Foto sui social e narcisismo: ecco i segnali da non trascurare

Andy Warhol, padre della pop art, ci aveva visto lungo: sentenziando che tutti, in fondo, aspirano a un quarto d’ora di celebrità nell’arco della propria vita, sembra aver predetto in tempi non sospetti un fenomeno oggi pienamente in atto con i social network.
Tutti hanno bisogno di sentirsi arguti e intelligenti con un fulmineo ‘cinguettio’ su Twitter, ma anche felici e appagati raccontando la propria quotidianità sul diario di Facebook. C’è chi pensa che avere meno di mille cuoricini su Instagram sia una debacle, un chiaro segno di anonimato, e chi, invece, trascorre ore a filmarsi mentre inscena sketch divertenti, con basi musicali tormentone, su Tik Tok.
Insomma, altro che quarto d’ora di celebrità! Con l’avvento dei social assistiamo a una coincidenza tra la vita trascorsa sulle note piattaforme e quella vissuta davvero, con una sostituzione che, per certi aspetti, appare preoccupante: il virtuale prevale sul reale e aspetti della vita privata, anche intimi talvolta, divengono argomento pubblico.
In questa corsa alla visibilità si inseriscono anche le aziende, piccole e grandi. Sì, perché se i social sono una vetrina, perché non pubblicare quello che nasce per essere messo in vetrina e quindi venduto?
Esistono vari servizi per personalizzare il messaggio che si vuole dare e scrivere su una foto online, senza bisogno di scaricare alcun software sul proprio personal computer. Con pochi click è possibile infatti aggiungere un logo, un’offerta, le indicazioni di luogo e di data utili a far arrivare con un veloce colpo d’occhio tutte le informazioni necessarie all’utente e potenziale cliente.

Gli stessi servizi, peraltro, sono molto apprezzati anche da chi fa un uso esclusivamente individuale dei social: si pensi agli influencer, persone comuni divenute personaggi famosi grazie a stories e reel.
Non c’è da stupirsi. Meglio, semmai, cercare di capire perché esistono persone capaci di vivere per un like o un follower in più. Persone che hanno perso il sonno in attesa che la foto appena postata raggiungesse la popolarità sperata. Non è un caso se sociologi e psicologi hanno rilevato che lo spazio social è l’ideale per alimentare le personalità narcisistiche. L’espressione oggi è un po’ abusata ma indica, in sintesi, coloro che curano il sé prima dell’io, coloro che si preoccupano della propria immagine più che della loro essenza, sostanza. L’empatia è assente, la critica male accettata e l’autostima viene ostentata a ogni circostanza.
Ovviamente il narcisismo in senso stretto è un disturbo della personalità: nel nostro caso, per semplificare e avvicinarsi all’uso comune, usiamo la parola ‘narcisismo’ per definire anche singoli tratti non patologici.
I social attraggono il narcisista perché è quello lo spazio che permette di ricevere vasta ammirazione. Il rischio è la dipendenza da internet, ma questa è un’altra storia che bene ha delineato Umberto Galimberti. Tuttavia c’è anche il risvolto della medaglia: i social network hanno esercitato una sorta di azione maieutica nei confronti dei propri utenti con latenti tratti narcisistici. Insomma, alla fine, un po’ tutti fanno bella mostra di sé tra Facebook e Instagram per ottenere l’approvazione di una non sempre nota community.
E poi ci sono i timidi. Gli insicuri, quelli fragili e vulnerabili, che non si sentono mai all’altezza e che grazie alla schermatura del social riescono finalmente a esprimersi. In questo caso possiamo parlare di narcisismo covert, perché alla base c’è sempre il bisogno di essere ammirati.
Ma come si riconoscono i narcisisti sui social? A tutti sarà capitato di imbattersi in profili che ipercomunicano. Una quantità di post al giorno tale da far nascere spontaneamente la domanda: “ma dove trova il tempo?” Ecco, se qualcuno vuole esibirsi, essere sempre in vista, probabilmente cova dei tratti di narcisismo.
Inoltre c’è la necessità, decisamente non celata, di piacere e avere un feedback dal pubblico, che sia un like o un follower in più. Il narcisista inoltre è quasi sempre online e pubblica una notevole quantità di selfie. Pose diverse, sguardi diversi, con la telecamera dello smartphone posizionata per lo più in alto rispetto al volto. Luci e filtri completano un quadro che vuole, nella maggioranza dei casi, gli uomini auto-immortalati mentre ostentano disinteresse e le donne guardare dritte l’obiettivo pronunciando le labbra.
I social, insomma, sono vissuti come un palcoscenico sul quale andare ogni giorno in scena, cercando un rimedio a vuoti e mancanze, spesso mistificando o esasperando l’autenticità di foto e video. Distinguo vari ed eventuali vanno fatti per l’età e per il grado di autoironia di ciascuna persona.