Massari (Cgil): “Sbagliato indebolire il sistema Sprar”

30 novembre 2018 | 17:15
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Massari (Cgil): “Sbagliato indebolire il sistema Sprar”

Michele Massari (Fp Cgil) interviene sul tema della soppressione del permesso umanitario. “Un permesso – commenta – spesso ottenuto ricorrendo avverso le decisioni delle commissioni amministrative incredibilmente restie ad adeguarsi agli arresti giurisprudenziali in materia, creerà gravissimi problemi. Di tali problemi, saranno innanzitutto vittime persone immigrate che hanno concretamente avviato un processo di integrazione nel nostro paese. In base alle nuove disposizioni del governo infatti , rischiano di diventare improvvisamente clandestini donne e uomini che si sono creati una condizione di vita autonoma, con un lavoro, una casa in affitto e che pagano regolarmente le tasse. Paradossalmente la norma che introduce i “motivi speciali” (non rinnovabili e non convertibili in permesso per lavoro), incentiverà la presenza di stranieri vulnerabili che saranno peraltro a nostro carico fino alla soluzione delle loro problematiche quando diventeranno clandestini; condizione che acquisiranno nel momento stesso in cui saranno in grado di sostentarsi autonomamente. Ci pare ovvio che oltre all’obbligo di sostenere la persona nel momento del particolare bisogno si debba aspirare all’obiettivo primario dell’integrazione”.

Massari afferma inoltre che “non si capisce perché si sia voluto indebolire il sistema degli Sprar, ben sapendo che ciò non farà che togliere punti di riferimento a persone che, è bene sapere non verranno mai rimpatriate. Queste persone a cui verraá tolta ogni concreta speranza di integrazione non potranno che rimanere a carico esclusivo della rete di protezione sociale ed in particolare dei comuni, delle Asl e delle associazioni umanitarie già in tangibile difficoltà economica. Tutto ciò, mentre sistemi ben strutturati come appunto gli Sprar si stavano occupando del fenomeno dell’immigrazione con mezzi e risorse canalizzate al raggiungimento dell’autonomia socio economica degli ospiti. Tutte situazioni che ricadranno sulle spalle dei singoli comuni e che non si capisce come dovranno/potranno attrezzarsi per la gestione del fenomeno e delle singole situazioni. D’altra parte degli Sprar si parla poco perché stanno funzionando e spesso ciò che funziona non fa notizia”.
Massari evidenzia l’utilità dei progetti Sprar, ricordando come li stessi siano controllati direttamente dai comuni. “Inoltre – prosegue –  i gestori vengono scelti con un bando pubblico, hanno spese monitorabili esono gestiti in base a protocolli frutto di anni di esperienze”. Un quadro, quello affrescato dal sindacalista, che si compone di un ulteriore tassello problematico: “Nelle strutture Sprar lavorano con competenza – osserva – operatori socio assistenziali, assistenti sociali, educatori, psicologi, insegnanti; lavoratori altamente specializzati che in breve tempo rischiano concretamente il posto di lavoro. Nei servizi relativi all’immigrazione,attivi 24 ore su 24, in provincia di Lucca lavorano circa 200 operatori con varie realtà cooperative e associazioni . Gli occupati nel settore sono in larga parte giovani con istruzione medio alta (diploma e laurea) che con la loro professionalità hanno lavorato oltre che per un modesto stipendio anche per creare un sistema sostenibile che evitasse gravi problematiche sociali e lo hanno fatto assieme a tanti amministratori locali del territorio volenterosi e capaci”. “Oggi – conclude Massari – con le nuove disposizioni di legge, si rischia una reale emergenza sociale e una conseguente perdita in termini occupazionali che in base alle previsioni si può quantificare in circa il 50 per cento degli occupati attuali nel settore. Riteniamo che se non ci saranno ripensamenti da parte del governo, sarà opportuno gestire la imminente occupazionale chiedendo una convocazione presso la Prefettura di Lucca per studiare forme di ammortizzatori sociali”.