Fabbriche di Vergemoli, domenica il referendum: opposizione polemica

Referendum per il nome e lo stemma definitivo per il Comune di Fabbriche di Vergemoli, domenica al voto. Ma non mancano le polemiche, come emerge da una nota congiunta del gruppo consiliare Costruiamo il futuro e del Partito Democratico di Fabbriche di Vergemoli: “Se per quanto riguarda il nuovo simbolo che verrà scelto- dicono – non è facile fare un pronostico circa il responso finale vista la qualità di tutti e cinque gli elaborati presentati, più semplice è pensare che per l’individuazione del nome definitivo del nuovo comune si celebrerà una sorta di ballottaggio fra le proposte Fabbriche di Vallico Vergemoli e Fabbriche di Vergemoli. Probabilmente per Fabbriche di Vallico Vergemoli opteranno tutti quei cittadini che mal digerirono al tempo della fusione l’individuazione del nome provvisorio del nuovo comune che, a detta degli allora sindaci, fu il frutto di una loro frettolosa decisione compiuta non tenendo adeguatamente conto delle aspettative e sensibilità di molti cittadini a riguardo. Sull’altro, Fabbriche di Vergemoli, si orienterà invece chi, come sembra suggerito da alcuni esponenti dell’attuale maggioranza consiliare, vorrà evitare l’avvio di un iter amministrativo che comporterebbe la necessità di un nuovo investimento sia in termini di tempo che di risorse economiche”.
“Francamente – prosegue la nota – non ci pare opportuno esprimere alcun giudizio di merito rispetto a queste opzioni: l’unica speranza che nutriamo è il fatto che la cittadinanza risponda presente a questo appuntamento recandosi alle urne per esercitare il loro diritto-dovere in assoluta libertà di giudizio in un momento nel quale purtroppo si registra una sempre più larga disaffezione dell’elettore alla vita democratica. Si pensi che già in occasione del referendum indetto qualche anno fa per interpellare i cittadini circa la fusione dei due ex comuni non si riuscì a raggiungere neppure il 50 per cento del quorum complessivo (48,67 per cento) Se è vero come è vero che il nostro gruppo consiliare ha al tempo assecondato la proposta della maggioranza che ha inteso promuovere questa iniziativa – considerando la partecipazione diretta dei cittadini alla determinazione di scelte amministrative comunque un appuntamento importante – è altrettanto vero che ci troviamo costretti a dover pubblicamente biasimare la stessa maggioranza a causa della scarsa attenzione che invece mostra riguardo alla possibilità di offrire occasioni di vero confronto e dibattito all’interno degli organi istituzionali del nostro comune. Con grande disappunto si è registrato il susseguirsi di convocazioni per i consigli comunali promosse in orari improbabili – alle 12 di giorni lavorativi – senza effettuare mai una minima verifica preventiva circa la possibilità di poter garantire la presenza da parte del nostro gruppo consiliare, per non parlare delle commissioni “lampo” – della durata di non più di dieci-quindici minuti – anch’esse sempre promosse in orari impossibili da rispettare per chi lavora e mai chiamate ad affrontare argomenti in profondità. A questa brutta abitudine, che di fatto va a menomare pesantemente le prerogative dei consiglieri del nostro gruppo, si aggiunge la scientifica azione mirata a sfuggire qualsiasi occasione di dibattito: interrogazioni non iscritte all’ordine del giorno del consiglio comunale alle quali si preferisce rispondere, o meglio non rispondere, aggrappandosi a cavilli del regolamento di funzionamento del consiglio stesso infarcendole – è capitato anche recentemente – di commenti che travalicano abbondantemente il buon gusto ed i canoni della buona educazione. Sul piano di queste aggressioni verbali e dello scadimento della dialettica politico-istituzionale naturalmente non intendiamo scendere concentrandoci invece e, se del caso, intensificando l’azione di proposta e soprattutto di controllo della maggioranza, in consiglio comunale come nei nostri paesi, ancora più convinti, se ve ne fosse stato bisogno, che la qualità di una amministrazione pubblica si debba misurare certamente dagli obiettivi che vengono raggiunti ma allo stesso tempo anche su come si opera per raggiungerli”.
“Uno stranissimo concetto di democrazia quindi il loro – chiude la nota – da una parte s’impegnano per promuovere un referendum popolare, dall’altra evitano accuratamente di misurarsi su progetti ed idee quasi siano impauriti dal confronto in consiglio comunale! Incamminandoci ormai a grandi passi verso la metà del mandato amministrativo, in conclusione, non possiamo purtroppo che dare un giudizio pesantemente negativo dell’attuale amministrazione sia per quanto poco realizzato fino ad oggi ma soprattutto per il pressappochismo con il quale i suoi rappresentati si approcciano alla gestione della cosa pubblica. I cittadini del nuovo comune meritano molto di più”.