Kme, Fiom: “No a un accordo senza cassa a rotazione”

15 ottobre 2016 | 14:52
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Kme, Fiom: “No a un accordo senza cassa a rotazione”

La Fiom chiederà ai lavoratori di votare no al referendum consultivo per il futuro della Kma. A dirlo è il responsabile provinciale Mauro Rossi: “Non esiste – dice il segretario – al momento, nessun accordo con la direzione aziendale di Kme. Esiste una ipotesi che è stata siglata anche da due nostri delegati al solo scopo di rendere possibile la consultazione dei lavoratori con un apposito referendum. Referendum in cui chiederemo ai lavoratori di votare no”.

“Il nostro giudizio – spiega Rossi – è sempre stato negativo e non è cambiato assolutamente dopo le piccole ed ininfluenti modifiche che sono state apportate nel corso dell’ultimo incontro. Non si tratta di un accordo sulla formazione o sul ricollocamento di lavoratori, si tratta semmai di una ipotesi che espelle per due anni dal ciclo produttivo un numero altissimo di persone, discrezionalmente scelte dall’azienda, con scarsissime possibilità di passare da un lavoro all’altro. I posti di lavoro eventualmente disponibili alla fine dei due anni non superano le 38 unità, molti dei quali non sono nemmeno a tempo determinato ma stagionali. Si vuol far credere di aver ridotto il numero delle persone coinvolte ma si è solo riformulato perché si sono sottratti i 22 che nel frattempo sono già stati estromessi dall’azienda: per cui il numero era e resta di 160”.
“Si assicura – prosegue Rossi – che i lavoratori coinvolti, in questo periodo, manterranno il contratto di lavoro Kme e che beneficeranno dell’eventuale premio di risultato, se raggiunto dalla loro azienda, ma sono semplici ovvietà perché così prevedono le leggi e i contratti. Si concede il beneficio di uno specifico servizio di navetta per il trasporto ma ci si riferisce ad un servizio che già esiste per trasportare i lavoratori di Campo Tizzoro. Si assicura che al termine di tale periodo “il personale coinvolto da tali misure resterà comunque facente parte degli organici de stabilimento” ma anche in questo caso si tratta di una ovvietà perché sono le leggi stesse a prevederlo”.
“La domanda è semmai – aggiunge il segretario Fiom – come sia possibile pensare che dopo due anni di espulsione dal ciclo produttivo si possano considerare nella stessa situazione di chi, pur magari ruotando, è rimasto al proprio posto e alla propria mansione. E’ questo il motivo per cui mai abbiamo anche solo pensato di firmare, in Kme e altrove, un ammortizzatore sociale che non fosse a rotazione.
Ribadiamo quanto già affermato dal nostro coordinamento nazionale: accettare l’accordo che, sotto ricatto, l’azienda vuole imporre sarebbe come accettare dei veri e propri licenziamenti mascherati e soo rimandati nel tempo. Accettare l’impostazione aziendale e votare si all’ipotesi di accordo vorrebbe dire accettare i licenziamenti. Non solo i 160 che si preparano con questa operazione ma anche gli altrettanti che a questi seguiranno visto che l’amministratore delegato ha dichiarato che il futuro di Kme dovrà assestarsi intorno ai 300 dipendenti. Per questi motivi respingiamo l’ipotesi di accordo e chiederemo ai lavoratori di votare no, ricordando che in situazioni di difficoltà nessuno può pensare di salvarsi da solo: ci si può salvare solo insieme”.