Ipotesi chiusura guardie mediche, sindaco Fabbriche scrive a Renzi

20 maggio 2016 | 16:25
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Ipotesi chiusura guardie mediche, sindaco Fabbriche scrive a Renzi

A rischio le guardie mediche, e il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini, alza la voce, anche a nome dei territori montani. Il rinnovo della convenzione dei medici di famiglia e dei pediatri prevede infatti l’eliminazione della guardia medica di continuità dalle 24 alle 8. “Le guardie mediche – si legge nella nota del Comune –  sono da anni un presidio di sicurezza per la salute dei cittadini, soprattutto nei piccoli comuni montani. Chiudere il servizio nelle ore notturne, che sono quelle più a rischio, significa lasciare i piccoli centri abbandonati a se stessi e senza alcuna presenza del Servizio sanitario nazionale, oltre al reale rischio di intasamento dei pronti soccorso. Questa situazione aggraverebbe ancora di più le difficoltà del servizio 118 che si troverebbe a gestire in contemporanea due tipologie di servizio completamente diverse: i codici rossi di emergenza e le visite e prescrizioni per patologie minori. Tso, infarti, ictus, politraumi, dispnee gravi, impegnano per molte ore i medici d’emergenza del 118, mentre le patologie minori (che possono evolversi rapidamente in gravità) sono gestite efficacemente dalle guardie mediche. La simultanea presenza dei medici del 118 e della guardie mediche offre un servizio efficace di assistenza ai cittadini, limitando gli accessi ai pronti soccorso”.

Il sindaco di Vergemoli Giannini ha inviato una mail Pec al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, dove esprime tutte le sue perplessità verso l’abolizione del servizio di continuità assistenziale (ex guardie mediche) nelle ore notturne perché “l’assistenza medica è un diritto di tutti i cittadini e sino ad oggi è stata assicurata capillarmente su tutto il territorio nazionale, grazie anche alle guardie mediche che in alcune piccole realtà rappresentano l’unico presidio sanitario a tutela degli anziani, disabili e malati cronici”.
“La chiusura del servizio di continuità assistenziale porterà enormi disagi per tutti i cittadini – dice Giannini – soprattutto quelli residenti nei piccoli comuni. Ridurre l’assistenza della medicina generale da 24 ore su 24 a 16 ore su 24 e 12 ore il sabato e i festivi è una pazzia, i medici del 118 dovranno occuparsi di tutto e il pronto soccorso finirà per essere continuamente intasato da richieste di assistenza, anche per piccole patologie. Dobbiamo renderci conto che stanno smantellando i servizi essenziali, servizi che la Costituzione Italiana ha sempre garantito a tutti. Spero che altri sindaci della Valle si attivino per difendere il diritto primario ed assoluto alla salute senza essere succubi di un partito politico”.