Scatta lo stato di agitazione negli stabilimenti Kme

Si addensano nubi scure sul futuro di Kme. Il coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm ha dichiarato lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti dopo la decisione dell’azienda di rinnovare i contratti di solidarietà soltanto per quattro mesi, fino cioè alla fine dell’anno. A seguito della riunione fra il coordinamento nazionale e Kme del 27 luglio scorso si sono tenute le assemblee in tutti i siti del gruppo, dove è scoppiata la protesta dei lavoratori.
Il coordinamento nazionale ritiene “assolutamente preoccupante la situazione produttiva e l’andamento di bilancio che ci sono stati illustrati, a fronte di tali dati – si aggiunge – riteniamo indispensabile azioni tese al rilancio produttivo ed alla salvaguardia occupazionale dei lavoratori”. Secondo i sindacati è poi “sbagliata la proposta dell’azienda di non rinnovare i contratti di solidarietà per un anno ma solo per quattro mesi – si spiega -, la proposta lascia intendere la volontà dell’azienda di avere le mani libere al 31 dicembre quando scadrà l’accordo firmato nel 2013 che salvaguardava l’occupazione e le produzioni per tutta la sua vigenza, a tal proposito deve essere assolutamente chiara la volontà del coordinamento nazionali Fiom-Fiom-Uilm di non accettare procedure di licenziamenti o tagli produttivi. Kme è una multinazionale nata in Italia 100 anni fa: a fronte delle difficoltà che nessuno nega non può pensare di abbandonare a se stessi i siti produttivi lasciando dietro di se solo macerie, è necessario uno sforzo aziendale per mantenere la vocazione manifatturiera del gruppo e che confermi la sensibilità sociale del gruppo. Per questi motivi il coordinamento nazionale dichiara lo stato di agitazione in tutti i siti del gruppo con il blocco di tutte le flessibilità e richiede all’azienda un incontro urgente per il rinnovo del contratto integrativo in scadenza a dicembre”.