Kme, la Regione Toscana si impegna a sostenere il rilancio

Azioni decise a tutela dei seicento lavoratori della Kme di Fornaci di Barga e delle centinaia occupate nell’indotto, forte azione della Regione per arrivare a un intervento diretto del Governo nazionale. È quanto chiede una mozione, approvata oggi con voto unanime, presentata dal Movimento 5 stelle e sottoscritta anche dai consiglieri Monni, Giovannetti e Baccelli (Pd) sulla situazione aziendale della Kme Italy di Fornaci di Barga (Lucca). Il testo impegna la Regione ad “adoperarsi con decisione affinché, anche con i tavoli istituzionali già insediati, si giunga il più presto possibile ad una positiva soluzione delle problematiche aziendali sopra richiamate, così come la rimessa in funzione del forno fusorio Asarco di Fornaci di Barga e scongiurando qualsivoglia perdita di posti di lavoro”.
“Vogliamo tutelare le mille e cento persone che lavorano negli stabilimenti Kme di Fornaci di Barga, Firenze e Serravalle e anche i circa 400 lavoratori dell’indotto”, ha spiegato il consigliere Gabriele Bianchi (M5s). “Dal 2011 non vengono fatti investimenti, è stato spento il forno Asarco. Quando abbiamo scritto questa mozione, l’azienda ci ha attaccato con toni sprezzanti. Ma abbiamo portato in evidenza i temi posti dai sindacati e dai lavoratori e abbiamo dato massima apertura anche nei confronti dell’azienda, disponibili a rivedere il testo della mozione”. La situazione attuale, ha spiegato ancora Bianchi, “vede un investimento di un milione di euro e un accordo per contratti di solidarietà fino al 2018, che i dipendenti dovranno approvare attraverso un referendum. Ci sembra un po’ poco per un’azienda di quella caratura, un milione di euro ci sembra un investimento un po’ misero. Ci auguriamo che arrivi un rilancio importante”.
Il consigliere Stefano Baccelli ha espresso la “condivisione” a nome del gruppo Pd: “Come consiglieri Pd, con gli amministratori locali e la Regione, abbiamo aperto un tavolo, cercando di sostenere le ipotesi di investimento che venivano ventilate da parte della proprietà”. Ora, “l’accordo sottoscritto è, anche a parere nostro, di mera difesa della situazione occupazionale, e chiariamo che il sindacato ha fatto il lavoro migliore possibile. Le criticità vere sono rimandate al 2018. Le simulazioni che prevedono al termine almeno 150 esuberi, anche nel caso in cui le cose andassero nel miglior modo possibile, sono drammatiche”, ha aggiunto Baccelli. “Nel territorio dal quale provengo oltre ai 600 lavoratori, c’era un indotto importante, che è quasi completamente venuto meno. Chiediamo che la Regione coinvolga con pieno titolo e con forza il Governo”.
La consigliera Elisa Montemagni (Lega Nord), ha dichiarato che “la mozione è giusta, l’approviamo e votiamo” e ha ricordato che “chi era a quei tavoli, ai quali ho partecipato anch’io, ha sempre cercato di dialogare”, ma i rappresentanti dell’azienda “non hanno mai lasciato molte porte aperte”. “Pensiamo ai seicento lavoratori, che significano seicento famiglie – ha detto ancora la consigliera –, e sappiamo che questo è un palliativo, ma è giusto che la politica si applichi e chieda aiuto ai livelli superiori. Purtroppo lo scenario si è fatto molto buio”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Tommaso Fattori, capogruppo Sì-Toscana a sinistra: “C’è il rischio è che il forno possa non essere più riattivato. Tutte le azioni che possiamo fare sono fondamentali, occorre che ci sia un fortissimo stimolo della nostra Giunta sul Governo nazionale. Più il tempo passa, più diventa difficile che il forno venga riacceso”.
Soddisfatto il consigliere regionale Gabriele Bianchi (M5S), primo firmatario della mozione, e di tutto il gruppo consiliare pentastellato: “700 lavoratori e le loro famiglie, legate al destino dello stabilimento Kme di Fornaci di Barga, hanno bisogno di certezze. Bene la manifestazione di impegno dalle Istituzioni ma il forno di Asarco è spento da ottobre ed occorre il massimo sforzo da parte di tutti gli attori coinvolti per evitare che una eventuale perdita occupazionale crei inevitabili gravi disagi ai cittadini coinvolti”.
“La Toscana deve compiere ogni gesto a tutti i livelli istituzionali per scongiurare che il principale stabilimento metalmeccanico della lucchesia diventi l’ennesimo caso regionale di degenerazione del tessuto industriale italiano”.