Non può andare a teatro perché in carrozzina: “I posti per disabili sono già occupati”

20 marzo 2023 | 12:49
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Non può andare a teatro perché in carrozzina: “I posti per disabili sono già occupati”

La madre di una giovane lucchese che non potrà assistere allo spettacolo al Puccini di Firenze: “Un atto discriminatorio. In Italia manca una reale inclusione”

Non potrà assistere allo spettacolo dei suoi idoli “perché gli unici due posti in platea riservati ai disabili sono già occupati”: e “per motivi di sicurezza”, quelli comuni le sono negati. E’ la risposta ricevuta da una ragazza in carrozzina, che dopo aver calcato lei stessa il palcoscenico come attrice della compagnia Tcometeatro, non lo potrà fare da spettatrice. Francesca, di Lucca, non potrà realizzare il suo sogno: andare a teatro ad assistere agli Oblivion insieme ad amici e familiari.

“Un vero atto discriminatorio”. A raccontare l’accaduto è proprio la mamma di Francesca, la lucchese Elena Piantanida, che questo 25 marzo non accompagnerà sua figlia al Teatro Puccini di Firenze, come fanno tutte le madri e i padri. Ma la sua “è solo una storia fra le tante, tantissime sparse in tutta Italia” dice Elena. Storie “di assenza totale di inclusività” spiega la donna.

Tutto è iniziato dalla notizia che il tour degli Oblivion toccherà anche il capoluogo toscano, per ben due date, a fine marzo. “Quando i ragazzi della compagnia di cui fa parte mia figlia, Tcometeatro, lo hanno scoperto, hanno deciso di andari a vederli. La voglia di vederli dal vivo e magari conoscerli dopo che hanno rappresentato le loro parodie e dopo che loro stessi li hanno ringraziati con un video, era tanta – continua la madre – Perciò hanno deciso per la seconda data in programma, il 25 marzo”.

“I ragazzi acquistano i biglietti ed io telefono per segnalare la presenza di Francesca in sedia a rotelle. Ma la signora della biglietteria mi dice che per il 25 i due posti che il teatro ha riservato alle sedie a rotelle erano occupati da due abbonati, ma che anche il giorno successivo non sarebbe stato possibile accedervi perché i posti erano già occupati”.

Così “la mamma di uno degli altri ragazzi che non si rassegnava a non avere Francesca a teatro quella sera – dice la Elena Piantanida – telefona a sua volta, chiedendo se fosse possibile far sedere Francesca sulla poltroncina della platea aiutata dai genitori e spostando la sua sedia a rotelle in un luogo che non desse intralcio”.

Dalla biglietteria del Teatro Puccini inizialmente arriva una risposta positiva: sarebbe bastato acquistare il biglietto e comunicare formalmente con una mail cosa detto a voce, spiegando come i genitori l’avrebbero fatta sedere. “Poiché i biglietti in platea stavano finendo – spiega la madre di Francesca – per non rischiare di non trovarne più il giorno stesso ne abbiamo acquistati 3, e inviato una mail con la specifica richiesta allegando i numeri dei posti acquistati”.

Tuttavia, dopo l’acquisto, la doccia fredda arrivata per email dalla biglietteria: “Purtroppo per lo spettacolo richiesto gli spazi messi a disposizione dalla commissione di vigilanza per le sedie a rotelle sono terminati e per motivi di sicurezza non possiamo far sedere sua figlia su una poltroncina se non è in grado di uscire autonomamente in caso di allerta. Tra l’altro i posti da lei acquistati sono nella platea rialzata quindi con scale per accedervi”.

“Al di là del fatto che la planimetria di Ticket one dove ho potuto scegliere i posti prima di acquistarli non indicava alcuno scalino, si tratta di un atto discriminatorio: se la sicurezza non è inclusiva, allora forse andrebbe rivista la sicurezza. Non si può parlare di inclusione reale se non si attuano tutti gli strumenti necessari affinché tutte le persone possano accedere a pieno titolo in tutti i luoghi aperti al pubblico” afferma la madre di Francesca.

A partire da questa esperienza, Elena Piantanida raccoglie segnalazioni in tutta Italia di persone con differenti abilità, che si sono viste negare l’accesso a concerti, spettacoli, teatro “per motivi di sicurezza”. “In Italia c’è un evidente problema di accessibilità dei teatri e degli spazi per eventi. Questo è l’ennesimo episodio che tante persone con disabilità si trovano troppo spesso a vivere. Affrontare il problema è una questione di volontà e di priorità”.

“Dobbiamo tenere alta l’attenzione su questo tema, per dare voce alle varie, spiacevoli situazioni che si presentano, affinché lo Stato e gli enti locali considerino la piena fruibilità dei luoghi di cultura per tutti i cittadini un’assoluta priorità, anche rispetto ad altre legittime esigenze di tutela che però a volte limitano ottusamente le possibilità di intervento”.

“Solo in questo modo – conclude Elena Piantanida – si può dare piena attuazione all’articolo 3 della Costituzione”.

Teatro, Tcometeatro, Oblivion, Francesca