Il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta al fianco dei senzatetto: Giuseppina racconta la sua esperienza da volontaria

Le unità di strada dell’associazione garantiscono assistenza medica, pasti caldi, coperte e kit per l’igiene personale
Con l’arrivo dell’inverno, l’attenzione verso le persone più vulnerabili, in particolare i senza fissa dimora, diventa più pressante e urgente. Secondo i dati dell’Istat, che per la prima volta ha illuminato questa realtà, emerge un quadro allarmante: sono 96197 gli individui registrati come persone senza fissa dimora, con la stragrande maggioranza di uomini e il 38% rappresentato da cittadini stranieri, principalmente dall’Africa. Questi numeri, come evidenziato dalla Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, sebbene offrano solo un’istantanea parziale della situazione, mettono in evidenza l’ampiezza e la complessità di un’emergenza sociale spesso silenziosa. Questa condizione si concentra in 2.198 comuni italiani, ma è preoccupante notare che il 50 per cento di questa popolazione vulnerabile trova rifugio solo in sei città principali: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova e Foggia.
Con l’aumentare delle temperature rigide e delle avversità climatiche, diventa essenziale attivare interventi mirati e immediati. L’assistenza, l’accoglienza e la protezione di queste persone diventano prioritarie, soprattutto considerando le sfide aggiuntive che l’inverno impone a chi vive senza un tetto sulla testa o in rifugi precari. In questo contesto, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta – Cisom, con le sue unità di strada composte da medici, infermieri e volontari, offre un supporto concreto e immediato, garantendo che nessuno resti invisibile.

“La stagione invernale porta con sé non solo freddo e avversità climatiche, ma anche un’urgente necessità di solidarietà verso coloro che si trovano in condizioni di maggiore vulnerabilità. In questo periodo critico, il Cisom si impegna con ancora maggiore determinazione a fornire sostegno e assistenza alle persone senza fissa dimora. Con il coinvolgimento dei nostri volontari dedicati e delle nostre unità di strada, vogliamo non solo offrire aiuto immediato, ma anche far sentire a queste persone la nostra vicinanza e la nostra comprensione delle loro sfide quotidiane”, dichiara Benedetto Barberini, presidente del Cisom.
Le unità di strada del Cisom non si limitano a fornire assistenza medica, pasti caldi, coperte e kit per l’igiene personale. La loro presenza, 365 giorni l’anno nelle zone più frequentate dai senza dimora, va oltre il semplice monitoraggio della salute e il primo soccorso. Sono un punto di ascolto attento alle storie e ai bisogni di coloro che spesso si sentono dimenticati dalla società. È il sostegno emotivo e la solidarietà resa tangibile.
Le squadre dei volontari del Cisom si estendono da Nord a Sud, coprendo diverse città come Torino, Milano, Monza, Seregno, Brescia, Chieti, Pescara, Siracusa, Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Firenze, Livorno, Lucca, Lunigiana, Pisa e Pistoia. Questi volontari devoti dedicano il loro tempo, la loro dedizione e le loro energie per alleviare le sofferenze e migliorare la vita delle persone più bisognose.
Per garantire la continuità delle sue attività e mantenere l’elevata qualità degli interventi, il Cisom rinnova l’appello a nuovi volontari, invitandoli a unirsi a una squadra dedicata che si impegna su emergenze nazionali e progetti sociali. Per ottenere maggiori informazioni e per candidarsi, è possibile visitare il sito web ufficiale del Cisom a questo indirizzo.
La dedizione di Giuseppina, volontaria a Lucca
La storia di Giuseppina, volontaria impegnata con il Cisom, riflette il cuore e l’impegno di chi dedica la propria vita a riaccendere una speranza nei più vulnerabili. Il Cisom è diventato la sua famiglia, offrendole un punto fermo e un senso di appartenenza. Una delle storie che l’ha segnata è quella di Prasanna, giunto in Italia con il sogno di un lavoro, e che invece ha affrontato una serie di sfortune. Con la salute compromessa dalla cirrosi e dal diabete, la sua situazione era disperata. Il peggio arrivò quando venne derubato di ogni cosa. Giuseppina e il team Cisom hanno lottato per Prasanna, insistendo con le autorità sanitarie per ottenere l’assistenza medica urgente di cui aveva bisogno. Nonostante le sfide e le difficoltà, grazie al supporto della dottoressa Lucia Altamura, Prasanna è stato ricoverato e ha ricevuto cure vitali. Durante il suo ricovero, i volontari erano al suo fianco quotidianamente, offrendogli conforto e aiuto pratico. Dopo il ricovero, Prasanna è stato ospitato in un dormitorio, anche se non completamente adatto alle sue esigenze. Giuseppina ha continuato a supportarlo, fornendogli un telefono per riunirlo con la sua famiglia rimasta nello Sri Lanka. Tuttavia, le sfide non sono finite. Prasanna ha affrontato problemi di salute ancora più gravi, scoprendo di avere un tumore al fegato. Il supporto continuo del Serd di Lucca e l’impegno costante di Giuseppina e del Cisom hanno contribuito al suo miglioramento. Il processo di reintegrazione sociale per Prasanna è in corso, e la sua salute precaria rende incerto il futuro. Tuttavia, Giuseppina si sta adoperando per cercare di ristabilire un legame con sua figlia più giovane, sperando che questo possa essere un passo importante verso la riunione familiare. Giuseppina e il suo esempio di dedizione mostrano che il recupero e il reinserimento sociale di individui come Prasanna richiedono non solo tempo ma anche impegno costante e supporto da parte della società. Bisogna combattere pregiudizi e lavorare per far comprendere che queste persone, anche se vulnerabili, possono essere reinserite e contribuire alla comunità.
La mia storia di volontariato con il Cisom è iniziata in maniera piuttosto casuale. Ho iniziato a partecipare ai pellegrinaggi con l’Ordine di Malta, e la scintilla è scattata durante i viaggi a Lourdes. Da lì, quando mi sono ritrovata con più tempo libero da dedicare agli altri, ho sentito il bisogno di dare una mano. Trovare il Cisom è stato come trovare una famiglia, un punto di appartenenza, il che è sempre stato fondamentale per me, avendo cambiato città diverse volte.
Sono volontaria dal 2016, ma in realtà la mia esperienza in questo tipo di volontariato risale all’89. Il mio impegno non si limita solo all’Unità di Strada. Sono coinvolta in vari servizi, a seconda delle necessità e della mia disponibilità. Ho anche seguito diversi corsi di formazione al fine di essere pronta a gestire situazioni emergenziali in contesti diversificati. Qui a Lucca, dove attualmente sono impegnata, è stato un crescendo di attività.
Una delle storie più toccanti è stata quella di Prasanna, anche se da molti viene chiamato Manjula o Fernando. Durante il mese di aprile, nel periodo pasquale, io e i miei colleghi del Cisom abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo durante le nostre uscite con le unità di strada. Era arrivato in Italia con l’intento di trovare lavoro, ma il destino gli ha riservato anche un incontro speciale: ha conosciuto una donna, anch’essa dello Sri Lanka, che in seguito è diventata sua moglie. A causa dell’alcolismo, sua moglie lo ha cacciato via di casa e così si è ritrovato a vivere per strada. Le sue condizioni di vita erano estremamente difficili: aveva perso tutto, dagli effetti personali ai documenti. Mi ricordo dell’incontro in cui ci mostrò i documenti che possedeva, insieme a un referto medico che evidenziava la sua malattia diabetica e la cirrosi. La sua situazione è ulteriormente peggiorata quando gli hanno rubato tutto ciò che possedeva.
Per alcune settimane lo abbiamo perso di vista, poi lo abbiamo rivisto e la sua situazione era peggiorata. Era maleodorante e incapace di reggersi in piedi. La sua glicemia doveva essere alle stelle, considerando il referto medico che avevo visto. Ciò mi ha spinta ad agire, chiedendo aiuto alle squadre di pronto soccorso.
Purtroppo, le visite al pronto soccorso non hanno portato aiuti significativi. Veniva dimesso nonostante la glicemia altissima, cosa che per una persona sarebbe stata letale. Abbiamo dovuto insistere, coinvolgendo assistenti sociali e medici, fino a quando finalmente è stato ricoverato. Durante questo periodo noi volontari Cisom eravamo presenti per lui ogni giorno, portandogli piccole attenzioni come la biancheria pulita. Gli raccomandavo costantemente l’igiene personale: spazzolino, lavarsi i denti, la doccia quotidiana. Era fondamentale aiutarlo a ritrovare la propria routine, essenziale per interagire con gli altri e svolgere attività quotidiane. Ad affiancarci in questa fase la dottoressa Lucia Altamura, coordinatrice assistenti sociali del Comune di Lucca, una donna eccezionale. Ci ha fornito un forte supporto in questa situazione e ci ha messo in contatto con il dottore del pronto soccorso. È stata lei a muoversi per trovare un posto dove poterlo sistemare una volta dimesso.
Dopo la dimissione, è stato collocato nel dormitorio di via Brunero Paoli qui a Lucca. Questo dormitorio generalmente è destinato a ragazzi che hanno anche un lavoro e quindi una certa autonomia, sebbene non sia del tutto appropriato per lui. Nonostante ciò, è stato inserito in questo contesto in cui attualmente risiede.
Appena dimesso, la prima cosa che abbiamo fatto è stata portarlo in un centro di telefonia, gli avevo regalato un vecchio cellulare dove abbiamo inserito una scheda telefonica, in modo che potessi comunicare con lui quando necessario. La prima cosa che ha fatto è stato contattare la sorella che era rimasta nello Sri Lanka, sembrava che non si sentissero da un paio di anni. La sorella era estremamente preoccupata perché non aveva più avuto sue notizie. Gli ho regalato una bicicletta, ha iniziato a sentirsi meglio. L’attività fisica lo ha aiutato molto. Successivamente, l’ho accompagnato a varie visite mediche e durante il suo ricovero è emerso un problema piuttosto serio: ha un tumore al fegato. Anche il supporto del Serd qui a Lucca e il suo impegno sono stati importanti per il suo miglioramento. Tuttavia, cercare un lavoro per lui è stato difficile a causa di false voci che girano sulla sua salute. Ad esempio, alcuni hanno detto che ha l’epatite, quando in realtà ha un tumore al fegato, ma queste false informazioni hanno compromesso le opportunità di lavoro.
La sua riabilitazione e reinserimento nella società sono ancora in corso. Tuttavia, data la gravità della sua situazione, è difficile prevedere che possa ricevere un trapianto. Attualmente ha 55 anni.
Il reinserimento di queste persone richiede tempo e impegno. Sono soggetti che possono essere recuperati, ma necessitano di supporto e di un percorso di riabilitazione. Bisogna lavorare per far comprendere alla società che queste persone possono essere reintegrate.
Ho suggerito a Prasanna di organizzare un incontro con la sua figlia più giovane prima delle festività natalizie, auspicando che possa rappresentare un’occasione per ristabilire un legame familiare. È cruciale che la figlia sia informata sulla malattia del padre, poiché è fondamentale conoscere la situazione dei propri genitori.
Il lavoro dei volontari Cisom con la fotografia
Nel cuore dell’Emilia-Romagna, dove la solidarietà e il sostegno alle persone in difficoltà sono valori fondamentali della comunità, si è sviluppata un’esperienza unica e toccante. Il fotografo professionista Andrea Partiti ha raccontato il lavoro svolto dai volontari del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta – Cisom dell’Emilia-Romagna, in particolare del Gruppo Piacenza, scoprendo il lavoro straordinario svolto da questi angeli custodi.
I volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta si impegnano in un servizio di aiuto e soccorso alla comunità, offrendo il proprio tempo e le proprie competenze per supportare le persone più vulnerabili, tra cui i senza fissa dimora. Il loro compito è molto più di un semplice intervento di emergenza: si tratta di portare conforto, dignità e speranza a chi vive situazioni di disagio e difficoltà estrema. Il fotografo ha deciso di raccontare la loro preziosa missione attraverso il linguaggio universale delle immagini.
Ha iniziato a seguirli durante le uscite delle unità di strada che, di notte, in estate come in inverno, non fanno mancare il loro aiuto ai senza fissa dimora. Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, Andrea ha catturato i momenti di empatia, calore umano e dedizione che questi volontari riversano ogni giorno nelle loro azioni. Ogni fotografia racconta una storia, esprime un’emozione, trasmette un messaggio. Gli scatti hanno colto l’anima di questi volontari mentre si prendono cura delle persone senza dimora: dalla distribuzione di pasti e vestiario, alla semplice compagnia, all’ascolto delle loro storie di vita. Spinto dalla volontà di voler dare anche lui un aiuto, Andrea ha avuto un’idea: trasformare le sue fotografie in una mostra dal nome “Gli ultimi saranno i primi. Portare speranza nelle strade di Piacenza”. Grazie all’impegno e disponibilità dei volontari, all’immediato interesse e aiuto di Andrea Milano e Gabriele Galato, rispettivamente Capo e Vice capogruppo del Cisom Piacenza la mostra è diventata una realtà, con un notevole successo di pubblico, il quale è rimasto colpito dai suoi scatti che raccontavano la bontà dei cuori dei volontari e il coraggio dei senza fissa dimora. Ma il fotografo non si è fermato qui, ha voluto che queste immagini avessero un impatto ancora più significativo, così ha deciso di metterle all’asta. L’obiettivo era raccogliere fondi per una causa ancora più grande: fornire al Gruppo Piacenza del CISOM un defibrillatore per le attività di soccorso un dispositivo fondamentale per garantire soccorso immediato in situazioni di emergenza.
“Collaborare con Andrea Partiti durante le uscite con il Cisom è stata un’esperienza che mi ha profondamente toccato. Ho potuto osservare da vicino la sua dedizione nel raccontare le storie di chi vive per strada e nel mostrare il lavoro dei volontari. Le sue fotografie sono riuscite a catturare l’anima di queste persone e a trasmettere empatia e consapevolezza. Sono contento di aver avuto l’opportunità di far parte di questo progetto e spero che le sue immagini possano continuare a ispirare gli altri a unirsi al Cisom impegnandosi a portare solidarietà e speranza nelle strade”, dichiara Andrea Milano, capo gruppo di Piacenza.
Il Cisom
Cisom – Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta – è una fondazione senza scopo di lucro, con finalità di protezione civile, sociale, sanitario assistenziale, umanitario e di cooperazione, strumentale al Sovrano Ordine di Malta. Fedeli al motto Seduli in accurrendo, alacres in succurrendo e ai valori del millenario Ordine di Malta, da oltre 50 anni medici, infermieri, psicologi, logisti e gli oltre 4mila Volontari del Cismon presenti in ogni regione italiana portano soccorso, aiuti e conforto in occasione di calamità naturali nazionali e internazionali, durante importanti eventi con forte impatto sulla sicurezza pubblica, nelle strade e tra le persone più sole e bisognose; il Cisom è impegnato anche nelle attività di assistenza sanitaria ai migranti in difficoltà nel Canale di Sicilia e a Lampedusa.