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Coronavirus, Anfass Lucca sperimenta nuove modalità di vicinanza alle famiglie

21 aprile 2020 | 13:02
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Coronavirus, Anfass Lucca sperimenta nuove modalità di vicinanza alle famiglie
Coronavirus, Anfass Lucca sperimenta nuove modalità di vicinanza alle famiglie
Coronavirus, Anfass Lucca sperimenta nuove modalità di vicinanza alle famiglie

Gli operatori hanno mantenuto il contatto online con i ragazzi e dato il via ad alcuni servizi domiciliari

Nonostante la chiusura a causa delle norme anticontagio per il coronavirus, Anffas Lucca continua a stare vicina ai suoi ragazzi. Oltre agli interventi domiciliari individuali già in atto, permessi dalla normativa Covid-19 e concertati con gli enti territoriali per dare un aiuto concreto nei casi più impegnativi e complessi, dopo la chiusura delle attività (dal 5 di marzo per l’ambito scolastico, dal 16 invece per i centri diurni), gli operatori dell’associazione hanno mantenuto il contatto con i propri assistiti principalmente attraverso videochiamate individuali o di gruppo per supportare le famiglie e per non interrompere quel rapporto quotidiano attivo ormai da tempo e calato all’interno di un preciso progetto educativo.

“Sull’esempio di quanto stava accadendo in molte altre associazioni Anffas in tutta Italia e soprattutto sul riscontro ampiamente positivo delle prime esperienze – afferma il presidente di Anffas Lucca, Gabriele Marchetti – abbiamo chiesto ai nostri operatori di mettere in campo idee nuove per non lasciare soli i ragazzi e le loro famiglie in questo momento drammatico di emergenza sanitaria“.

Con l’utilizzo dei cellulari, dei computer o dei tablet e grazie a diverse piattaforme online gli operatori riescono a condividere alcune ore con i ragazzi per guardare video, ascoltare musica, fare dei giochi o proporre delle attività manuali che permettano di non disperdere il lavoro di questi anni, mirato a mantenere alto il livello di socializzazione e alcune abilità di base.

Ecco l’esperienza di Maurizio Coselli, operatore del servizio lavoro: “Ogni giorno faccio alcune videochiamate da casa in cui cerco sempre di riunire più ragazzi – spiega Maurizio – per dare loro la possibilità di incontrarsi, che è una delle cose di cui sentono maggiormente la mancanza. Per il mantenimento delle attività quotidiane mi organizzo con video in cui io stesso faccio le attività di tutti i giorni, come preparare la colazione, farsi la barba, pulire casa, giocare con il cane. Le pubblico sui vari social che i ragazzi seguono e diventano argomento di conversazione e spunto di dialogo con i ragazzi, che a lo volta realizzano video o fanno foto della loro casa e della loro giornata”. .

“Un’altra fonte di grande soddisfazione – continua Coselli – sono i servizi domiciliari. Personalmente seguo due persone, abitiamo in una zona di aperta campagna e con pochi metri di passeggiate, mantenendo le distanze di sicurezza, ci ritroviamo persi tra oliveti e vigneti, dove la natura offre stimoli di conversazione sempre differenti».

In questo tempo Anffas Lucca è riuscita a mantenere anche altre attività importanti per il benessere delle persone disabili del nostro territorio. È attiva la fasa famiglia l’Aquilone a San Leonardo in Treponzio, struttura residenziale che ospita stabilmente sette persone con disabilità e che è in regime di isolamento volontario dallo scorso 9 marzo; continuano le attività di Agricola Carraia (346.2342731) e del bar La pecora nera (contatto 0583.414405), che hanno improntato le loro attività principalmente nella vendita al dettaglio con consegna a domicilio.

“È un periodo molto complesso – commenta Marchetti – aperto in modo brusco dalle ordinanze che hanno privato i disabili e le loro famiglie, da un giorno all’altro, di quei servizi essenziali per la loro vita quotidiana. Si è così creata nei disabili una sensazione di smarrimento e disorientamento nel vedere stravolti i loro ritmi e le loro abitudini, aggravata dal forzato isolamento e nelle famiglie un senso di abbandono nel non avere più contatti con i loro riferimenti istituzionali. Con questi primi interventi a distanza, all’inizio eseguiti in modo estemporaneo e poi sempre più strutturati e organizzati, si è cercato di dare una risposta alle famiglie. Dai report che riceviamo quotidianamente dai nostri operatori e dai riscontri delle famiglie ci pare che si stia riuscendo ad attenuare, almeno in parte e per quanto possibile, il disagio. È essenziale in tutto questo la costante collaborazione e co-progettazione con gli enti locali che, assieme a noi, sono impegnati nel cercare ogni tipo di risposta possibile ai bisogni dei disabili in questo periodo di emergenza”.