Coronavirus, Anfass Lucca sperimenta nuove modalità di vicinanza alle famiglie



Gli operatori hanno mantenuto il contatto online con i ragazzi e dato il via ad alcuni servizi domiciliari
Nonostante la chiusura a causa delle norme anticontagio per il coronavirus, Anffas Lucca continua a stare vicina ai suoi ragazzi. Oltre agli interventi domiciliari individuali già in atto, permessi dalla normativa Covid-19 e concertati con gli enti territoriali per dare un aiuto concreto nei casi più impegnativi e complessi, dopo la chiusura delle attività (dal 5 di marzo per l’ambito scolastico, dal 16 invece per i centri diurni), gli operatori dell’associazione hanno mantenuto il contatto con i propri assistiti principalmente attraverso videochiamate individuali o di gruppo per supportare le famiglie e per non interrompere quel rapporto quotidiano attivo ormai da tempo e calato all’interno di un preciso progetto educativo.
“Sull’esempio di quanto stava accadendo in molte altre associazioni Anffas in tutta Italia e soprattutto sul riscontro ampiamente positivo delle prime esperienze – afferma il presidente di Anffas Lucca, Gabriele Marchetti – abbiamo chiesto ai nostri operatori di mettere in campo idee nuove per non lasciare soli i ragazzi e le loro famiglie in questo momento drammatico di emergenza sanitaria“.
Con l’utilizzo dei cellulari, dei computer o dei tablet e grazie a diverse piattaforme online gli operatori riescono a condividere alcune ore con i ragazzi per guardare video, ascoltare musica, fare dei giochi o proporre delle attività manuali che permettano di non disperdere il lavoro di questi anni, mirato a mantenere alto il livello di socializzazione e alcune abilità di base.
Ecco l’esperienza di Maurizio Coselli, operatore del servizio lavoro: “Ogni giorno faccio alcune videochiamate da casa in cui cerco sempre di riunire più ragazzi – spiega Maurizio – per dare loro la possibilità di incontrarsi, che è una delle cose di cui sentono maggiormente la mancanza. Per il mantenimento delle attività quotidiane mi organizzo con video in cui io stesso faccio le attività di tutti i giorni, come preparare la colazione, farsi la barba, pulire casa, giocare con il cane. Le pubblico sui vari social che i ragazzi seguono e diventano argomento di conversazione e spunto di dialogo con i ragazzi, che a lo volta realizzano video o fanno foto della loro casa e della loro giornata”. .
“Un’altra fonte di grande soddisfazione – continua Coselli – sono i servizi domiciliari. Personalmente seguo due persone, abitiamo in una zona di aperta campagna e con pochi metri di passeggiate, mantenendo le distanze di sicurezza, ci ritroviamo persi tra oliveti e vigneti, dove la natura offre stimoli di conversazione sempre differenti».
In questo tempo Anffas Lucca è riuscita a mantenere anche altre attività importanti per il benessere delle persone disabili del nostro territorio. È attiva la fasa famiglia l’Aquilone a San Leonardo in Treponzio, struttura residenziale che ospita stabilmente sette persone con disabilità e che è in regime di isolamento volontario dallo scorso 9 marzo; continuano le attività di Agricola Carraia (346.2342731) e del bar La pecora nera (contatto 0583.414405), che hanno improntato le loro attività principalmente nella vendita al dettaglio con consegna a domicilio.
“È un periodo molto complesso – commenta Marchetti – aperto in modo brusco dalle ordinanze che hanno privato i disabili e le loro famiglie, da un giorno all’altro, di quei servizi essenziali per la loro vita quotidiana. Si è così creata nei disabili una sensazione di smarrimento e disorientamento nel vedere stravolti i loro ritmi e le loro abitudini, aggravata dal forzato isolamento e nelle famiglie un senso di abbandono nel non avere più contatti con i loro riferimenti istituzionali. Con questi primi interventi a distanza, all’inizio eseguiti in modo estemporaneo e poi sempre più strutturati e organizzati, si è cercato di dare una risposta alle famiglie. Dai report che riceviamo quotidianamente dai nostri operatori e dai riscontri delle famiglie ci pare che si stia riuscendo ad attenuare, almeno in parte e per quanto possibile, il disagio. È essenziale in tutto questo la costante collaborazione e co-progettazione con gli enti locali che, assieme a noi, sono impegnati nel cercare ogni tipo di risposta possibile ai bisogni dei disabili in questo periodo di emergenza”.