Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne

24 novembre 2018 | 18:20
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Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Lucca in piazza per dire no alla violenza sulle donne

Tanti ragazzi, tanta commozione, tanto impegno. Anche Lucca oggi (sabato 24) è scesa in piazza per dire no alla violenza contro le donne e rivendicare serie ed efficaci politiche di genere. E l’ha fatto in piazza San Michele, sotto il loggiato di Palazzo Pretorio, e in piazza San Salvatore, intorno alla panchina rossa. Studenti e cittadinanza, letture ad alta voce, musica e canti, presentazioni pubbliche e confronti in piazza: c’erano i ragazzi dell’Iti Fermi e del Giorgi, tra cui la seconda C indirizzo sportivo che ha accompagnato la professoressa, soprano lirica e pianista, Paola Massoni nell’esecuzione della canzone Fanciulla di viole, ispirato alla storia di Noemi Durini; c’era la prefettura con la dottoressa Trimarchi; c’era l’amministrazione comunale, rappresentata dagli assessori Ilaria Vietina e Giovanni Lemucchi e dalla consigliera comunale e presidente della commissione cultura, Teresa Leone; c’erano le associazioni del territorio, Lucca Città delle Donne, Se non ora quando Teatro, Centro donna, Maschile plurale, Fidapa, Comunità di Sant’Egidio. Una giornata ricca e partecipata, che ha trovato nella lettura della lettera/appello agli uomini preparata dall’associazione Maschile plurale uno dei momenti di massima commozione.

Domani in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sarà inaugurata alle 15 la panchina rossa al centro di cittadinanza Il Bucaneve di Santa Maria a Colle, mentre alle 16 verrà inaugurata la mostra fotografica Gli strappi dell’anima a Villa Bottini. Domani appuntamento anche con l’esposizione di fotografie e video della performance Non ci provare del pittore italo-argentino Salvator Gaudenti nei locali del Caffè Letterario-LuccaLibri dalle 10,30 alle 12,30. Porta Elisa, invece, resterà illuminata di arancione fino al 10 dicembre.
E, nel frattempo, arriva anche la lettera/appello a tutti gli uomini che l’associazione Maschile plurale ha preparato per la Giornata contro la violenza sulle donne. Ecco il suo contenuto: “Non ti conosco, ma voglio dirti che trovarci insieme, oggi, è molto importante per me: un’apertura, una speranza. Non è una cosa scontata manifestare insieme alle donne contro la violenza maschile: da una parte c’è il rischio di indossare i panni dell’uomo buono, che condanna i malvagi considerandosi estraneo al problema; dall’altra c’è il rischio opposto, cioè di sentirsi colpevole per il solo fatto di appartenere al genere maschile. Facile quindi sentirsi schiacciati, e avere la tentazione di rinunciare. Io sono qui perché credo che ad essere in gioco non sia soltanto la libertà delle donne, bensì anche la mia e la tua. La speranza sta in questo fatto: un numero sempre maggiore di uomini si sta accorgendo che senza la libertà femminile non può esistere neanche quella maschile. Durante il mio percorso ho avuto la fortuna di sperimentare quanto, nella ricerca di libertà maschile, libertà da una idea di maschio plurimillenaria sia essenziale il confronto con gli altri uomini. Mi riferisco a uno scambio autentico, radicato nella verità della propria esperienza, anche se confusa, anche se contraddittoria. Grazie alla scommessa dell’ascolto reciproco e dell’esposizione allo sguardo degli altri, può nascere una diversa consapevolezza di sé, che può finalmente lasciare spazio alla trasformazione.
Avrei tante domande da farti: che cosa porti come uomo in questa lotta? che cosa desideri e quali cambiamenti vorresti per la tua vita? La violenza maschile è figlia di una cultura diffusa, di ruoli e modelli fissati come naturali per i due sessi: come incidono gli stereotipi di genere nella tua vita di uomo? come ti trovi nei ruoli e nei destini disegnati per donne e uomini?
Come vivi il cambiamento avvenuto nelle relazioni tra i sessi? Che cosa ha voluto dire per te incontrare la libertà delle donne? Anche tu senti il bisogno di mettere in discussione i modelli rigidi di eterosessualità e omosessualità? Condivido le rivendicazioni delle donne e del movimento Lgbt, e sento, inoltre, che queste mobilitazioni si rivolgono direttamente a me, incitandomi a mettere in gioco il mio desiderio e la mia voglia di cambiamento. Per queste ragioni, visto che il cammino è lungo e non privo di ostacoli, ti propongo di darci un’occasione di confronto, perché insieme ci si possa orientare meglio e si ampli il confine del possibile. Grazie e a presto”.