Pochi alloggi e problemi di convivenza fra famiglie, la situazione dei rifugiati ucraini resta difficile

30 gennaio 2023 | 14:37
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Pochi alloggi e problemi di convivenza fra famiglie, la situazione dei rifugiati ucraini resta difficile

Il caso della Misericordia di Lido di Camaiore: “Dopo un anno non è stato ancora previsto un percorso di inserimento”

Carenza di alloggi e problemi di convivenza all’ordine del giorno per i rifugiati ucraini. La situazione, a quasi un anno dallo scoppio del conflitto nell’est Europa, inizia ad essere insostenibile, specialmente se si considera anche la ripresa, con grandi numeri, dell’immigrazione proveniente dall’Africa.

Nonostante la disponibilità delle associazioni di volontariato, degli enti preposti al sostegno e all’impegno delle forze dell’ordine, mancano dei percorsi adeguati per far sì che i rifugiati attengano gradualmente l’agognata indipendenza. Una situazione di cui si dovrebbe far carico l’attuale governo.

Particolari difficoltà sono state riscontrate, ad esempio, a Lido di Camaiore, dove una coppia, ha segnalato un problema di convivenza tra loro e l’altra famiglia ospitata.

“Una situazione che purtroppo è comune da molte parti – dichiarano le responsabili dell’accoglienza della misericordia di Lido di Camaiore -, quando ci si trova in una condizione di emergenza ci vuole molta pazienza. In molti casi tentiamo di fare da mediatori tra gli inquilini degli alloggi, mettendo delle regole comuni, ma nonostante questo è una situazione difficile per tutti. Chi arriva qua dall’Ucraina e si trova nei nostri appartamenti, sta svolgendo un percorso Cas con la prefettura, di conseguenza hanno accettato di vivere in convivenza con altre famiglie. Naturalmente – precisano – ricevono assistenza sanitaria, non pagano l’affitto, gli viene fatta la spesa, non pagano i costi energetici di acqua, gas, luce e vengono alloggiati in appartamenti certificati dall’Asl”.

Purtroppo però, gli alloggi per tutti non ci sono ed è una situazione che si vive anche a Lucca e in molte altre province d’Italia. Mancano gli spazi per l’accoglienza e sempre più persone chiedono aiuto, non soltanto di origini ucraine.

“L’emergenza non colpisce soltanto l’Ucraina – proseguono dalla misericordia di Lido di Camaiore – noi gestiamo anche persone che vengono dall’Africa e anche italiani. Tutti loro hanno problemi di convivenza e devono affrontare delle difficoltà. Però se per gli africani esiste un percorso di richiesta di status di rifugiato e di inserimento nel mondo del lavoro, per gli ucraini non c’è. Forse si pensava che sarebbe durata meno la guerra e che presto sarebbero tornati a casa, ad oggi però dal governo non si sa niente. Ad un anno dallo scoppio della guerra, molte famiglie sono effettivamente ritornate a casa, altre però hanno deciso di rimanere qua. Molti pensavano che una volta trovato un lavoro avrebbero potuto rendersi indipendenti, invece trovano affitti troppo alti, richieste di garanzie impossibili per loro e pregiudizi da parte di persone nell’affittargli un alloggio. Presto arriveranno anche altri immigrati dall’Africa – proseguono – attualmente offriamo alloggio a 54 persone tramite la prefettura, al massimo possiamo ospitarne 59”.

Nella segnalazione che ci è arrivata, la signora ospite in uno dei vostri alloggi, dice di essere affetta da un disturbo neurologico, diagnosticato nel 2013, che potrebbe compromettere anche le sue relazioni con altri inquilini.
“Purtroppo in questo caso, la signora non ci ha messo a conoscenza della sua sindrome, di conseguenza non sapevamo – spiegano dalla misericordia – Però difficilmente avremmo previsto una situazione differente perché la signora adesso è alloggiata con una famiglia che conosce da molto tempo, con cui è venuta dall’Ucraina e si trova in un appartamento destinato a 9 persone e adesso si sono soltanto in sei. Nonostante questo, la signora è stata accompagnata nel percorso per l’iscrizione sanitaria, ha a disposizione il medico di base e non abbiamo mai tralasciato niente dal punto di vista sanitario”.