Turrite Secca, nasce il comitato per chiedere la messa in sicurezza

14 dicembre 2016 | 14:55
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Turrite Secca, nasce il comitato per chiedere la messa in sicurezza

I cittadini che dal giugno scorso hanno messo in evidenza tutta la loro preoccupazione per i rischi per quanti vivono lungo la Turrite Secca, a Castelnuovo di Garfagnana, hanno deciso di costituire il comitato per la sicurezza idraulica del torrente, per far sentire la propria voce in modo più incisivo a livello istituzionale, dopo che le segnalazioni, spiegano i membri, sono cadute pressoché nel vuoto.

“Dal giugno scorso – ricordano dal comitato -abbiamo intrapreso un’iniziativa a salvaguardia della sicurezza idraulica per le decine di famiglie che risiedono sui due lati della Turrite Secca a Castelnuovo di Garfagnana. Il 29 di quel mese una segnalazione dettagliata dei problemi esistenti – sottoscritta da 60 persone residenti in viale Giovanni Pascoli, via Aldo Moro e via di Pasquigliora – è stata inviata al sindaco di Castelnuovo ed alla Prefettura di Lucca. Successivamente, questi due enti hanno coinvolto il genio civile Toscana Nord, il Consorzio di Bonifica, nonché per le questioni di loro competenza, Enel Produzione e Seit,società che gestisce una centralina idroelettrica in località ai Cerri”.
“Questa segnalazione – si spiega – è nata da una valutazione delle cause che hanno determinato un innalzamento anomalo del livello della Turrite Secca in occasione delle piene degli ultimi anni, ed in particolare di quella del febbraio scorso. Un innalzamento che abbiamo ragione di ritenere sensibilmente alterato dalle problematiche che abbiamo esposto agli enti di competenza. Purtroppo, ad oltre cinque mesi di distanza, gli interventi effettuati non hanno corrisposto alla serietà del problema. La nostra preoccupazione per quanto potrebbe accadere nell’occasione dei prossimi eventi di piena rimane perciò inalterata. Per questo motivo intendiamo rendere pubblica la tematica di cui stiamo parlando, chiamando tutte le realtà interessate ad una puntuale risposta”.
Tra le maggiori criticità, secondo il comitato c’è quella “dell’inghiaiamento del torrente – si prosegue nella nota – nel tratto tra il ponte che porta in via Aldo Moro e lo sbarramento della centralina idroelettrica, un fenomeno che ha provocato l’innalzamento della base della sezione idraulica rendendo così più probabile un’esondazione della Turrite. In secondo luogo, la gestione da parte dell’Enel della centrale di Torrite nel corso degli eventi di piena, gestione attualmente non regolamentata come si dovrebbe. In terzo luogo, la presenza lungo il corso del torrente – dallo scarico della centrale di Torrite fino allo sbarramento della Seit – di alberi di notevoli dimensioni in grado di ostruire il normale deflusso delle acque e di provocare danni, come già avvenuto nel 2009. A seguito della nostra iniziativa, la questione è stata affrontata dal Genio civile, che ha disposto alcuni interventi, che se da un lato attestano la presa d’atto dell’esistenza del problema, dall’altro sono a nostro avviso del tutto insufficienti. Sul tema principale, quello dell’inghiaiamento, la decisione del Genio Civile (che valuta il fenomeno come modesto, con un innalzamento medio di 20 centimetri) è stata quella di non procedere per il momento ad una ricalibratura del fondo alveo, salvo la rimozione del materiale accumulatosi in prossimità dello sbarramento, rimozione avvenuta a metà ottobre al pari di alcune piccole opere (da noi richieste) sulla sponda destra. Sul problema delle piante pericolose è stato disposto un primo taglio – anch’esso effettuato ad ottobre – ma del tutto insufficiente. Su quello della gestione delle piene da parte dell’Enel, l’ex azienda di Stato ad agosto ha dato una risposta che definire evasiva è poco. Non potendo negare il problema, l’Enel ha scelto di girarci attorno, senza rispondere in alcun modo alle questioni da noi poste. La cosa deve essere risultata inaccettabile allo stesso Genio Civile, che in data 29 settembre ha sollecitato ad Enel Produzione una vera risposta. Come si capisce la nostra iniziativa ha iniziato a smuovere le acque, ma i risultati sin qui ottenuti non possono certo soddisfarci. In conclusione, se l’atteggiamento dell’Enel si commenta da solo, troviamo singolare che la Prefettura – che pure ha competenze ben precise in materia – non abbia ancora preso iniziative adeguate. Al tempo stesso – pur senza voler mettere in discussione la professionalità di chi ha lavorato sul problema – le valutazioni effettuate sull’inghiaiamento non ci convincono affatto, e soprattutto non convincono le tante persone che vivono nella zona, e che testimoniano un innalzamento dell’alveo ben più consistente di quello che ci è stato comunicato. Dell’insufficienza dei modesti interventi fin qui effettuati abbiamo già detto”.