
Bilanci e prospettive della commissione politiche sociali e sanitarie. È stato questo l’oggetto della seduta di questa mattina (26 luglio), l’ultima prima della ripresa dei lavori a settembre, che ha visto la partecipazione anche degli assessori Lucia Del Chiaro e Serena Mammini. E non sono mancate le proposte. A partire dalla necessità politica di esercitare stimoli e sollecitazioni più forti sulla conferenza dei sindaci: è in quella sede, infatti, che i sette Comuni (Lucca, Capannori, Porcari, Montecarlo, Altopascio, Pescaglia, Villa Basilica) possono lavorare insieme alla Asl per disegnare una mappa coerente dei servizi. Un organo di programmazione, insomma, che si auspica sempre più operativo.
La posizione è stata tenuta all’unanimità dal presidente di commissione Pilade Ciardetti (Sinistra con Tambellini), dalla consigliera con delega alle politiche della salute, Cristina Petretti (Pd) e dal consigliere di minoranza Alessandro Di Vito (Siamo Lucca). “Il problema sollevato va al di là delle parti politiche. La commissione, in questo anno, ha svolto un lavoro di conoscenza degli strumenti in campo e delle problematiche esistenti sul territorio. Da settembre – hanno detto i consiglieri – la commissione dovrà stringere, lavorare politicamente per una gestione integrata tra sociale e sanitario dei bisogni complessi che l’oggi pone all’attenzione”. Un maggior coordinamento, insomma, nella gestione dei servizi tra Comune e Asl, per affrontare le sfide poste dalla disabilità, della residenzialità (per anziani, per persone non autosufficienti) e dal ‘dopo di noi’. “Occorrerà programmare i servizi rileggendo il profilo di salute della popolazione – continuano i consiglieri – e spingere perché divenga realtà la figura di pronto soccorso sociale, che già esiste altrove. Abbiamo visto come la presa in carico delle emergenze subisca spesso un rimpallo tra Asl e Comune, con una sovrapposizione di competenze per supplire alla carenza di personale sociale 24 ore su 24. Succede quindi – spiegano ancora – che persone in situazioni di marginalità finiscano al pronto soccorso e che la Asl si trovi a investire in sociale risorse formalmente riservate al sanitario. Persone in stato di povertà, di disagio, senza reti familiari, anziché essere prese in carico prontamente dai servizi sociali, inesistenti nei fine settimana, vanno a ‘creare tappo’, si passi l’espressione, nei posti riservati per le cure intermedie”. Un disagio che, inevitabilmente, aggrava anche il lavoro del pronto soccorso stesso. Per quanto forte sia il terzo settore, è fondamentale – questa la posizione espressa dalla commissione – che si rafforzi anche l’ufficio di piano, nato con l’obiettivo di gestire in forma integrata e coordinata i servizi socio-sanitari: maggiore collaborazione tra i 7 Comuni, maggior ‘peso’ ai tavoli con la Asl. “La conferenza dei sindaci – dicono ancora i tre commissari – non è un organo consultivo ma decisionale, ha un ruolo politico ed è importante che renda immediatamente esecutive le scelte operate. Occorre presidiare la questione con costanza, rivedere anche la convenzione con la Asl e ampliare gli ambiti di intervento dei Comuni stessi. A oggi, invece, le amministrazioni locali hanno controllo diretto solo sulla non autosufficienza: è poco, al di là delle logiche di budget”. Il consigliere di CasaPound, Fabio Barsanti, solleva infine una questione: “Abbiamo ascoltato in audizione, quest’anno, diversi soggetti che operano nei servizi socio-sanitari: potremmo ora trovare il modo di ascoltare il punto di vista dei fruitori? Per comprendere, anche da loro, dove si annidano le criticità e stabilire un percorso politico per risolverle”. Osservazione che trova sponda nella consigliera Cristina Petretti: “Potremmo partire – dice – dalla lettura degli indicatori della qualità percepita dei servizi elaborati dal Mes (management e sanità) della Scuola Sant’Anna di Pisa”. La road map per i lavori autunnali della commissione è tracciata.
Elisa Tambellini