Alla chiesa di Carignano il libro sui 30 anni dell’associazione umanitaria Yra
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All’evento di domenica (19 gennaio) a partire dalle 17 parteciperà il presidente dell’associazione Egidio Lazzarini
Un libro che ripercorre l’operato dell’associazione umanitaria Yra, a oltre 30 anni dall’inizio della sua attività a sostegno delle popolazioni della Bielorussia, colpite dall’incidente della centrale nucleare di Chernobyl del 1986.
La pubblicazione, realizzata per questa importante ricorrenza, verrà presentata ufficialmente in un incontro, in programma domenica (19 gennaio) a partire dalle 17 nella chiesa di Carignano, al quale la cittadinanza è invitata a partecipare.
All’evento parteciperà il presidente dell’associazione Egidio Lazzarini, insieme a tutti coloro che hanno reso possibili i progetti portati avanti a partire dal 1994, che vanno dall’accoglienza dei bambini in Italia, alla consegna di aiuti umanitari, dal sostegno concreto all’Istituto di Zhuravichi e al centro di riabilitazione di Rogachev, agli impegni verso il settore dello sport, all’attivazione di saldi contatti istituzionali tra enti della Bielorussia e dell’Italia.
Sarà presente anche una delegazione bielorussa della città di Gomel, con a capo il presidente dell’Help for Chernobyl Children della stessa città, Ghennady Koretsky, che in questi anni ha collaborato fattivamente con l’Yra per la realizzazione dei progetti.
Inoltre saranno presenti domenica a Carignano anche tutti i rappresentanti degli enti e i volontari che hanno collaborato attivamente con l’associazione Yra, nata appunto oltre 30 anni fa dall’esperienza di una famiglia che aveva ospitato una bambina proveniente dalla Bielorussia e che aveva capito la gravità delle conseguenze del disastro di Chernobyl.
Nello stesso anno trenta famiglie iniziarono così un cammino di solidarietà, con l’elaborazione di un progetto di accoglienza che poi sfociò nella costituzione di questa associazione, il cui nome deriva dal diminutivo della bambina che fu ospitata per prima e che si chiamava Yrina.
Da allora oltre 2mila sono stati i bambini che hanno vissuto in mezzo alla comunità lucchese, portando non solo i loro problemi, ma anche la storia, la cultura e le abitudini del loro paese.
Dopo i primi progetti di “risanamento” (i piccoli provenienti da Chernobyl avevano serie problematiche di salute), in questi ultimi anni l’attività dell’associazione e degli altri soggetti coinvolti è cambiata.
Adesso si punta infatti a portare sostegno e professionalità con progetti comuni di cooperazione allo sviluppo ed al recupero del tessuto sociale, in quei territori della Bielorussia dove le conseguenze del disastro di Chernobyl, insieme ad altre problematiche, hanno inciso profondamente nella società di quel paese.
Per questo è importante fare un bilancio delle iniziative svolte in tutti questi anni, che sono fedelmente raccontate in questo libro, attraverso oltre 200 foto molto suggestive, accompagnate da testi assai significativi.
Di grande rilevanza, all’interno del volume, le testimonianze di figure istituzionali che sono state vicine all’associazione in tutti questi anni, di alcuni volontari che hanno curato l’accoglienza dei bambini, delle famiglie che hanno vissuto l’esperienza dell’ospitalità e degli stessi bimbi bielorussi, ora adulti, che esprimono la loro gratitudine per quanto ricevuto in terra lucchese.
L’opera si conclude con circa 45 foto e testi introspettivi realizzati dal volontario dell’associazione umanitaria Yra Enzo Cei, come documentazione dei suoi viaggi in Bielorussia.