Don Ciotti, in San Francesco l’appello a coltivare la speranza
Il fondatore dell’associazione contro le mafie Libera in città per un doppio incontro in San Francesco
Riprendiamoci la speranza. Un appello per tutti, soprattutto per i giovani.
E quello che lancia don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione contro le mafie Libera nell’incontro organizzato dalla Scuola per la Pace nella chiesa di San Francesco in un insolito dialogo con il generale di corpo d’armata dei carabinieri Giuseppe Governale, già a capo dei Ros e della Dia.



Nell’incontro con i ragazzi delle scuole lucchesi l’invito è quello di trasformare le emozioni in qualcosa di più concreto quando accade un evento che ci colpisce o ci indigna.
Erano oltre 500 studenti delle scuole superiori di Lucca cje hanno preso parte, questa mattina all’incontro aperto dai saluti del presidente della Provincia, Luca Menesini, che ha sottolineato nel suo intervento, come i temi della legalità, al centro dell’incontro, siano importanti e come anche il nostro territorio da una parte abbia dato i natali a un eroe come Guazzelli e dall’altra abbia vari beni confiscati alla mafia, a dimostrazione che nessuna zona è incolume da questa piaga, cosa questa che rende importante incontri come quello della mattinata odierna.
Il generale di Corpo d’armata Governale ha invece sottolineato come centrale nella vita di tutti, ma soprattutto dei ragazzi e delle ragazze che studiano, sia la speranza, che si alimenta con il confronto con interlocutori affidabili e credibili. “L’affidabilità è la cosa più preziosa che esista – ha detto – e serve per coltivare la speranza. Oggi, invece, si vive nel mondo del bianco e del nero, dello zero e dell’uno, perdendo, però, così tutte le sfumature di grigio che vi stanno in mezzo”.









Il fondatore di Libera, don Ciotti è entrato nel cuore del problema, esortando i partecipanti all’incontro ad assumersi la responsabilità del presente, così come ha sottolineato l’importanza di cogliere le cose belle e positive che abbiamo intorno e che, spesso, non fanno rumore, ma sono fondamentali e rappresentano il segno tangibile della speranza e del cambiamento. “Uno dei più grandi problemi che abbiamo oggi – ha sottolineato – è che viviamo una ‘cittadinanza a intermittenza’: non si può reagire solo sull’onda dell’emozione che un evento suscita. Oggi, ad esempio, chi si ricorda di Cutro? Quando accadono fatti gravi, scattano emozioni legittime, ma queste, poi, passano se non diventano sentimenti”.
Ha, quindi, spiegato cosa intende per ‘sacralità’ delle istituzioni che non vanno messe in discussione e che va distinta da chi governa le stesse istituzioni, che, invece, può e deve essere messo in discussione.
Per don Ciotti, il consumismo, oggi, ha invertito il rapporto tra ‘esistenza’ e ‘possesso’: “oggi è quello che possediamo che ci determina l’esistenza – ha detto – e anche le organizzazioni criminali si nutrono di questa situazione”.
Rispondendo alle domande degli studenti, il generale Governale ha detto che dai giovani si aspetta “partecipazione. Quella partecipazione che è mancata a me quando avevo la vostra età e non mi rendevo conto di dove andasse il mio paese. Approfittate della scuola – ha esortato – perché è una palestra di vita per approfondire le varie tematiche al di là dei testi e, quindi, crescere come cittadini”.
Don Ciotti ha chiuso il suo intervento augurando alla platea “tanta solitudine, per scoprire il proprio mondo interiore e i propri stati d’animo” e ha spiegato come la solitudine sia cosa ben diversa dall’isolamento: “L’isolamento è fuga dalla vita, mentre la solitudine è un momento di crescita e conoscenza: abbiatene cura”.
Ciotti sarà protagonista anche di un altro incontro nel pomeriggio incentrato sull’articolo 11 della Costituzione e sul ripudio della guerra. L’appuntamento è organizzato dal presidio lucchese di Libera intitolato a Giuliano Guazzelli, sempre nella chiesa di San Francesco, alle 17,30.