Profughi ucraini, ecco come funziona il sistema dell’accoglienza: priorità a lingua e lavoro

15 settembre 2022 | 18:25
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Profughi ucraini, ecco come funziona il sistema dell’accoglienza: priorità a lingua e lavoro

Dopo i problemi di convivenza forzata segnalatici da una famiglia (trasferita in altro alloggio) siamo andati a vedere di persona come funzionano i Cas gestiti dalla Misericordia di Lucca

Profughi ucraini in fuga dalla guerra. Il sistema dell’accoglienza in Italia, dopo i primi mesi intensi con flussi di immigrazione molto alti, si è piano piano normalizzato, ma ci sono ancora famiglie che hanno bisogno di assistenza. Durante la convivenza all’interno delle strutture dei Centri d’accoglienza straordinari (Cas), si possono creare alcuni attriti tra le persone ospitate e i vari nuclei familiari, costretti a convivere in spazi molto stretti.

Proprio a seguito di una segnalazione che ci è pervenuta da una signora di origini ucraine e dalla propria famiglia, che da aprile ha alloggiato in uno degli appartamenti del centro storico della Misericordia di Lucca, abbiamo colto l’occasione per capire, ad oggi, quanti sono i rifugiati di guerra presenti nel nostro territorio e in che modo vengono ospitati. Dalle parole della signora ucraina si intuiva che certi alloggi non erano adeguati per la permanenza di intere famiglie, ma quanto ci è stato riferito e mostrato, è in realtà di tutt’altro tenore.

Numerosi i problemi che la signora ucraina e la sua famiglia hanno affrontato, a suo dire, dalle difficoltà nell’organizzazione dell’acquisto dei generi alimentari, ai problemi di convivenza con le altre famiglie, nessun aiuto nel trovare un impiego e pregiudizio nei confronti dei suoi familiari e del figlio malato.

Attualmente, a seguito dell’intervento del prefetto, la famiglia è stata trasferita in un’altra struttura, ma quanti sono i rifugiati ancora presenti nei Cas della Misericordia e come si svolge questa accoglienza? L’abbiamo chiesto a Sergio Mura, presidente della Misericordia di Lucca e al suo staff: la mediatrice Eralda Cerepi, responsabile del progetto immigrazione e gli operatori, Martina Rossi, Isabella Longo, Giacomo Cipollini e Annalisa Zanda.

“L’obiettivo del team della Misericordia è prima di tutto l’integrazione – spiega Eralda Cerepi -, ed è una cosa di cui andiamo molto orgogliosi, perché chi esce dalle nostre strutture lo fa con un lavoro e una casa a disposizione. Riuscire a reinserire all’interno della società alcune persone è un lavoro complesso, ma dà molte soddisfazioni”.

L’appartamento che è stato oggetto della segnalazione che ci è pervenuta, si compone di 4 camere, 3 bagni, una sala da pranzo comune con cucina e frigorifero e dispone di tutto il necessario per la permanenza di alcune famiglie al suo interno. I bagni sono nuovi e tutte le stanze in comune sono state oggetto di ristrutturazione, per un investimento di 80mila euro. Attualmente, negli alloggi del centro storico vivono 7 persone e in quello a monte san Quirico, sono 16. La maggior parte degli ucraini che sono venuti in Italia, sono famiglie composte da donne e bambini.

Anna, ad esempio, è ospite della Misericordia da aprile, insegnante di inglese, proviene da Kharkiv ed ha raggiunto l’Italia con suo marito e il figlio di 12 anni. Tatiana, anche lei proveniente da Kharkiv, invece, è da sola. Entrambe sono soddisfatte dell’accoglienza che le è stata riservata dalla Misericordia di Lucca.

Abbiamo tutto il necessario per stare bene – dice Anna in inglese -, sono molto grata per l’aiuto che ci viene dimostrato. Le famiglie con cui conviviamo sono molto amichevoli, ma se per caso si creano problemi tra di noi, chiediamo aiuto alle responsabili della struttura che sono sempre disponibili”.

Come inizia il percorso di accoglienza per la popolazione ucraina, messo a disposizione dal nostro sistema?
“Bisogna fin da subito distinguere nell’accoglienza tra, i richiedenti asilo e chi fugge da una guerra – precisa Eralda Cerepi, responsabile del progetto immigrazione della Misericordia di Lucca -. Naturalmente gli Ucraini sono considerati profughi di guerra e per prima cosa, appena arrivano a Lucca, devono presentarsi in Questura per la dichiarazione di presenza sul territorio italiano e a quel punto possono fare domanda di accoglienza in una struttura Cas”.

La questura dà il via a tutti gli iter burocratici per la permanenza delle persone all’interno del territorio italiano, medico di famiglia, tessera sanitaria, carata d’identità e molto altro. Dopo aver presentato domanda, la prefettura inizia a smistare i profughi nei vari alloggi, seguendo una graduatoria ben definita.

Una volta arrivati ad un Cas, come quello della Misericordia di Lucca, cosa accade?
“Cerchiamo fin da subito di creare la migliore sistemazione a seconda delle persone che abbiamo di fronte – dichiara Eralda -, chiaramente teniamo conto se all’interno dei nuclei familiari ci sono dei minori e se le persone hanno con se un animale. Ci prendiamo in carico tutte le persone all’interno della struttura, ci occupiamo di fargli la spesa tutte le settimane, loro ci presentano una lista e la nostra collega Isabella Longo si occupa degli acquisti e di fargli pervenire i generi alimentari. La cifra della spesa varia a seconda della composizione del nucleo familiare. Due volte all’anno, con l’arrivo dell’estate e dell’inverno, ad ogni persona all’interno del Cas, viene offerto un completo di abbigliamento. Inoltre mettiamo a disposizione un’insegnante di lingua italiana, per far si che presto possano trovare un lavoro”.

I profughi ucraini possono rimanere sul territorio italiano quanto vogliono e possono rimanere nei centri d’accoglienza fino a conseguimento di una propria indipendenza, infatti viene offerta la possibilità di trovare un impiego.

Come vengono aiutati in questa ricerca?
L’indipendenza economica è l’obiettivo che dobbiamo far si che queste persone raggiungano e il primo passo è sempre quello di imparare la lingua italiana – prosegue Eralda -. Nel tempo abbiamo creato molti rapporti con associazioni, enti e istituzioni e abbiamo molti collaboratori che ci danno una mano, così siamo in contatto con il centro per l’impiego e durante i colloqui possiamo anche avvalerci della presenza di una mediatrice di lingua ucraina. In molti ci chiedono di trovare un impiego perché vorrebbero comunque rimanere in Italia. Chi invece vuole tornare nel proprio paese, sono le persone più anziane e per loro è più complesso trovargli un lavoro”.

Per i minori come viene organizzata l’accoglienza?
“Il nostro staff che si occupa dell’accoglienza, si occupa anche a 360 gradi di tutte le necessità che ha bisogno una famiglia – dice Eralda -. Se ci sono dei minori vengono immediatamente inseriti nelle scuole. Oggi (15 settembre), che era il primo giorno di rientro dalle vacanze, per esempio, ognuna di noi operatrici ha accompagnato un bambino ucraino a scuola. Prima di fare accoglienza ho lavorato all’interno della sistema scolastico e in questi anni ho notato che la scuola italiana ha fatto enormi passi avanti nell’accoglienza di studenti stranieri. I bambini che sono qua si sono integrati tutti benissimo e io penso che la scuola sia un ambiente che pronto ad aiutarli”.

All’interno del sistema dell’accoglienza della Misericordia di Lucca, attualmente sono presenti una quarantina di persone, 26 di queste sono di origini ucraine. Le strutture a disposizione della confraternita sono tre appartamenti all’interno del centro storico e il grande convento di Monte san Quirico.

“Noi facciamo inserimenti tutti i giorni – conclude Eralda, la responsabile del progetto immigrazione -, il grande flusso di immigrazione di primavera è cessato, però arrivano sempre in molti. Alcuni di loro si trovavano in Polonia e hanno deciso di spostarsi, altri scendono per ricongiungersi con i propri parenti che sono scappati dalla guerra. In genere in Italia trovano una buona accoglienza”.

Tuttavia i problemi esistono e uno degli ultimi che si è presentato è quello dell’aumento del prezzo delle bollette di gas e elettricità.
“Lo scorso anno abbiamo speso 48mila euro in bollette di luce gas – dichiara il presidente di Misericordia, Sergio Mura -. Quest’anno sarà sicuramente peggio, se le bollette raddoppiano o addirittura triplicano sarà un vero problema. A ciò si sommano gli aumenti del caro carburante, con una spesa complessiva per i mezzi di soccorso di 50mila euro l’anno, attualmente sostenuta soltanto attraverso le donazioni”.