Materie tecnico-scientifiche e differenze di genere: a Lucca il 47 per cento delle ragazze non raggiunge il 6
Sono 4,9 i punti di percentuale che le distanziano dai compagni maschi. Questi dati influenzano scelte accademiche e future possibilità di indipendenza economica
La scelta di affrontare percorsi di studi nelle materie cosiddette stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è direttamente collegata al successo scolastico in materie come la matematica e le scienze. Esiste un divario di genere nelle competenze numeriche che ha un impatto diretto sulla futura rappresentanza femminile nei settori scientifici e tecnologici.
Secondo i dati Invalsi 2023 elaborati da Openpolis, la provincia di Lucca presenta un tasso del 42,1 per cento di studenti maschi e del 47 per cento di studentesse che non raggiungono un livello sufficiente di competenza numerica. Questo si traduce in un divario di genere di 4,9 punti percentuali a sfavore delle ragazze.
A livello regionale, la situazione varia tra le province. Lucca si colloca tra le aree con un divario di genere inferiore. Grosseto registra il valore più alto con 7,9 punti di differenza, Livorno e Pistoia presentano entrambe 6,4 punti di divario. Il dato lucchese è identico a quello di Pisa, che ha lo stesso scarto di 4,9 punti, ed è superiore a quello di Firenze, con un divario di 5,1 punti, e a quello di Prato, dove il divario è di 5,7 punti. Siena registra un divario di 6,3 punti. La differenza si assottiglia ad Arezzo, con 3,4 punti percentuali a vantaggio dei ragazzi. L’eccezione è rappresentata da Massa-Carrara, unica provincia in cui il divario risulta leggermente favorevole alle ragazze, con -0,4 punti percentuali.
Questi dati confermano una tendenza nazionale, già evidenziata dagli studi Ocse-Pisa e Istat: le ragazze tendono ad avere meno fiducia nelle proprie capacità matematiche, anche quando il loro rendimento è comparabile a quello dei coetanei maschi.
Le differenze di genere nelle competenze numeriche si riflettono direttamente sulle scelte accademiche. Nel 2023, in Italia, meno del 17 per cento delle persone laureate in informatica e tecnologie Ict erano donne, e il divario rimane marcato anche in ingegneria con il 27,5 per cento di laureate. Questo squilibrio è alimentato dagli stereotipi di genere e dalle aspettative sociali, che portano le ragazze a sottovalutare le proprie capacità scientifiche e tecnologiche.
Sebbene i dati Eurostat mostrino che le ragazze tra i 16 e i 19 anni abbiano competenze digitali, almeno di base, più elevate rispetto ai ragazzi, l’accesso alle carriere stem rimane limitato per le donne. Questo non solo le penalizza in termini di opportunità lavorative, ma contribuisce anche al divario salariale di genere, limitando l’indipendenza economica femminile: le posizioni lavorative legate alle materie stem, infatti, sono più solide e ben retribuite.
Promuovere modelli di ruolo femminili nelle materie stem è un’azione che si rende necessaria se l’obiettivo è incentivare l’interesse delle ragazze. Contrastare gli stereotipi di genere fin dall’infanzia aiuta a incoraggiare la fiducia nelle competenze numeriche, ma anche investire in programmi educativi specifici consentirebbe di ridurre il gap di genere nelle discipline scientifiche. Monitorare costantemente i dati, infine, permette di comprendere le dinamiche territoriali e adattare le strategie di intervento.