Brunini all’Irish con ‘L’isola dei giocattoli difettosi’

Torna a Lucca, al McCulloughs Irish Pub, il cantautore Andrea Brunini, per presentare il nuovo album L’isola dei giocattoli difettosi. Dopo aver inaugurato il tour invernale in apertura a Sasha Torrisi e Tolo Marton, il 2018 ha visto Andrea e la sua band (Filippo Bertolacci alla batteria e Matteo Consolati Casali al basso) collaborare con artisti come Elya e Roberto Visentin, Alteria e Finaz, chitarrista della Bandabardò, ma questi sono solo alcuni dei nomi con cui il cantautore ha condiviso e condividerà ancora il palco nei prossimi mesi. Diviso ormai tra Veneto, Trentino Alto Adige e Toscana, giovedì (26 aprile) Andrea torna nella sua città e sarà al McCulloughs Irish Pub per presentare in chiave elettroacustica il nuovo disco uscito ad ottobre.
Disponibile iTunes e su tutti gli store digitali, L’isola dei giocattoli difettosi segue il progetto precedente, Vietato calpestare i sogni, uscito a dicembre 2015. Stavolta non c’è un filone musicale ben definito ma Andrea attraversa molti stili, con sperimentazioni che prendono spunti anche dal punk-rock o dal rap, anche se come sempre la massima importanza è data alle parole, portando l’attenzione sulla storia che sta alla base dell’album, legando ogni brano quasi fosse un telefilm a puntate.
Il singolo di lancio è Giulia, breve descrizione di un viaggio introspettivo ed emotivo che Andrea fa grazie alla conoscenza di una ragazza, Giulia appunto, che è la protagonista della storia che L’isola dei giocattoli difettosi va a raccontare.
L’album è disponibile online in anteprima sulla piattaforma SoundCloud da lunedì 9 ottobre, in concomitanza con l’uscita del secondo singolo e prima traccia del disco, Fuori Posto. Fuori Posto è un brano che si discosta dalla storia narrata, ponendo l’attenzione su uno stato d’animo, sul sentirsi appunto “fuori posto” rispetto a una società di etichette e conformismo in cui Andrea non si rivede, un giocare con le immagini che non mira a giudicare ma a mostrare un mondo differente, a cui il cantautore non sente di appartenere. Il brano, così come il video, gioca con ironia ed è questo il suo punto di forza.