Riapre “Brico Io” a Fornaci, ma non riassume tutti

28 ottobre 2015 | 14:31
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Riapre “Brico Io” a Fornaci, ma non riassume tutti

Riapre il punto vendita Brico Io di Fornaci di Barga sotto la direzione della Marketing Trend spa società controllata da Coop Lombardia, ma lo farà senza avvalersi della collaborazione di alcuni dipendenti che per anni hanno contribuito al buon andamento dell’attività commerciale “fai da te”. E i sindacati sono in rivolta. Tutto comincia il 5 febbraio del 2013, quando scoppia un incendio che rende impraticabile tutta la struttura, e l’azienda che all’epoca gestiva l’attività (Gruppo Potenti), fa ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per evento imprevisto, sospendendo dall’attività i dipendenti. Nel corso del periodo di ammortizzatore sociale alcuni vengono ricollocati in altri negozi Brico io della Regione, altri al termine dei 12 mesi di cassa integrazione vengono licenziati nel maggio 2014.

“Nel mese di settembre – spiega Massimo Dinelli della Filcams Cgil – la nostra organizzazione sindacale che ha seguito tutta la vicenda, ha richiesto un incontro alla Marketing Trend proprio in previsione della riapertura di Fornaci, per capire le possibilità di ricollocazione di tre dipendenti tra quelli licenziati all’epoca, che ad oggi purtroppo non hanno ancora trovato un lavoro e sono senza sostegno al reddito dopo l’esaurimento degli ammortizzatori sociali. Si tratta di tre madri di famiglia residenti nel comune o in luoghi limitrofi, di cui una purtroppo rimasta vedova, poco tempo fa per un incidente stradale mortale di cui è rimasto vittima il compagno, e con un figlio di tre anni a carico. Oggi che il negozio riaprirà i battenti, non solo sappiamo che queste tre persone non saranno parte integrante della forza lavoro, ma attendiamo ancora un riscontro formale dall’azienda mai pervenuto. Forse perché l’azienda, conoscendo le nostre intenzioni rispetto all’incontro ha preferito soprassedere, per non dover giustificare il perché non prendono in considerazione personale esperto e qualificato (forse più costoso), preferendo assumere con contratti di somministrazione, apprendisti e contratti a tutele crescenti modello Jobs Act che costano meno? Non lo sappiamo con certezza, ma sta di fatto che non è sicuramente rispettoso nei confronti dei lavoratori evitare il confronto con le Organizzazioni Sindacali che li rappresentano e che sicuramente l’azienda non ha tenuto conto dell’aspetto sociale, ma soltanto del proprio tornaconto. D’altronde che le relazioni sindacali con questa azienda siano complicate, lo sappiamo già, d’altra parte ne abbiamo più volte avuto ritorno anche nel punto vendita di Viareggio che è gestito dalla stessa società, negozio nel quale è presente la rappresentanza sindacale interna che fatica, oltre a noi, a mantenere il rispetto del riconoscimento del ruolo, sia sulle questioni organizzative del lavoro, sia riguardo la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nelle tristi vicende del gruppo Brico io in Provincia inoltre, a causa dei negativi rapporti commerciali poi degenerati in ricorsi legali nel 2013, tra il Gruppo Potenti (ex gestore in affitto di azienda) e la Marketing Trend (titolare del marchio Brico io), erano finiti anche oltre 30 impiegati del Consozio Abc che seguivano a livello di amministrazione e paghe oltre 50 negozi e 500 dipendenti sul territorio nazionale e che nel momento in cui tutti i punti vendita per ordine del tribunale,sono stati restituiti alla Marketing Trend, sono stati tutti licenziati e posti in mobilità anch’essi dopo un periodo di cigs, visto che la società milanese gestisce al proprio interno l’amministrazione. Il risultato di tutta questa vicenda in termini occupazionali è stato di quasi 40 dipendenti che hanno perso il posto di lavoro, dei quali continueremo ad occuparci, richiamando alla responsabilità sociale nell’ambito di relazioni sindacali realmente costruttive, la società Marketing Trend, e ad una verifica particolare delle aziende che investono sul nostro territorio da parte delle amministrazioni locali per il ruolo istituzionale che ricoprono, alle quali tra l’altro le lavoratrici si erano rivolte per informarle di quanto stava avvenendo e rivendicare le loro istanze”.