Appennino Garfagnana, comitato per il no: “Sindaci hanno rifiutato il confronto tv”

“Che gli argomenti del sì alla fusione dei tre comuni di Pieve Fosciana, Fosciandora e San Romano fossero deboli già lo sapevamo. Ma il comportamento comico quanto codardo dei tre sindaci in questione ce l’ha confermato alla grande”. La pensa così Leonardo Mazzei del Comitato per l’attuazione della Valle del Serchio in vista del voto di domenica e lunedì.
“Già agli inizi di ottobre – dice Mazzei – come Comitato per l’attuazione della Costituzione – impegnato da tempo nel sostegno del no al referendum di domenica – avevamo chiesto ai sindaci un dibattito pubblico per mettere a confronto le rispettive posizioni. Proposta rifiutata. Lorsignori non amano confrontarsi. Eppure sarebbe stata un’ottima occasione, sia per discutere civilmente le diverse opinioni, sia per favorire la partecipazione popolare ad una scelta che potrebbe avere notevoli ricadute sui cittadini dei tre comuni interessati. Ma loro no. Fedeli al metodo antidemocratico che si sono dati fin dall’inizio – quello di decidere in fretta e furia nel chiuso delle loro stanze – il dibattito l’hanno rifiutato”.
“L’avranno fatto perché la proposta veniva da noi? – prosegue – Dubbio legittimo, ma c’è qualcosa di più. Nella scorsa settimana si è mossa Noi Tv, proponendo un dibattito televisivo con la partecipazione del pubblico. Nell’ultima sera di campagna elettorale si sarebbero confrontati da una parte i tre sindaci, dall’altra tre rappresentanti del no. Il pubblico avrebbe potuto intervenire e fare domande. Ottima cosa, a nostro modesto giudizio, ma per nulla gradita dai sindaci fusionisti. In un primo momento hanno chiesto di anticipare il confronto a giovedì pomeriggio, registrando il dibattito e rendendo di fatto impossibile la partecipazione del pubblico. Poi, dopo che noi avevamo accettato anche questo spostamento, hanno semplicemente deciso di darsela a gambe. Che i loro argomenti siano assai più fragili di quel che vogliono far credere? Noi ne siamo certi da sempre, ma adesso ognuno può giudicare con il proprio cervello. Insomma, dopo aver ignorato la storia, violentato bellamente la geografia (in tutta sincerità, quale persona minimamente assennata avrebbe mai pensato di congiungere Fosciandora con San Romano fino alla loro pensata estiva?), dopo aver litigato con l’italiano sui nomi chilometrici e senz’anima del “comune fuso”, eccoci al disprezzo totale della democrazia e delle esigenze del confronto”.
“Ci riferiamo non tanto al disprezzo nei nostri confronti, che questo sarebbe il meno – conclude – Ciò che è grave è il disprezzo verso le ragioni che rappresentiamo, di più verso il diritto dei cittadini a farsi un’opinione anche attraverso il confronto delle idee e delle posizioni. Ma forse il disprezzo più grande l’hanno mostrato verso se stessi, alla propria incapacità di sostenere una scelta che pure hanno voluto in tutti i modi. Che questa auto-disistima regni nelle loro menti è la prova provata dell’insensatezza della loro proposta di fusione. Certo, al trio fusionista il Coniglio d’oro 2017, per la più ingloriosa fuga sul campo, non lo può togliere ormai nessuno. In quanto al referendum lo vedremo. Noi speriamo che i cittadini si ricordino per una volta a cosa portano le fusioni. Si pensi alle Usl, alla scuola, agli acquedotti: esse non portano (come recita invece la propaganda) ad una “razionalizzazione”, ma solo a nuovi tagli e ad un peggioramento dei servizi per i cittadini. E’ con il no, e solo con il no, che possiamo iniziare a fermare questa politica sciagurata”.