Disabilità e tamponi salivari, obiettivo raggiunto anche a colpi di meme. E ora le associazioni plaudono al progetto

29 gennaio 2022 | 11:27
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Disabilità e tamponi salivari, obiettivo raggiunto anche a colpi di meme. E ora le associazioni plaudono al progetto

La Asl Toscana nord ovest è una delle prime in Italia ad aver dato gambe, proprio a Lucca, alla circolare del ministero per facilitare l’esperienza del tempone alle persone con disabilità

Tamponi salivari molecolari per persone con disabilità a ridotta collaborazione, il progetto della Asl Toscana nord ovest sperimentato da una settimana proprio a Lucca, al drive through di Campo di Marte, funziona. Lo confermano le associazioni che per quaranta giorni hanno fatto sentire la loro voce, anche con gradevole ironia, affinché questa possibilità prevista dal ministero della salute divenisse operativa. Ma dal 25 settembre, data della circolare, nonostante la recrudescenza del coronavirus anche a scuola, del tampone salivare nemmeno l’ombra.

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Il comune tampone naso-faringeo, infatti, è più invasivo e in molti casi richiedeva addirittura la sedazione per essere eseguito, innescando a catena problemi di varia natura fino a quello dell’impari accesso al diritto allo studio. Una situazione che la storia di Emma (nome di fantasia), divenuta virale a dicembre sui social, raccontava con estrema chiarezza e semplicità.

“Emma è una bambina di 8 anni – si poteva leggere nel post – che frequenta una scuola primaria della Piana di Lucca. Nella sua classe c’è un caso di Covid e deve fare il tampone. Emma è autistica e per lei il tampone un’esperienza molto difficile. Per poter frequentare la scuola deve però farlo e per riuscirci tra urla, pianti la devono tenere in quattro. Emma si butta in terra e così, braccata, i medici riescono a farle il tampone. Per poter continuare ad andare a scuola, dovrebbe farne un altro dopo cinque giorni, come indica la normativa. Ma tra i compagni spunta un secondo caso e la classe va in quarantena. Gli alunni per rientrare dovranno rifare il tampone dopo dieci giorni. Ma i genitori di Emma decidono di non sottoporre la bimba a un nuovo stress, e la quarantena diventa quattordici giorni, invece di dieci. E senza tampone non può accedere alle terapie in acqua, il cambiamento di routine determina altre crisi. Ci sarebbe un’alternativa, i tamponi salivari molecolari che il ministero della salute ha indicato come adatti per le persone come Emma ormai quasi tre mesi fa. Ma a Lucca non si possono fare. Così bambini e ragazzi come Emma pagano il prezzo doppio alla pandemia, rinchiusi in casa mentre il resto dei compagni continua la propria vita”.

Oggi questa criticità è stata superata con un progetto-pilota che ha le carte in regola per divenire modello per tutto il territorio regionale e nazionale, ed è questo l’auspicio delle associazioni lucchesi che con costanza ne hanno sollecitato l’attuazione. Sono state Casa Alfa, L’amore non conta i cromosomi, Confad, Vengo anch’io – Astrolabio, Alma onlus, Luccasenzabarriere e Uici Lucca a non ‘trovare poso’ per quattro mesi, coinvolgendo tutti gli attori che avrebbero potuto spingere per raggiungere questo grande obiettivo di equità: dai Comuni di Lucca, Capannori e Porcari fino alla Regione, dalla Asl all’Ufficio scolastico territoriale e all’Ordine dei medici di Lucca, che messo in evidenza le difficoltà che gli stessi operatori sanitari incontrano eseguendo i tamponi naso-faringei alle persone con disabilità a ridotta collaborazione.

Una battaglia condotta dialogando con le istituzioni senza esacerbare mai i toni, portata avanti con il sorriso anche sui social con quaranta meme – uno al giorno – fino al raggiungimento dell’obiettivo. Perché si può fare sul serio, sensibilizzare, informare, con ogni linguaggio. E le associazioni lucchesi a sostegno delle famiglie di persone con disabilità lo hanno capito molto bene. L’ultimo meme? Non poteva che essere l’annuncio più solenne, quello di chi si affaccia su piazza San Pietro e informa il mondo che habemus… tamponem.

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La qualità del progetto dell’Asl Toscana nord ovest, tra pochissime aziende italiane a erogare questo servizio, ripaga di tanti sforzi. Curato dalla dottoressa Eluisa Lo Presti, prevede anche la condivisione di tutorial video e serie di storie sociali utili per preparare l’esperienza del tampone salivare in tutta tranquillità e senza sorprese. Materiali che anche gli operatori del drive through o degli ambulatori pass invieranno al momento della prenotazione.

Tutte le informazioni per accedere al servizio sono reperibili in questo articolo (clicca).