Alce, presidio dei lavoratori: “Vanno salvati i posti” – Ft





L’Alce di Fornoli deve continuare a vivere, anche sotto una veste diversa, per dare lavoro a tutti quei soggetti che finora vi hanno profuso tempo ed energie e che, adesso, rischiano sul serio di perdere il posto. Questo in sostanza il messaggio fatto passare dalle sigle sindacali riunitesi oggi (30 luglio), a palazzo Ducale, per discutere del futuro dell’azienda con i vertici della stessa ed i rappresentanti del mondo istituzionale. Al tavolo di concertazione, dopo un presidio all’esterno della sede dell’amministrazione provinciale, hanno preso parte, per i sindacati, il segretario Fistel Cisl Federico Fontanini, il segretario provinciale Slc-Cgil Fabio Graziani e l’operatore di segreteria Simone Graziani. Per la Provincia erano invece presenti gli assessori Francesco Bambini e Mario Regoli, accanto ad alcuni rappresentanti delle amministrazioni comunali di Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano.
L’incontro era finalizzato a riaprire un tavolo di confronto per arrivare all’individuazione di soluzioni per tutelare i posti di lavoro e l’indotto legato allo stabilimento di Fornoli, dopo che nel giugno scorso il progetto di riconversione è saltato a causa del ritiro di una delle società partner, la Futuris. In una prima fase la discussione si è concentrata sui motivi che hanno portato a far saltare il progetto, con inevitabili polemiche e scarichi di responsabilità. Poi il confronto si è spostato su un terreno più costruttivo, concentrandosi sulla ricerca di soluzioni che possano assicurare alternative dal punto di vista produttivo e occupazionale per i dipendenti che restano ancora in forza all’azienda nonché sulle azioni da portare avanti per rilanciare la filiera. Quattro i punti su cui è concentrata l’attenzione di tutte le realtà riunite al tavolo stamani. Prima di tutto è necessario che l’azienda chiarisca i suoi progetti sul sito produttivo e le attività a cui intende destinarlo impegnandosi a ricercare soluzioni alternative al progetto che è saltato. Un’analoga verifica va fatta anche sui progetti mirati a rilanciare la filiera del legno, considerando la rilevanza economica di questa attività per il territorio ma anche quella di tutela del patrimonio boschivo e la conseguente sicurezza idrogeologica. Fondamentale in questa fase è che le amministrazioni comunali, in particolare quella di Bagni di Lucca, si impegnino per favorire la valorizzazione del sito affinchè vi si possano mantenere attività produttive. Infine, visto l’avvicinarsi della scadenza del primo anno di cassa integrazione, è necessario fare in modo che i dipendenti possano beneficiare di un altro anno di ammortizzatori sociali. A questo va aggiunto un impegno per favorire un’eventuale collocazione dei lavoratori in altre aziende del territorio. “La nostra richiesta continua ad essere chiara – spiega Fontanini – e non si discosta da quanto da noi preteso nelle scorse settimane. Abbiamo ribadito la necessità di un accordo per garantire il secondo anno di cassa integrazione straordinaria e abbiamo sollecitato la direzione aziendale affinché venga fatto un piano industriale alternativo. La risposta delle amministrazioni? Si sono dichiarate disponibili: Bambini e Regoli hanno detto che faranno da mediatori tra azienda e amministrazioni comunali. Una soluzione va trovata: con la disdetta della partecipazione alle aste è saltato il progetto che prevedeva la riconvenzione del sito in centrale a biomasse. Ci facciano pure qualcos’altro, ma a noi preme che sia salvaguardato il livello occupazionale. Abbiamo anche ricordato l’urgenza di affiancare qualcosa di utile al tannino: il nuovo piano ne deve tenere conto. Non essendoci più la centrale potrebbero essere comunque realizzati pannelli in truciolato oppure potrebbe essere prodotto del pellet. Le soluzioni sono molte, basta giungere al risultato finale. Ottimisti? Oggi si è aperto uno spiraglio, ma deve essere seguito dai fatti”. I circa 75 lavoratori di Alce dovranno dunque restare col fiato sospeso ancora per un po’: in gioco c’è un impiego che, nella maggior parte dei casi, rappresenta l’unica fonte di reddito dell’intero nucleo familiare. Il prossimo confronto è fissato per il 10 settembre prossimo, data entro la quale tutte le parti si impegnano a procedere con le verifiche concordate.
Paolo Lazzari
FOTO – Il presidio dei lavoratori Alce davanti alla Provincia
VIDEO – Il servizio su DìLucca
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