Ricoversione Kme, il tavolo degli enti ‘chiama’ il prefetto

19 ottobre 2015 | 14:54
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Ricoversione Kme, il tavolo degli enti ‘chiama’ il prefetto
Ricoversione Kme, il tavolo degli enti ‘chiama’ il prefetto
Ricoversione Kme, il tavolo degli enti ‘chiama’ il prefetto

Estrema chiarezza sui vari aspetti del Piano industriale di riconversione della proprietà; un’attenzione vigile e continua da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali; una constatazione di fondo che si tratta di una riorganizzazione aziendale difficile, dalle prospettive e dai risvolti non completamente nitidi; una questione aziendale e occupazionale che ha una portata numerica per la Valle del Serchio e per il territorio provinciale almeno pari (fatti i dovuti distinguo) a quella dell’area siderurgica di Piombino. Sono questi alcuni dei punti-fermi su cui si sono trovati concordi oggi (19 ottobre) i rappresentanti del tavolo istituzionale sulla Kme convocato a Barga dal Comune e a cui hanno preso parte, oltre al primo cittadino Marco Bonini, il presidente della Provincia, Luca Menesini, l’assessore regionale Marco Remaschi, gli onorevoli Raffaella Mariani e Andrea Marcucci, alcuni consiglieri regionali, molti sindaci della Valle del Serchio e i presidenti delle Unioni dei Comuni della Media Valle e della Garfagnana, oltre ad alcuni consiglieri del Comune di Barga.

La prima riunione è servita per fare il punto sulla situazione della proposta di riconversione dello stabilimento Kme di Fornaci di Barga, ma anche per assicurare quell’attenzione e quella vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie da parte delle istituzioni che – proprio in virtù dei 600 dipendenti attuali – un’operazione del genere necessita, soprattutto se si pensa al non semplice passaggio da un’attività metalmeccanica ad un’azienda dedicata alla produzione di agricoltura idroponica. Ecco che gli interrogativi maggiori – oltre alle preoccupazioni sul fronte occupazionale – si focalizzano proprio sulla credibilità della proposta, nonché sull’entità dell’investimento e sui tempi di attuazione.
Da segnalare che già nei prossimi giorni il presidente della Provincia, Menesini, e il sindaco di Barga, Bonini, incontreranno il Prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro per rappresentarle la problematica e, nel caso sia necessario, per chiederle di fare da tramite con il Governo. L’intenzione comune, infatti, è quella di mantenere la questione ai livelli massimi di interlocuzione istituzionale, tanto che sia l’assessore Remaschi, sia gli onorevoli Marcucci e Mariani hanno assicurato che si faranno portavoce verso i rispettivi vertici affinché, rispettivamente, Regione Toscana e Governo siano in coinvolti attivamente nella vertenza.
Le preoccupazioni maggiori emerse dagli interventi dei rappresentanti istituzionali riguardano, in primis, le prospettive imprenditoriali sul territorio di una attività completamente diversa da quella attuale, le certezze sui numeri e sui tempi di riassorbimento dei dipendenti (si parla di 520/530 lavoratori, rispetto ai 600 occupati attuali), la questione degli ammortizzatori sociali, il futuro dei lavoratori dell’indotto. Sul fronte degli ammortizzatori sociali è stato comunicato che l’azienda assicurerà ai lavoratori cassintegrati la differenza con lo stipendio base. Un’opzione che molti vorrebbero far estendere anche agli effettivi lavoratori dell’indotto.