Regione, ok al piano stralcio del Parco Regionale delle Apuane

Parere favorevole al piano stralcio del Parco regionale delle Alpi Apuane. Il Consiglio regionale ha espresso un parere vincolante a maggioranza. Hanno votato contro tutte le opposizioni. Come illustrato dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), il piano modifica l’individuazione e la classificazione del territorio del Parco e dell’area contigua non di cava. “Frutto di un lungo lavoro di confronto e concertazione fra l’ente parco e il territorio – ha rilevato Baccelli – una volta approvato, costituirà la base di partenza per l’elaborazione del piano integrato per il Parco, comprensivo delle aree di cava”. Nel parere, ha ricordato il presidente, viene prescritto al Parco di verificare il rispetto delle direttive, le prescrizioni e le prescrizioni d’uso contenute nel Pit (Piano di indirizzo territoriale) con valenza di piano paesaggistico, dandone specifica attestazione nell’atto di approvazione.
Fortemente contrario, “sul piano delle regole, non su quello politico” si è dichiarato Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle). Nel ricordare l’estrema importanza di un Parco che vanta, tra l’altro, l’abisso più profondo d’Italia e che annovera ben trenta sorgenti carsiche, Giannarelli ha stigmatizzato un difetto nel rispetto delle regole così come previste dalla legge regionale 65/2014 (Norme per il governo del territorio), e specificatamente all’articolo 61, comma 2. Secondo il capogruppo, infatti, e anche tenuto conto da quanto rilevato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat), il “piano presenta notevoli criticità, non ultima la mancanza della parte relativa all’attività di cava che lo priva di una parte fondamentale”. Inoltre, “non esiste alcuna attestazione per il rispetto dei requisiti paesaggistici”. Giannarelli ha chiesto il “rispetto dei diversi passaggi previsti dalla norma toscana” e quindi la “verifica di conformità con il Pit, l’approvazione da parte della giunta e solo dopo quella del Consiglio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra) secondo il quale si dovrebbe “chiedere una riformulazione del Piano”. Fattori ha infatti rilevato la mancanza di temi importanti quali i vincoli storici e paesaggistici, i rilievi mossi dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibac) sulle aree e sui beni sottoposti ad interesse culturale. Come Giannarelli ha rilevato l’assenza di ogni politica in tema di rifiuti e o d’impatto acustico.
La “mancanza di certificazione” sollevata dai consiglieri di opposizione è stata rispedita al mittente dal presidente Baccelli, che ha invitato ad una rilettura dei verbali della commissione. “Forse – ha detto – esiste un equivoco di fondo. Stiamo esprimendo un parere vincolante ma non siamo l’organo che adotta e approva il Piano del Parco”.