Pronto soccorso, Quiriconi: “Solidarietà ai colleghi costretti a lavorare in condizioni disumane”

2 marzo 2023 | 17:01
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Pronto soccorso, Quiriconi: “Solidarietà ai colleghi costretti a lavorare in condizioni disumane”

Il presidente dell’ordine dei medici di Lucca si rivolge agli amministratori: “C’è bisogno a ogni costo di trovare i mezzi per assumere personale qualificato”

Un appello ad amministratori, personale sanitario dei territorio e pazienti a fare ognuno la propria parte in un momento di estrema criticità. È quello che arriva dall’Ordine dei medici di Lucca, per voce del suo presidente Umberto Quiriconi, che esprime solidarietà ai dottori del pronto soccorso toscano dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi.

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“Desidero esprimere solidarietà e apprezzamento ai colleghi in questo difficile periodo che li vede impegnati in un compito di estremamente difficile, in condizioni che non esito a definire disumane, con un carico di lavoro veramente insostenibile – afferma Quiriconi -. Si ha l’impressione che gli amministratori non avvertano compiutamente la gravità del momento, non sembra infatti adeguatamente preso in considerazione l’aspetto umano ed etico insito nella professione della medicina di urgenza, si è davvero travalicato il limite morale che dovrebbe guidare l’agire dei decisori e tutto ciò è disdicevole e offensivo perché non vengono considerate la disperazione e l’aspetto umano di chi lavora giorno e notte a servizio della comunità”.

“Il momento è veramente critico per cui è assolutamente necessario che tutti si prendano a cuore la situazione: gli amministratori, che devono ad ogni costo trovare i mezzi per poter assumere personale qualificato e rendere così le condizioni di lavoro accettabili –  elenca Quiriconi -; i medici del territorio, perché, pur considerando i disservizi creati dalla lunghezza delle liste di attesa, tentino di intercettare più casi possibili, riservando l’invio in pronto soccorso ai pazienti che presentano situazioni di effettiva necessità; e infine un appello anche ai pazienti che, pur mortificati nella loro giusta aspirazione a un’assistenza almeno decente, evitino di rivolgersi al pronto soccorso per motivi che non rivestano i caratteri di una effettiva urgenza indifferibile”.