Kme, anche la Uilm dice no alla chiusura del forno Asarco

13 marzo 2016 | 11:17
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Kme, anche la Uilm dice no alla chiusura del forno Asarco

“La Uilm e i suoi rappresentanti sindacali di Kme Italy non accettano le accuse avanzate dall’azienda che afferma in un comunicato stampa che la proclamazione dello sciopero è una decisione irresponsabile”. Questa la posizione del sindacato sulla vertenza Kme.
“Si possono avanzare tante critiche nei confronti dei sindacati – dice la Uilm – Ma, in questa vertenza crediamo di aver avuto tanta pazienza e un forte senso di responsabilità verso i lavoratori ma soprattutto nei confronti dell’azienda. Negli ultimi sei mesi siamo passati prima dall’annuncio della chiusura dello stabilimento e alla riconversione ad agricoltura idroponica e successivamente al cambio di strategia con il mantenimento dell’attività industriale legata ad una joint venture con il gruppo bresciano Eredi Gnutti; in tutta questa fase abbiamo seguito l’azienda aspettando e non mettendo in atto nessuna forma di protesta. L’annuncio dato dalla proprietà nell’incontro del 4 marzo che anche in caso di accordo con Eredi Gnutti ci sono probabilità che il forno fusorio Asarco della fonderia rame non venga riattivato ha fatto finire il tempo dell’attesa”.

“Questa eventualità – dice sempre il sindacato – vedrebbe da parte dell’azienda il non rispetto dell’accordo firmato nel 2013 di conseguenza metteremo in campo tutte le iniziative che mirino alla difesa occupazionale per far si che questo non avvenga. La fusione del rame deve rimanere a Fornaci di Barga in quanto far arrivare dalla Germania i rotoli già semilavorati vorrebbe dire, in poco tempo, perdere la lavorazione del rame. Ci chiediamo: perché trasportare su gomma per 1200 chilometri il rame quando i laminatoi dello stabilimento tedesco sono scarichi e hanno capacità produttiva per poter accogliere ordini? Non vorremmo che questa manovra sia fatta per dare un contentino ai tedeschi, che inizialmente si vedevano arrivare tutte le produzioni dallo stabilimento italiano e da quelli francesi e poi con il cambio delle strategie si sono ritrovati con un nulla di fatto. Chiediamo fortemente all’azienda che tolga dal tavolo di trattativa questa eventualità e vari un piano industriale che miri al mantenimento della fusione del rame nello stabilimento fornacino”.