunità, specialmente a fronte di come fanno le cose loro. Ad oggi io non ho visto cartelli che indichino dov’è posizionato il più vicino defibrillatore, non ho visto nessuna richiesta alle farmacie che consigli di installare un Dae nè men che mai, ho visto il Comune ‘agevolare’ una qualsiasi iniziativa, tipo quella da me richiesta, sulla sensibilizzazione o l’organizzazione dei corsi Bls-D. In definitiva – spiega Bonino – mi è stato detto di fare una domanda come tutte le associazioni possono fare; a questo punto, però, non vedo dove siano le agevolazioni che il sindaco e il consiglio comunale si sono presi la briga di firmare con quella mozione. Ora chiaramente si dirà che essendo agosto si può rimandare tutto a settembre, ma voglio ricordare a tutti che l’arresto cardiaco non va mai in feriei. Nel frattempo, visto che non ci va lui, non ci vado nemmeno io e mi sono permesso di lanciare una petizione per raccogliere firme da inviare ai ministeri competenti, per abolire l’Iva dai defibrillatori ed obbligare le scuole di ogni grado, i centri commerciali, i treni e gli aerei di questo fondamentale apparecchio salvavita”.
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