Kme, a Fornaci avanti con la fusione del rame



Il primo punto fermo è che a Kme di Fornaci di Barga andrà avanti la fusione del rame e la produzione di ottone e acciaio, con l’obiettivo di fare dello stabilimento un punto di eccellenza, rilanciando l’attività con la messa a regime del nuovo forno fusorio, in grado di consentire una lavorazione dei metalli 30 giorni al mese e pari, all’anno a circa 40mila tonnellate (entro il prossimo giugno) fino ad arrivare, in prospettiva, alle 70mila. Lo ha assicurato stamani (28 dicembre) Claudio Pinassi, l’amministratore delegato di Kme Italy, presente a Palazzo Ducale, all’incontro convocato dal presidente della Provincia Luca Menesini con i rappresentanti istituzionali, i parlamentari locali, i sindacati e i rappresentanti dell’azienda.
Alla riunione del tavolo permanente sulla crisi Kme, oltre a Menesini, erano presenti il sindaco di Barga Marco Bonini, l’assessore regionale Marco Remaschi, i parlamentari Raffaella Mariani e Andrea Marcucci, i consiglieri regionali Stefano Baccelli, Elisa Montemagni e Gabriele Bianchi, il sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi, il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti in rappresentanza dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, i consiglieri provinciali Nicola Boggi ed Enzo Giuntoli e i rappresentanti sindacali di Cgil-Fiom, Cisl-Fim e Uil-Uilm, nonché, per l’appunto, l’amministratore delegato di Kme Italy Claudio Pinassi che ha rassicurato sul fatto che da qui al 2018 non saranno toccati i lavoratori. Certo, continua l’applicazione del contratto di solidarietà e in queste settimane prosegue la formazione di 90 lavoratori in vista di un loro eventuale trasferimento a Campo Tizzoro, anche se ancora non si conoscono i numeri. Si pensa tuttavia che l’eventuale trasferimento potrebbe riguardare dai 30 ai 35 lavoratori. Il sindaco di Barga, Marco Bonini, al riguardo ha rassicurato che il Comune di Barga e con esso l’Unione dei Comuni della Mediavalle si impegnano a seguire e sostenere i lavoratori in questa delicata fase, facendo in modo di prevedere anche eventuali forme di impiego e collaborazione per gli operai che verranno formati nelle nuove mansioni.
Pinassi ha fatto il punto della situazione recente sottolineando che nonostante la crisi del settore metallurgico a livello europeo, l’agguerrita competitività delle aziende del comparto nonché la forte fluttuazione dei materiali sulle borse europee e mondiali – il prezzo del rame ha raggiunto livelli mai visti prima -, lo stabilimento fornacino sta rilanciando la produzione con il ritorno all’attività fusoria che dalle 25mila tonnellate/annue attuali punta a toccare le 40mila tonnellate a giugno 2017. Le recenti nuove commesse ottenute dallo stabilimento hanno indotto l’ad di Kme ad essere abbastanza ottimista, ricordando anche che l’azienda sta lavorando su tre aspetti in particolare: la riduzione dei costi energetici nell’attività produttiva, l’impegno nel riportare in equilibrio i costi del personale e la pressante ricerca di nuove aree di espansione di mercato.
Meno ottimisti, invece, i sindacati i quali, pur ricordando gli aspetti positivi dell’accordo sottoscritto nel giugno scorso attraverso cui sono stati evitati licenziamenti fino al 2018 ricorrendo agli ammortizzatori sociali, non vedono all’orizzonte garanzie su una prospettiva di medio-lungo periodo: insomma permangono secondo le organizzazioni sindacali ancora troppe incognite in una fase che, da qui a settembre 2018, si conferma molto delicata e difficile per tutti i lavoratori. Sicuramente, l’incontro di oggi è stato utile a sgombrare i dubbi sul futuro di Kme di Fornaci di Barga e sul mantenimento della lavorazione del rame dopo che era spuntata in passato anche l’ipotesi di una riconversione dell’azienda alle colture idroponiche.
Da parte loro tutti i rappresentanti istituzionali (presidente della Provincia, sindaci, parlamentari, assessore e consiglieri regionali presenti) hanno manifestato la volontà di seguire passo passo l’evolversi della vertenza Kme, istituendo il tavolo permanente sulla crisi che si riunirà almeno ogni 3 mesi, salvo particolari esigenze o necessità. Visto che si tratta di una delle più importanti realtà industriali della Valle del Serchio, l’auspicio è che, con concretezza e serietà, il rilancio promesso dall’azienda si verifichi effettivamente in modo da garantire la permanenza del sito produttivo e che il valore aggiunto della professionalità e della storia dello stabilimento fornacino procedano di pari passo ad una capacità manageriale che, in tempi difficili, si configura come elemento imprescindibile per uscire dalle situazioni di crisi aziendali.