Oltre 5mila cinghiali censiti in provincia di Lucca nel 2016

Sono 5128 i cinghiali censiti nella Provincia di Lucca per quanto concerne il 2016: di questi, 762 sono stati abbattuti nel rispetto della legge obiettivo sul contenimento degli ungulati, che sta sortendo i suoi primi risulatati. I capi abbattuti in selezione sono stati 145; 26 quelli ex art 37 della legge. Gli ungulati abbattuti in forma singola, invece, sono stati 420. Cresce costantemente, nel complesso, la popolazione: negli ultimi quattro anni si è registrata una vera e propria impennata, al netto del drastico calo del 2014. I cinghiali presenti sul territorio della Provincia di Lucca erano 3mila e 698 nel 2013, divenuti 1564 nel 2014. Poi la nuova crescita: 4mila e 19 ungulati nel 2015 e, per il 2016, addirittura 5mila e 128. Dati che devono fare riflettere, anche e soprattutto ai recenti episodi di incidenti stradali connessi alla densità di popolazione di questi animali, presenti sul territorio toscano in misura di quattro volte superiore alla media. La Provincia di Lucca occupa la sesta posizione per numero di cinghiali a livello regionale: al primo posto c’è Siena, che nel 2016 ha censito quasi 20mila esemplari.
A livello regionale, Remaschi plaude ai primi risultati conseguiti: “I traguardi della legge obiettivo sul contenimento degli ungulati ci dicono che siamo sulla strada giusta. Nel 2016, nonostante la legge sia stata attivata in ritardo in molte province, vi è stato un deciso aumento dei capi di cinghiale abbattuti (si è sfiorata quota centomila) e si è dato un primo contributo nel ridurre una popolazione che in Toscana è 4,5 volte superiore al normale e che ha creato gravissimi danni all’agricoltura”. E’ questo il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ai primi dati, quelli relativi ai cinghiali, sulla legge 10 del 2016, approvata un anno fa per contenere la popolazione di cinghiali, caprioli, cervi e daini attraverso una intensificazione delle attività di caccia nelle aree agricole (quelle identificate come aree “non vocate”). Il dato più generale, quello sui prelievi complessivi di cinghiali effettuati in tutta la regione mostra un incremento netto rispetto agli altri anni con 93mila e 306 capi abbattuti (erano stati 79 mila e 330 nel 2015 e 85 mila e 578 nel 2014 e 70 mila e 482 nel 2013). A questo dato vanno poi aggiunti i numeri delle aziende faunistiche di alcune province che ancora non sono pervenuti alla Regione. “Alla fine il dato reale sarà di circa 100mila capi – commenta Remaschi – un numero significativo specie in un anno ancora sperimentale e nel quale non sono state poche le difficoltà incontrate: basti pensare ai disagi sull’operatività degli Atc dovuti a varie cause (tra cui una sentenza della Corte Costituzionale) e ai ritardi nell’applicazione della legge che si sono registrati in diverse province: l’attivazione è arrivata nel migliore dei casi a giugno, ma in alcuni casi solo a settembre, pochi giorni prima dell’inizio della stagione venatoria. In così poco tempo – continua l’assessore – non si poteva certo risolvere un problema che esiste da venti anni. Ma si è cominciato a farlo avendo a disposizione una buona legge e grazie alla fattiva collaborazione dei cacciatori e delle associazioni di categoria”. Per Remaschi decisivi ai fini dei risultati attesi saranno i prossimi mesi: “La possibilità di fare caccia di selezione nei mesi in cui cominciano le semine, quindi da marzo in poi, potrà diminuire considerevolmente i danni alle colture. Ho la speranza, credo fondata, che questo potrà aiutare l’ intero comparto agricolo a poter salvaguardare il frutto del proprio lavoro. La diminuzione degli ungulati permetterà anche di diminuire il numero degli incidenti sulle nostre strade che in troppi casi (una media di quasi 700 all’anno) sono correlati alla presenza di cinghiali e caprioli”.