Ercolini attacca Kme: ‘Ignora territorio ribadendo slogan”

8 agosto 2018 | 14:00
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Ercolini attacca Kme: ‘Ignora territorio ribadendo slogan”

A poche ore di distanza dall’incontro di presentazione del progetto di Kme al cinema Roma di Barga, Rossano Ercolini, presidente di Zero waste Italy, interviene sulla questione. Ercolini attacca la posizione di Kme, che “non ha ancora espresso un progetto chiaro, continuando a sottoporci discorsi generici e a spot pubblicitari ignorando il territorio”.

“E’ ormai un monologo – commenta Rossano Ercolini – quello della direzione Kme che ignorando il territorio, i sindaci e soprattutto le popolazioni continua a sottoporci a discorsi generici e a spot pubblicitari circa un piano che non c’è. Infatti anche l’altra sera nel consiglio comunale aperto (all’intervento dell’azienda ma non dei cittadini che comunque erano presenti in massa) tenutosi a Barga al cinema Roma, solo slogan pubblicitari in bocca all’amministratore unico Pinassi che ha rimandato per l’ennesima volta ad un progetto vero e proprio pronto a settembre. Nel frattempo i numeri sono elastici circa i flussi di scarto di pulper che arriverebbero a Fornaci di Barga alla fonderia; a volte si è affermato di 85.000 tonnellate anno adesso si è arrivati a 100.000. Ciò equivarrebbe a trattare Oltre lo scarto di pulper del distretto cartario locale (del quale non ci sono dati ufficiali circa la produzione aggiornata di questo scarto che da nostre valutazioni tende a diminuire e che comunque non supererebbe le 90.000 tonnellate). Infatti la presenza nei maceri (come confermato da Comieco) di impurità che danno vita allo scarto di pulper tende a diminuire in conseguenza di Raccolter differenziate sempre più pulite. Nel recente rapporto 2018, Comieco afferma che nei maceri da Rd le “impurità” arrivano ben al di sotto del 2% per effetto della generalizzazione del porta a porta che produce materiali cartacei sempre più puliti mentre il tasso maggiore di impurità (circa il 4,9%) deriva dai contesti come quelli della prevalenza della Toscana dove prevale ancora la raccolta stradale”.
L’intera Valle del Serchio rischia di essere trasformata in un polo di industria dello smaltimento: “Ciò vuol dire – prosegue -, se i numeri non sono un’opinione, che Kme si candida a bruciare non solo il pulper locale ma anche quello di importazione proveniente da altri contesti italiani. Kme, al di là di affermazioni di facciata di fatto e per normativa vorrebbe uno smaltitore di rifiuti speciali (visto che per esercire l’impianto dovrebbe divenire “smaltitore autorizzato” di rifiuti) spostando sensibilmente il ‘core businnes’ dal rame al trattamento rifiuti operando quel passaggio che si chiama ‘dumping ambientale’. Il rischio più che concreto è che l’intera Valle del Serchio (definita adesso la Valle del buono e del bello) venga trasformata in un polo di industria dello smaltimento. L’altro effetto collaterale di questa operazione sarebbe quello di seppellire il progetto ecopulplast che invece, essendo già in fase di realizzazione industriale per produrre pallet da “pulper” punta sul recupero di materia (plastiche da parte di Selene e fibre cellulosiche, acqua e sabbia da parte delle maggiori cartiere del comparto ondulato). Altro che economia circolare. Se il pirogassificatore dovesse essere realizzato esso vanificherebbe i risultati di ecopulsplast, esempio di economia circolare e condivisa con il territorio”.
“Per questo Zero Waste italy e le associazioni Ambiente e Futuro – conclude – chiedono che i cartari escano dal silenzio e affermino la loro posizione sia verso l’operazione Kme e sia verso il futuro di Ecopulplast dove peraltro aziende lucchesi importanti come Selene stanno investendo. Deve esser chiaro che al netto delle loro preoccupazioni legittime sulla necessità di affrontare il problema del pulper i cartari stanno per lavorare nella prospettiva dell’economia circolare oppure per puntare su un ritorno indietro alle “esternalizzazioni ambientali” ghiottamente offerte dall’operazione Kme. Anche il mondo politico ed istituzionale locale, regionale e nazionale deve uscire dal silenzio e dire se sceglie gli orizzonti della sostenibilità e della condivisione dei territori oppure se torna alle anacronistiche politiche industriali dell’impresa-lavoro contro salute ed ambiente. Preoccupante, infine, è che Kme eviti accuratamente di far riferimento ad ‘esempi industriali’ su cui basare la ‘credibilità’ del piro. Si continua a parlare vagamente di esempi norvegesi, scandinavi non ben definiti. Sta di fatto che ad oggi non esistono esempi industriali di ampia scala di pirogassificatori in grado di trattare rifiuti eterogenei. Se ne hanno da esibire lo facciano a meno che non facciano riferimento a ‘casi nostrani’ perseguiti e morti a Pontedera e a Castelfranco di Sotto”.