Unione dei Comuni, polemiche su proroga incarico a Bonfanti

6 gennaio 2017 | 09:36
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Unione dei Comuni, polemiche su proroga incarico a Bonfanti

La decisione di modificare il regolamento e prorogare di un anno l’incarico al presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Serchio scatena le opposizioni di Borgo a Mozzano e Coreglia Antelminelli che giudicano la scelta “maldestra” e criticano le “motivazioni contingenti” per cui è stata presa. Per i gruppi Andare Oltre, Movimento per Coreglia e Un futuro per Coreglia la modifica, seppure legittima, non si sarebbe dovuta fare.

“L’articolo 27 dello Statuto dell’Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio indica le modalità di elezione e di durata del mandato del suo Presidente e dopo aver indicato che il medesimo viene eletto dal Consiglio dell’Unione a maggioranza assoluta, a rotazione fra i sindaci dei Comuni associati, il comma 3 del testo in vigore sino all’approvazione della sua modifica avvenuta il giorno 30 dicembre scorso, così recitava: ’il presidente dell’Unione rimane in carica per un periodo di due anni. Al termine dello stesso l’elezione del nuovo presidente è riservata ai sindaci dei Comuni che non hanno ancora ricoperto tale carica’. Certamente l’ Unione dei Comuni è un organo ad elezione di secondo grado ma nel contempo va oramai a rivestire un ruolo determinante nell’espletamento di molte funzioni amministrative di carattere locale ed ovviamente il suo presidente ne è l’organo responsabile. Come accennato, nella seduta del 30 dicembre, su proposta della giunta, è stata approvata una modifica sui tempi di durata del mandato di questo ruolo, portandolo da due a tre anni con le seguenti motivazioni: ’previa valutazione sia dei prossimi impegni dei sindaci, sia del lavoro svolto dall’attuale presidente’”.
“Quindi – aggiungono i gruppi di minoranza – sostanzialmente a seguito di valutazioni e di esigenze di carattere meramente contingente. Alla fonte di questa decisione, sicuramente legittima da un punto di vista meramente formale, a nostro avviso si palesano , invece, elementi discutibili sotto il profilo della tenuta e del rispetto dei principi fondamentali democratici che sottintendono alla organizzazione di ogni organismo di natura pubblica. In sintesi: siccome i sindaci hanno molto da fare e questo presidente è stato bravo e visto che sia le valutazioni di merito che le scelte conseguenti ce le dobbiamo sbrigare inter nos , nessuno ci vieta di byapassare completamente la noiosa fase di una eventuale riconferma del medesimo soggetto e provvedere direttamente e più celermente a prorogargli l’incarico. Bene. Per analogia, in futuro, molti altri organismi potrebbero percorrere questa medesima strada. E fino a che punto potranno spingersi nel derogare alle regole di natura strutturale e organizzativa già scritte? Regole che certamente sono sempre modificabili ma, altrettanto certamente, non modificabili in corso d’opera o per esigenze temporali o magari di carattere squisitamente politico. Ci hanno insegnato che il rispetto delle regole e non il loro uso e la loro sottomissione ai desiderata dei vincitori, costituisce l’ elemento sostanziale del rispetto dei ruoli e dei principi fondamentali dei sistemi democratici. Le regole condivise non sono mera formalità ma stanno lì a salvaguardia della sostanza. Oltretutto – si aggiunge -, anche volendo chiamare in causa il rispetto per l’attività svolta dai sindaci, non riusciamo a comprendere quanto il lavoro e, per meglio dire, l’impegno degli stessi abbia potuto lievitare così tanto. Tanto da non potersi occupare della nomina del nuovo presidente. E non condividiamo nemmeno la valutazione che siccome un soggetto è bravo, secondo un giudizio legittimo ma unilaterale, come abbiamo detto sopra, si possa decidere di premiarlo in questi termini. Le modifiche statutarie di carattere organizzativo rappresentano l’ossatura portante di un organismo e la loro approvazione dovrebbe essere motivata da elementi eccezionali e comunque tesi a migliorare nel suo complesso le finalità operative e funzionali di un organismo. Ripetiamo, non giustificabili da valutazioni così evidentemente deboli sotto ogni profilo. Non possono essere avallate e giustificate queste scelte che nei fatti tendono a dare spazio e concretezza ad un metodo di amministrare la cosa pubblica come se si trattasse di una vicenda di tipo familiare. E’ ovvio che per familiare intendiamo riferirci ad una famiglia politica, a quella famiglia politica che nella nostra valle è rappresentata dalla maggioranza dei sindaci. Tutto a discapito anche di sani rapporti di ordine istituzionale. I gruppi di opposizione nei Consigli comunali di Borgo a Mozzano e Coreglia Antelminelli si sono opposti a questa che giudichiamo essere una iniziativa maldestra, esprimendo un voto contrario, confermato anche in sede di approvazione definitiva nell’ambito del Consiglio dell’Unione. Riteniamo opportuno soffermarci su quanto sopra informandone i cittadini secondo il nostro punto di vista anche in virtù delle recenti vicende politiche del nostro paese. Il trend che ci fa intravvedere un tentativo teso all’accentramento del potere seppur, ripetiamo, con strumenti legittimi, disegna una linea continua tra il livello locale e il livello nazionale, laddove si è tentato attraverso la riforma della Costituzione, di rivedere in senso assolutamente decisionista e padronale l’organizzazione dello Stato. Con nostra fortuna il referendum del 4 dicembre ha respinto questo disegno e come si usava dire a sinistra sino a non molto tempo fa , sta a noi vigilare affinché, tali disegni vengano riconosciuti e stigmatizzati anche a livello locale. Spesso i sogni tentatori non intendono cedere nemmeno di fronte ad un buon senso che avrebbe dovuto ispirare percorsi più lineari e rispettosi del sentire comune”.