Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni

20 agosto 2017 | 09:21
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Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni
Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni
Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni
Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni
Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni
Lucca-Aulla, viaggio nel degrado delle stazioni

Circa due anni fa la Regione Toscana ha fatto investimenti cospicui per dotare la linea ferroviaria Lucca-Aulla di nuovi treni e l’utenza è aumentata. I turisti che raggiungono con il treno per vacanze la Valle del Serchio e la Garfagnana sono sempre più numerosi. Non solo treni e stazioni ferroviarie vengono utilizzate durante l’anno da molti pendolari, studenti, ma anche lavoratori. Siamo andati a verificare le condizioni del servizio a terra, ovvero delle stazioni ferroviarie e ne è emerso uno scenario a macchia di leopardo. Se da un lato ci sono stazioni ben tenute dall’altro quasi ovunque c’è il problema dell’inaccessibilità dei servizi igienici e la mancanza della biglietterie automatiche presenti solo nelle principali piazze. In alcuni casi per trovare un biglietto bisogna fare chilometri di strada.

Il nostro viaggio comincia da Piazza al Serchio, dove troviamo una struttura che, sia all’interno che all’esterno, è pulita ed accogliente. Nella sala d’aspetto c’è ancora lo sportello della biglietteria, anche se quest’ultima è chiusa da anni. I biglietti, tuttavia, possono essere acquistati alla macchinetta automatica, che risulta in funzione. Di fianco alla sala d’attesa c’è un bar, fuori dal quale, a un tavolo sistemato all’ombra di un pino, siedono quattro uomini intenti a giocare a carte. Costeggiando lo stabile, arriviamo di fronte ai bagni. Sono chiusi, ma un cartello – scritto anche in inglese – informa gli utenti che è possibile usarli chiedendo la chiave al bar. Nel piazzale antistante l’ingresso, c’è una fermata del bus, ma leggendo l’orario, si scopre che il servizio è sospeso dal 30 giugno.

Decisamente diverso è lo scenario alla stazione di Camporgiano. Nel parcheggio c’è una lunga fila di cassonetti per la spazzatura, dietro ai quali sono stati abbandonati rifiuti di ogni genere: tra gli altri, un congelatore, copertoni e copricerchi di un’automobile, motocicli per bambini, scatoloni, stracci, sacchi neri pieni di immondizia. Di fianco al primo cassonetto, sono parcheggiate due auto con targa francese. La sala d’aspetto della stazione è spoglia e sporca. Non c’è la macchina per fare i biglietti e un foglio affisso all’interno di una bacheca, informa che la rivendita più vicina è a Piazza al Serchio, ossia a sei chilometri di distanza. L’unica alternativa, è l’acquisto on line. All’esterno, sulla destra, ci sono i bagni, ma dato che le porte sono murate, pare proprio che siano chiusi da molto tempo. Non c’è una fermata dei bus e nemmeno un servizio taxi per raggiungere il centro del paese.
La stazione successiva è quella di Poggio, Careggine, Vagli. La facciata dello stabile è, tutto sommato, in buono stato. Dai manifesti che ci sono affissi, si capisce che dietro una delle quattro porte che si affacciano sul parcheggio, c’è la sede di un’associazione per la promozione e tutela del territorio di Sillano, Poggio e Filicaia e del gruppo donatori di sangue Frates. La piccola sala d’aspetto è “arredata” con due panche di legno e due macchinette per timbrare i biglietti, entrambe accese. Il problema, però, è riuscire a reperire questi ultimi, dato che la macchina self – service non c’è, e non è dato sapere se in zona è presente una rivendita. Un cartello informa che la stazione è dotata di un “sistema di videosorveglianza con gestione temporalizzata delle porte di accesso di notte”. L’altoparlante è in funzione, ed annuncia i treni in arrivo ed i ritardi. Le persiane delle finestre che si affacciano sui binari, sono in parte rotte. C’è una fontanella in ferro, ma è tutta arrugginita e senza il rubinetto. I bagni sono chiusi, e sulla soglia delle due porte si sono accumulati rami secchi, foglie ed erbacce. Nemmeno qui c’è una fermata dei pullman o l’indicazione di un numero per chiamare un taxi.
A Castelnuovo Garfagnana, invece, è tutto molto più in ordine. La sala d’aspetto è pulita ed accogliente. Vicino alla porta ingresso, sulla sinistra, un affresco che raffigura la Rocca ariostesca ed alcuni cavalieri, ricopre l’intera parete. C’è, e funziona, la macchina per acquistare i biglietti che, comunque, vengono venduti anche al bar adiacente. La nota dolente è rappresentata dai servizi igienici: anche se questa è la stazione più frequentata della Garfagnana, i bagni sono desolatamente ed inspiegabilmente chiusi. Problematico anche raggiungere il centro, non proprio vicinissimo a piedi: il servizio bus d’estate è sospeso (fermata valida solo per linee invernali, recita un avviso), e non sono segnalati numeri per chiamare un taxi.IMG 1249
Alla stazione di Fosciandora – Ceserana, ormai si fermano pochi treni. Ciononostante, lo stabile è ben tenuto. La sala d’aspetto è chiusa, ma sui binari è stata sistemata una pensilina che copre l’unica panchina su cui possono sedere i viaggiatori in attesa. L’altoparlante è in funzione, così come le macchinette per timbrare i biglietti, anche se non è dato sapere dove è possibile acquistarli. I bagni, come altrove, sono chiusi.
Proseguendo, arriviamo alla stazione di Castelvecchio Pascoli, e la prima cosa che si nota è un foglio di carta plastificato attaccato sulla persiana della sala d’attesa: c’è scritto vietato scaricare rifiuti. Dalla facciata laterale sinistra, si sono staccati dei pezzi di intonaco e le lettere ‘e’ e ‘c’ che compongono la scritta Castelvecchio. Il tutto giace sull’asfalto. Si conserva decisamente meglio l’altra parte della facciata esterna, quella che dà sui binari: il murales che fu realizzato qualche anno fa, dedicato a Giovanni Pascoli e raffigurante anche la Pania, il monte Forato ed alcuni scorci di Barga, resiste bene al passare del tempo. La sala d’aspetto è pulita e videosorvegliata. Non c’è la macchinetta automatica per fare i biglietti, e non è indicato da nessuna parte se c’è una rivendita. In passato, nella stanza accanto alla sala d’aspetto, era stato aperto un bar, che però ha chiuso i battenti da anni. Anche qui i bagni sono chiusi e non c’è la fermata dei bus. Su un adesivo appiccicato ad una canala, è però pubblicizzato un servizio taxi.
La stazione di Barga Gallicano è accogliente e ben tenuta, sia all’esterno che all’interno. Sulla facciata dell’ingresso, è stato disegnato un murales molto colorato, che ritrae un paesaggio. Un cartellone informa gli utenti che un’agenzia di viaggi gestisce la biglietteria e lo sportello informazioni (il lunedì mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, il martedì e il giovedì dalle 13,30 alle 18, e il sabato dalle 10 alle 12), fornendo i seguenti servizi: biglietteria Trenitalia, Italo e autobus. In ogni caso, c’è anche la macchinetta self service. Anche qui riscontriamo il solito disservizio, i bagni sono chiusi.
Il nostro viaggio termina a Fornaci di Barga, dove troviamo una sala d’aspetto spoglia e ben poco accogliente: c’è solo una panchina in ferro da quattro posti e una bacheca con gli orari dei treni. Non c’è la biglietteria, ma è in funzione la solita macchinetta automatica. Il sottopasso per attraversare i binari, costruito qualche anno fa, è stato imbrattato con scritte fatte con la vernice spray, e neanche il murales realizzato nel 2005 per celebrare i novant’anni della Metallurgica (oggi Kme), è stato risparmiato.
Una delle stanze della stazione è stata concessa alla biblioteca Gli Incartati, nell’ambito di un progetto di riqualificazione della stazione ferroviaria promosso dalla Regione e cofinanziato dall’Unione europea. L’orario estivo di apertura, si legge su un foglio appeso alla porta, è 20,30 – 22. Un’altra stanza, è occupata dall’ufficio distaccato del Comune di Barga. Anche qui non è possibile utilizzare i servizi igienici.

La posizione del comitato pendolari Lucca – Aulla
“La questione delle stazioni è complessa e spiegarla in due parole è difficile perché ogni volta è una storia diversa di rimpalli e difficoltà burocratiche per capire come fare a gestirle e garantire i servizi”. A parlare sono i rappresentati del Comitato pendolari Lucca-Aulla sul viaggio di Serchio in Diretta nelle stazioni lucchesi della linea ferroviaria. “La situazione è complessa e c’è molto da fare anche se è migliorata ora per ci sono delle buone prospettive. Noi come comitato recentemente siamo stati chiamati dalla Regione per capire come meglio investire le risorse che potrebbero arrivare dal ministero per migliorare il servizio ferroviario e in genere del trasporto pubblico nei territori serviti dalla Lucca-Aulla. Al momento sono allo studio gli investimenti per creare 5 stazioni hub ovvero stazioni dotate di una serie di servizi aggiuntivi che permettano veramente di muoversi con i mezzi pubblici. Sulla Lucca-Aulla sarebbero allo studio 5 di queste stazioni con una maggiore concentrazione nella parte alta del tracciato ovvero tra Lunigiana e Garfagnana, mentre per la Mediavalle non sarebbero previsti investimenti se non per l’eccezione di Bagni di Lucca. La logica infatti è creare le stazioni hub là dove c’è la necessità di avere un collegamento con altri mezzi tra le zone interne delle valli e la ferrovia, per permettere agli utenti di raggiungere le stazioni con mezzi pubblici. Bagni di Lucca sarebbe risultata più interna e strategica delle altre zone della Mediavalle. Poi sulle altre stazioni hub che potrebbero essere realizzate sappiamo che nell’idea c’è di farne 3 in Garfagnana e 2 in Lunigiana”. “Il valore aggiunto della stazione hub – spiegano gli attivisti del comitato – è che si tratta di presidi ben organizzati dove è possibile trovare una serie di servizi, dagli autobus alle altre attività che permettano un reale collegamento con le zone interne in modo che il cittadino possa raggiungere la stazione dal proprio paese senza dover utilizzare mezzi privati. La stazione hub sarebbe dotata anche di parcheggi, biglietteria e capolinea degli autobus”. Un’operazione per ora solo ipotetica o comunque alla studio del ministero e della Regione che si interseca con le sorti del Tpl, ma che potrebbe veramente migliorare i collegamenti pubblici tra le aree interne e i centri maggiori potenziando quella che è già una linea strategia come la Lucca-Aulla su cui, nei periodi ordinari, si muovono più di mille persone al giorno. Un passaggio fondamentale per avvicinare la periferia al centro e cercare di garantire a tutti cittadini lo stesso diritto alla mobilità. Al momento, per il comprensorio garfagnino, della questione si sta interessando anche il sindaco di Minucciano Poli.
“La questione della stazioni sollevata da Lucca in Diretta – continuano dal comitato – è complessa perché spesso ci sono problemi di risorse e alle volte anche di rimpalli di competenza. Ad esempio la biglietteria automatica che non è presente in tutte le stazioni è dovuta al fatto che il macchinario per i biglietti ha un costo elevato e Rfi non può metterlo su stazioni che non hanno un’utenza che possa giustificare questi costi in termini di rientro: per coprire il costo della biglietteria automatica dicono da Rfi servirebbe un transito di circa 400 o 500 persone al giorno. La questione dei bagni poi si lega al fatto che in molte stazioni ferroviarie la gestione è a carico dei comuni ed è difficile per gli enti garantire un servizio giornaliero di pulizia e vigilanza quindi spesso i servizi igienici vengono chiusi anche per evitare che possano diventare ricettacolo di altri problemi”.
“Comunque – continuano dal comitato Lucca-Aulla – nei prossimi mesi su alcune stazioni dovrebbero essere fatti degli investimenti. Ad esempio a Castelvecchio Pascoli sono previsti degli interventi per sistemare il tetto della stazione danneggiato da tempo e in quell’occasione da Rfi hanno spiegato che una volta aperto il cantiere valuteranno anche eventuali interventi sulla facciata. Lo scorso anno infatti i lavori sono stati fatti sulle stazioni della Lunigiana e quest’anno dovrebbero essere fatti su quelle della Garfagnana e Mediavalle. Altri interventi potrebbero essere previsti anche su altre stazioni tra Piazza al Serchio e Camporgiano”.

Massimiliano Piagentini