Un libro sulla vicaria di Trassilico

16 marzo 2018 | 08:37
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Un libro sulla vicaria di Trassilico

Si svolgerà domenica (18 marzo), alle 16, alla ‘Sala Guazzelli’ di Gallicano la presentazione del nuovo libro di Amedeo Guidugli, Gli Statuti della Vicaria di Trassilico. Il volume, edito da Tra le Righe Libri, viene presentato al pubblico con il patrocinio dei Comuni di Gallicano, Fabbriche di Vergemoli e Molazzana; del Centro internazionale di studi sulle Cerchia Urbane (Ciscu) e dell’Istituto Storico Lucchese (sezione di Gallicano).

L’evento sarà introdotto da Andrea Giannasi. Dopo i saluti delle autorità interverrà il professor Antonio De Angeli dell’Università di Siena. Poi sul palco sarà la volta del dottor Enrico Romiti presidente del Ciscu. Chiuderà i lavori l’autore Amedeo Guidugli.
Con questo nuovo lavoro storico, l’autore propone agli studiosi e agli appassionati di storia locale uno squarcio sulla storia della Vicaria di Trassilico, dalla metà del secolo XV alla seconda metà del XVIII, attraverso l’intero corpus degli Statuti vicariali e comunitativi, che superano le dieci unità. L’antica Vicaria, infatti, oltre al capoluogo Trassilico, comprendeva altre comunità soggette che oggi fanno parte dei Comuni limitrofi di Fabbriche di Vergemoli e Molazzana; ogn’una di queste comunità (a cominciare dal capoluogo) possedeva almeno uno Statuto proprio.
L’opera, di complessive 348 pagine, contiene in appendice anche un saggio di Enrico Romiti su: L’evoluzione dei centri fortificati nella vicaria estense di Trassilico, con una svariata quantità di disegni, tratti da antiche mappe, che raffigurano il territorio in questione e le singole comunità soggette e diverse foto in bianco e nero che ritraggono i siti fortificati dell’antica Vicaria di Trassilico.
La lettura di questi Statuti fa comprendere come molti dei temi e delle problematiche che stiamo vivendo oggi, (ad esempio il fenomeno dell’immigrazione) abbiano degli elementi di consonanza e di contatto con quelli vissuti in passato dagli abitanti di queste terre. E’ interessante constatare, come già nei secoli trascorsi, il potere centrale (rappresentato, nel caso specifico, dal duca di Ferrara, poi di Modena) avesse ritenuto utile individuare delle zone amministrative a carattere omogeneo da far amministrare da soggetti scelti dalla popolazione locale o, in casi particolari, da propri funzionari. L’intero ambito territoriale garfagnino fu diviso, pertanto, in quattro distretti più o meno ampi che presero il nome di Vicaria o di Podestaria a seconda della loro importanza.
Gli Statuti della Vicaria e quelli di ciascuna Comunità soggetta offrono un vasto repertorio di ordinamenti pubblici, con norme di carattere civile e amministrativo; di comportamenti individuali e collettivi; di regole basate sul principio, più o meno elastico, dell’autodeterminazione. Tutto ciò per garantire un modello amministrativo locale basato sull’identità sociale, sulla graduale integrazione dei forestieri, sulla convivenza all’interno di ogni singolo paese.