Rocca Ariostesca, ripartono i lavori. Ma dalla Regione arrivano meno fondi

22 marzo 2016 | 15:32
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Rocca Ariostesca, ripartono i lavori. Ma dalla Regione arrivano meno fondi

Sarà completamente recuperato entro l’estate il tetto della Rocca Ariostesca di Castelnuovo. Partiranno domani i lavori del secondo lotto, grazie ai 240mila euro di finanziamenti regionali e si concluderanno entro giugno, da cui però resta esclusa la riqualificazione del tetto della vicina Sala Suffredini.

Da Firenze, infatti, è arrivato un contributo inferiore a quanto richiesto dal Comune: 240mila euro invece dei 420 mila richiesti. I restanti 180mila euro potrebbero però essere recuperati grazie a risorse, sempre regionali, rimaste inutilizzate in altri territori e attraverso la rendicontazione di vecchi progetti. Inoltre il Comune conta di recuperare ulteriori finanziamenti che serviranno per completare una parte significativa del progetto complessivo di recupero della Rocca Ariostesca. Un progetto che, una volta completato, renderà il monumento finalmente accessibile e visitabile, grazie ad un investimento complessivo di oltre 2 milioni di euro. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di trasformare la Rocca in uno spazio espositivo dedicato alla storia del territorio in cui sarà possibile ripercorrere attraverso documenti, ambientazioni e reperti archeologici le vicende politiche, sociali e culturali della Garfagnana. Inoltre, anche sulla base di progetti europei e di collaborazioni con prestigiosi centri di ricerca, si cercherà di valorizzarela figura di Ludovico Ariosto: una figura attraverso cui rileggere, partendo dai suoi componimenti più elevati fino a quelli popolari, la vita politica, sociale e culturale della Garfagnana e della Valle. Un centro culturale “vivo”, dunque, in grado di ospitare mostre ed eventi culturali e che si propone come punto di riferimento per Castelnuovo e la per la Valle. Il tutto senza perdere quelle che sono le caratteristiche originarie del complesso e lavorando giorno per giorno e con tenacia per reperire tutte le risorse necessarie che, per adesso, sono disponibili per circa il 50%.