57mila famiglie toscane sotto la soglia della povertà: la situazione peggiora se si hanno figli
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I dati potrebbero peggiorare in futuro per effetto della sostituzione del reddito di cittadinanza con il più restrittivo assegno di inclusione
Il 3,5 per cento delle famiglie toscane vive sotto la soglia della povertà assoluta. L’ottavo rapporto regionale Povertà e inclusione sociale in Toscana quantifica questa percentuale in 57mila famiglie.
Il rapporto, pur registrando un lieve miglioramento nei dati complessivi del 2023 (-0.4 di nuclei in povertà assoluta) conferma la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano tantissime famiglie toscane: il 13,2 per cento, secondo i dati, è a rischio di povertà o esclusione sociale. E sono molto diffuse le situazioni di disagio: il 15 per cento delle famiglie ha difficoltà a riscaldare l’abitazione o a mangiare carne o pesce, il 12 per cento non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 800 euro. Le difficoltà sono amplificate per le famiglie con figli minorenni: il tasso di povertà assoluta è del 5,5 per cento (a fronte di un’incidenza di povertà assoluta generale del 3,5 per cento).
Questi e altri dati sono stati presentati e discussi oggi (12 febbraio) nel corso del tradizionale incontro di presentazione del rapporto organizzato all’Istituto degli Innocenti, al quale ha partecipato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.
“Il rapporto – ha sottolineato Serena Spinelli – evidenzia alcuni elementi di criticità significativi: vediamo, per esempio, che le famiglie più in difficoltà sono quelle con minori, ed è un dato preoccupante perché i bambini dovrebbero rappresentare uno sguardo verso il futuro e non essere un indice di impoverimento. Notiamo inoltre che il lavoro, anche quando c’è, non garantisce l’uscita dall’area della vulnerabilità, perché è spesso povero, precario. Allo stesso modo il rapporto ci mostra che gli strumenti universalistici e ben strutturati adottati sin qui hanno un effetto nel fronteggiare la povertà molto più forte delle misure parziali, come i bonus, o di quelle che restringono troppo la platea dei beneficiari: mi chiedo quali saranno i dati del prossimo rapporto, quando vedremo gli effetti del passaggio da una misura universalistica, come il reddito di cittadinanza, a una categoriale come l’assegno di inclusione”.
“Come Regione Toscana – ha aggiunto l’assessora – noi siamo convinti che la nostra scelta di affrontare questo tema con un approccio multidisciplinare, integrata, con un forte collegamento con i territori, sia giusta: esistono infatti tante forme di povertà e ognuna incide in maniera di versa, è quindi necessario mirare le azioni verso le esigenze peculiari di ogni famiglia”.
Il rapporto è frutto di un lavoro collettivo del gruppo ‘Povertà e inclusione sociale’ dell’Osservatorio sociale regionale della Regione Toscana, in collaborazione con Anci Toscana, Irpet, Centro regionale di documentazione infanzia e adolescenza, Caritas Toscana e Università di Siena.
Secondo i dati presentati oggi, nel 2023 la percentuale di persone in condizione di povertà assoluta, calcolata sulla base dei redditi, continua a diminuire: era del 5,3 per cento nel 2019, è arrivata al 3,9 nel 2022, è scesa al 3,5 nel 2023. Un dato percentuale cui corrispondono oltre 57mila famiglie. Il miglioramento è dovuto al ritorno del Pil ai livelli prepandemici, al miglioramento del mercato del lavoro, e alla conferma, per il 2023, di alcune forme di aiuto economico come il reddito di cittadinanza. E proprio il passaggio da questa misura, non più in vigore dal primo gennaio 2024, all’assegno di inclusione, potrebbe avere conseguenze su questo trend: secondo dati aggiornati, e riferiti ai primi dieci mesi del 2024, le famiglie beneficiarie di assegno di inclusione sono 14.806 (con una diminuzione del 51,4 per cento rispetto a quanti ricevevano il reddito di cittadinanza), gli individui sono 26.680 (-48,3 per cento).
Delle 350mila famiglie con minori in Toscana, 19mila sono in condizione di povertà assoluta: è quanto emerge da un focus del rapporto che evidenzia come l’incidenza della povertà sia per queste famiglie superiore di 2 punti a quella delle famiglie senza minorenni: a fronte infatti di un’incidenza di povertà assoluta generale pari al 3,5 per cento nel 2023, si trovano in questa condizione il 5,5 per cento delle famiglie con minorenni. Il rapporto evidenzia l’importanza, per queste famiglie delle misure di sostegno (dal bonus nido ai nidi gratis, dall’assegno unico e universale al reddito di cittadinanza): se non ci fossero, la povertà delle famiglie con minorenni sarebbe molto più elevata, pari al 9,9 per cento.
Altro indicatore di povertà: la quota di famiglie con Isee sotto 6000 euro risulta pari al 6,4 per cento a livello regionale. In questo caso è possibile avere anche una differenziazione per zone: così questa percentuale risulta più elevata negli ambiti socio-sanitari del nord-ovest della regione, come in quello delle Apuane, della Piana di Lucca e della Val di Nievole, e in alcuni di quelli in cui è presente un capoluogo di provincia come nella zona di Firenze, nella Pisana e nella Livornese. Meno numerosi sono i nuclei con Isee basso nelle zone di cintura come la Fiorentina sud-est e nord-ovest e in alcune di quelle più turistiche come l’Amiata senese, la Val d’Orcia-Valdichiana senese e l’Elba.
Il rapporto apre anche una finestra sul 2024: è questo il significato dello studio Irpet inserito per attualizzare i dati. L’indagine si è infatti svolta tra maggio e giugno 2024 su un campione di 1650 residenti toscani. Anche in questo caso si confermano i lievi miglioramenti nella percezione della propria situazione economica segnalati: la percentuale di toscani che considerano nel 2024 la propria famiglia povera o molto povera è l’11 per cento, mentre era del 16 per cento nel 2023. In diminuzione, dal 20 per cento al 18 per cento, anche la quota di quanti affermano che la propria famiglia arriva con difficoltà o grande difficoltà alla fine del mese. A livello territoriale, la Toscana del sud si distingue per una percentuale più elevata di famiglie che si percepiscono povere o molto povere (19 per cento) e che dichiarano di avere difficoltà ad arrivare a fine mese (28 per cento).
Nonostante i miglioramenti nella percezione della propria condizione economica, una quota non trascurabile di famiglie toscane ha, tuttavia, difficoltà nel fronteggiare le spese quotidiane. Il 15 per cento dichiara di non poter riscaldare adeguatamente la propria abitazione e di non potersi permettere il consumo di carne o pesce almeno una volta ogni due giorni.
Una quota simile di famiglie ha difficoltà a pagare prodotti per i bambini, come abbigliamento, giocattoli, alimenti per l’infanzia (15 per cento) o materiale scolastico (13 per cento), mentre ancora maggiore è la percentuale di famiglie che ha difficoltà a coprire le spese relative alla salute (31 per cento) e quelle per il trasporto, come treni, autobus, carburante (18 per cento).
Il 20 per cento non può permettersi di andare al cinema o a teatro e il 28 per cento di fare una vacanza. Oltre la metà delle famiglie (il 52 per cento), infine, non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 5mila euro e poco più di un quarto (il 28 per cento) nemmeno di 2mila euro. Il 12 per cento dichiara che non potrebbe gestire un esborso non previsto di 800 euro e il 6 per cento di essere in arretrato con il rimborso dei prestiti.
Il rapporto evidenzia il valore e le dimensioni di alcune attività di aiuto in beni primari per le persone con forti difficoltà economiche. Nel 2024 agli empori della solidarietà sono state distribuite 824 tonnellate di generi alimentari per un valore intorno ai 2,1 milioni di euro, rispondendo ai bisogni di 6mila famiglie con quasi 52mila ore di volontariato. Per quel che riguarda il banco alimentare nel 2023 si superano le 8mila tonnellate di prodotti alimentari distribuiti alle strutture convenzionate.
Uno dei principali progetti nati in questo periodo è quello della costruzione della comunità di pratica (CdP) per l’inclusione sociale in Toscana. La CdP nasce nel 2020 – in un momento complicato dall’emergenza pandemica – nel quadro dell’Accordo di collaborazione tra Regione Toscana e Anci Toscana finalizzato allo svolgimento e al coordinamento delle azioni previste in materia sociale e sociosanitaria, in collaborazione con Irs (Istituto per la ricerca sociale di Milano). Gli obiettivi sono quelli di evidenziare i bisogni (delle famiglie, dei minori, degli stranieri), effettuare approfondimenti, organizzare le informazioni ed affrontare le pratiche di presa in carico e integrazione professionale e interprofessionale degli operatori, favorendo le connessioni fra interventi e percorsi in atto tramite supporto agli operatori dei servizi territoriali, seminari tematici, laboratori multiprofessionali per lo scambio di esperienze e buone pratiche.
Seguendo questa linea, l’atto di programmazione regionale per gli interventi ed i servizi sociali di contrasto alla povertà 2021-2023, cosiddetto Piano regionale povertà (approvato nel 2022 ed ancora vigente) vede tra gli obiettivi organizzativi principali quello della costituzione di micro equipe tra servizio sociale e centro per l’impiego (definite nelle linee guida approvate con Dgr 544/2023) e una strutturazione organizzata e permanente delle equipe multidisciplinari e multiprofessionali per la presa in carico dei casi complessi (la cui cornice operativa è stata approvata con la Dgr 1627/2024), in particolare favorendo la partecipazione dei servizi sociosanitari e degli uffici per le politiche abitative.
Per quanto riguarda progetti ed interventi a favore delle persone più fragili, per i beni primari rilevano il progetto Spesa per tutti, che ha la finalità di aiutare economicamente le famiglie a reperire prodotti alimentari di prima necessità e il progetto di redistribuzione delle eccedenze alimentari a coloro che assistono persone in stato di grave disagio sociale e di indigenza.
Importante in questo senso anche l’attività della Rete regionale per l’inclusione delle persone senza dimora – attiva dal 2017 in partenariato tra Regione Toscana e le Zone distretto dei comuni capoluogo – che ha la finalità sia di potenziare la rete dei servizi per le persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia, partendo da distribuzione beni di prima necessità, servizi e interventi a bassa soglia per arrivare a interventi innovativi come l’housing first (80 progetti attivati) e l’housing led (88 progetti attivati).