La vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, commemora i partigiani caduti a Molazzana

30 agosto 2015 | 17:28
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La vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, commemora i partigiani caduti a Molazzana

Un appello alla conservazione della memoria per battere il riemergere di tendenze razziste e contro ogni negazionismo al centro dell’intervento con cui la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, ha ricordato oggi a Molazzana i partigiani caduti nella battaglia contro i nazifascisti il 29 agosto del 1944.

“Sta scomparendo la generazione di chi in prima persona ebbe modo di vivere le terribili esperienze della guerra: persecuzioni, deportazioni, violenze di ogni tipo e questo – ha detto Fedeli – rende ancora più difficile e preziosa la valorizzazione di tutte quelle testimonianze che con il tempo sono divenute memoria condivisa. Dobbiamo coltivare la conoscenza di ciò che è avvenuto con la barbarie nazifascista, ricordando le vittime che con il loro sacrificio contribuirono alla nascita dell’Italia democratica e repubblicana e di un’Europa di pace e prosperità”.
“Il riemergere, in Europa e nel mondo, di fenomeni discriminatori verso le diversità, la riproduzione di stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità ebraiche, il revisionismo storico fomentato da ideologie xenofobe, antisemite, razziste – ha aggiunto – sono la dimostrazione che la memoria non può essere data per scontata ma deve essere tenuta viva in tutti noi, ogni giorno, affinché il nostro passato possa avere un senso per il tempo futuro”. Oggi non mancano, e probabilmente continueranno ad esserci, tentativi di riscrivere fatti ed eventi non con lo spirito dell’approfondimento scientifico, ma con l’approccio negazionista di chi vorrebbe ridurre o addirittura elogiare le nefaste responsabilità storiche di persone, movimenti o partiti che condussero alla dittatura, prima, e alla guerra, poi. La superficialità di chi afferma che l’antifascismo sia qualcosa di superato o da superare, l’idea che l’antifascismo sia ‘roba da libri di storia’, come ha recentemente scritto e detto qualcuno – ha concluso – sono proprio il frutto della profonda ignoranza di chi non sa, di chi non conosce”.