Marco, il ragazzo dal grande sorriso con cui ringrazia tutti i negozianti del centro

28 anni, capelli ricci e occhiali argentati, è il figlio dell’ex maestro elementare di San Vito, Peolo Petri. Con l’educatrice Jessica è diventata una star della città
Chi non conosce Marco, ragazzino ventottene dai grandi riccioli, con gli occhiali argentati che saluta ogni giorno tutti i negozianti della nostra amata Lucca, non è frequentatore del centro storico.
Lo accompagna sempre una ragazzona splendida, dallo sguardo gentile e amoroso, Jessica, che gli fa da accompagnatrice ed educatrice di base quasi ogni giorno di settimana ed è in poche parole realmente il suo angelo custode. Lui ti saluta, e, se ti dimostri interessato ti abbraccia e ti invita a sorridergli, e inizia così il suo giro della città. Il più delle volte, in questo progetto itinerante e inclusivo sulle mura di Lucca, perché a volte da Porta Elisa è accompagnato anche da Giulia, Elena, e Rosita, tre operatrici, meravigliosamente abili dell’associazione La Mano Amica di Lucca.

Per chi non l’avesse ancora capito Marco è un ragazzo dal grande sorriso ed è figlio di Paolo Petri, ex maestro elementare di San Vito che ha insegnato 38 anni, maestro mai dimenticato da una moltitudine di suoi allievi, di tante generazioni di ragazzi che lui ha avuto e autore di tanti progetti sociali idonei alla frequentazione e all’inclusione tra giovani a diverse abilità e giovani normodotati, sia nel Comune di Lucca sia nella città di Capannori che il maestro Paolo ha realizzato concretamente.
Marco ha frequentato l’asilo a San Vito, la scuola elementare di Lunata e le medie inferiori all’istituto Carlo Piaggia per poi proseguire il suo percorso scolastico a Lucca nel centro storico ed esattamente all’istituto Matteo Civitali, preside Menchetti e sostegno didattico pedagogico e sociale professoressa Marcella Matelli, oggi garante della disabilità a Lucca e incontrando poi a Capannori città, anche la preside Tina Centoni, oggi garante della disabilità del Comune.
Marco poi ha incontrato attraverso il papà diverse istituzioni: da Luca Menesini, sindaco di Capannori all’ex presidente della Provincia Stefano Baccelli, oggi assessore in Regione. Infine il suo papà ha collaborato per due mandati con il sindaco Alessandro Tambellini e con l’ex sindaco Martinelli a Capannori.
Ecco l’elenco dei negozianti suoi amici che incontra quasi ogni giorno nel centro storico, che da tanti anni lo accolgono all’ingresso di questa nostra meravigliosa città ed anche nei loro negozi, con o senza barriere.
Alessandro Innocenti le pelletterie di via Roma, grande sportivo amico del papà sin dal 1982 quando insieme al fratello Paolo furono testimoni storici di quei famosissimi campionati del mondo di calcio del compianto Paolo Rossi e della nazionale italiana di Bearzot.
Michela ed Ely commesse del negozio di abbigliamento in piazza Bernardini Mode Mignon, Piero Pacini che ha un famoso negozio di gelati, Simonetta la commessa del negozio La Viaggeria sempre pronta ad offrire un delizioso Kinder, Maria Pia del negozio Vanità con le gustosissime caramelle morbide alla frutta, Elisabetta, Diana e Francesca del cioccolato Cavalsani, gentili e affettuose, che si affrettano ad uscire dal negozio per abbracciare Marco e offrirgli un cioccolatino, sino alle ragazze fantastiche del negozio United Colors of Benetton in particolare Irene, grandissima amica, affettuosissima, dai modi gentili, e così tanti altri negozianti di via Fillungo e città, in generale quasi tutti.
Il papà di Marco ha avuto una carriera luminosa ricca di soddisfazioni didattico pedagogiche e umane sul piano di tutte le relazioni professionali tanto da essere stato onorato dalla sua dirigente di allora Donatella Buonriposi, da quest’anno in pensione. Ha scritto anche a Mara Venier, zia e grande nonna d’Italia, non ricevendo alcuna risposta.
Paolo è andato in pensione nel 2016, ha avuto molti ragazzi diversamente abili e si è sempre battuto per la parità di diritti tra diversabili e normodotati, al punto che non ha mai voluto che un suo alunno diversabile (e ne ha avuti molti) lavorasse fuori dalla classe di sua competenza, magari relegato a parte con l’insegnante di sostegno ad intristirsi.
Marco è un ragazzino che necessita proprio di avere contatti con persone che sono in ordinarietà perché rischia, trovando ragazzi più gravi di lui, di non riuscire a mantenere quelle capacità interiori di spirit che lo hanno sempre caratterizzato anche nei momenti più difficili a cominciare dalla sua nascita (perché ha fatto tanti interventi) e poi anche soprattutto nel 2018, quando fu in rianimazione intensiva nell’ospedale San Luca, da cui è uscito in una situazione difficilissima con grande volontà coraggio e determinazione, aiutato anche da qualcuno di lassù.
Marco è nato nel 1995 a Lucca con spina bifida e ha frequentato tutti gli ordini di scuola dall’asilo nido al superiore dove si è diplomato al Matteo Civitali.
Nello spazio di 40 anni dal 1978 in poi, il papà di Marco si è battuto sempre nella sua scuola e con le istituzioni, per favorire i progetti di integrazione e di inclusione. Il più necessario a Marco è stato Indipendenza Autonomia In Out, fatto con la Regione Toscana nel 2021, fornendo un’educatrice di base per un numero abbastanza copioso di ore, in modo che Marco non si annoi e che possa inserirsi in ogni componente della società, da un negozio a un magazzino grande e a qualsiasi altra occasione e di poter comunicare con persone che sono affezionatissime a lui e che spesso lo accolgono anche nei grandi magazzini del centro storico e della periferia.
La cosa più bella che potrebbe accadere a Marco è riuscire a far capire qual è la quotidianità della sua giornata, per riuscire a superare le difficoltà che sono tipiche anche di altri ragazzi in disabilità di dover spesso essere segregati in casa, senza possibilità di comunicazione e di relazione con la gente della propria città. Questo credo che sia la cosa migliore che ha fatto insieme alla persona che lo sta assistendo in ogni maniera, con tanto affetto, così da fargli superare difficoltà di ordine psicologico che potevano diminuire le sue capacità di inserimento sociale, e di crescita personale.
La felicità sta nell’incontro con gli altri e una carezza riscalda l’anima.