Migranti a Pescaglia, Bonfanti: nessun rischio contagio

“Non c’è nessun rischio contagio per i cittadini”. Questo quanto precisa il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti in merito alle due ordinanze che hanno riguardato due strutture di Piegaio che ospitano richiedenti asilo.
“Quelli che abbiamo assunto sono solo due provvedimenti dovuti – continua il primo cittadino – Essendo arrivati nuovi ospiti i primi di luglio, come da prassi, abbiamo chiesto assicurazioni sul loro stato di salute all’associazione che li gestisce. Non essendo pervenuta nei nostri uffici, come normalmente avvenuto altre volte, la documentazione in tempo utile è stata emessa ordinanza cautelativa per i cittadini e gli ospiti stessi. Nel contempo, a seguito di un sopralluogo dell’azienda Usl nelle due strutture di Piegaio sono state riscontrate carenze igienico sanitarie che non consentono di ospitare un così alto numero di persone. A quel punto, inevitabilmente, è scattata la seconda ordinanza”.
“Ribadisco quindi che non c’è alcun rischio contagio, in quanto i richiedenti asilo provenienti dall’hub della Croce Rossa hanno sicuramente svolto le indagini mediche prima di essere inviati sul territorio – conclude Bonfanti – Le ordinanze sono conseguenti ad una mancanza di comunicazioni da parte dell’associazione ospitante e da mancanze relative all’edificio che non lo rendono attualmente agibile e non da un rischio rilevato come reale per i cittadini. Non creiamo allarmismo, non ce n’è davvero bisogno”.
Soddisfatti anche i consiglieri di Lega Nord Elisa Montemagni e Manuel Vescovi che aggiungono: “Non possiamo che condividere apertamente l’iniziativa del sindaco di Pescaglia, deciso a saperne di più sulle reali condizioni di salute degli immigrati ospitati sul suo territorio. Queste persone devono essere, infatti, sottoposte a tutti gli accertamenti sanitari del caso per scongiurare ipotetiche possibilità di contagio nei confronti dei residenti. Dopo i controlli scattati a suo tempo per alcune patologie infettive -rilevano i consiglieri – pare, infatti, che, successivamente, non sia stata inviata alcuna documentazione medica all’amministrazione comunale. Non bisogna creare facili allarmismi ma neanche rimanere inerti nei confronti di potenziali pericoli che possano coinvolgere i cittadini del posto. Se da un paio d’anni nonostante il normale avvicendarsi dei presunti profughi, il Comune non ha ricevuto le prescritte certificazioni mediche, allora è doveroso che il primo cittadino si attivi per sanare questa lacuna. Oltre ai controlli sanitari – concludono – è necessario che, qualora le strutture sul territorio adibite all’accoglienza non risultino idonee, queste ultime vengano immediatamente adeguate alle esigenze; l’importante è che, poi, com’è capitato recentemente nel pisano, non si protesti perché manca l’aria condizionata….”.