Andare Oltre boccia la riforma: “Voteremo no al referendum”

21 novembre 2016 | 09:37
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Andare Oltre boccia la riforma: “Voteremo no al referendum”

Andare Oltre, gruppo di opposizione a Borgo a Mozzano, annuncia che voterà no al referendum confermativo sulla riforma costituzionale del prossimo 4 dicembre. “E’ bene ricordare – spiega Andare Oltre – che la proposta di riforma è partita già, per così dire azzoppata, perché è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna camera e da una maggioranza raccogliticcia formata da molti trasformisti senza mandato dei cittadini”.

“E questo perché – aggiunge il movimmento – quella che siamo chiamati a votare è senza dubbio una brutta legge di revisione costituzionale che complicherà, anziché semplificare, le procedure del nostro ordinamento, come sottolineato da tutti gli ex presidenti della Corte Costituzionale. La riforma Boschi prevede un Senato ridotto nel numero dei componenti, ma privato di eleggibilità perché nominato dalle Regioni e dai Comuni, ovvero dai partiti di maggioranza. Questo comporterà che consiglieri regionali e sindaci avranno l’immunità e non potranno essere intercettati, perquisiti ed arrestati senza l’autorizzazione che voteranno i loro colleghi di Palazzo Madama. Inoltre con un Senato di 100 membri ed una Camera con 630 parlamentari, crea uno squilibrio che si ripercuoterebbe sull’elezione del Presidente della Repubblica e dei componenti della Corte Costituzionale. Il risparmio inoltre che ne deriverebbe potrebbe essere maggiore se con una semplice legge si riducesse il numero di componenti di entrambe le camere o si eliminasse il Senato. Questa riforma infatti – osserva ancora Andare Oltre -, assomiglia molto a quella delle Province dove si sono soppresse le libere elezioni mantenendo i medesimi costi e scadenti servizi. Non ci sarà neppure la tanto millantata semplificazione legislativa perché si verranno a creare più di 10 nuovi percorsi per approvare le leggi con rimpalli, conflitti e ping- pong tra le due Camere. Altro motivo per dire no al referendum è la riduzione della partecipazione popolare: infatti il numero minimo di firme necessario per presentare una proposta di legge passerà da 50 mila a 150 mila. Con il ritorno poi di molte competenze regionali allo Stato centrale, verrebbe meno il controllo del territorio da parte di coloro che vi vivono, permettendo a Roma di fare scelte non condivisibili e riducendo il potere di partecipazione dei cittadini. Il fatto che la maggioranza dei sostenitori del no sia di appartenenza politica diversa (dalla destra alla sinistra compresi i grillini), dimostra che ci sono molte persone che non vogliono questa riforma, non perché odiano Renzi e il suo Governo, ma semplicemente perché hanno capito che non è giusta”.