Spirale, enti scrivono a nuovo presidente provincia Trento

Una lettera indirizzata al nuovo presidente della provincia autonoma di Trento per salvare i 42 lavoratori (39 dei quali con contratto a tempo indeterminato) dello stabilimento Nora Spirale di Monsagrati. Dopo l’incontro svoltosi a Palazzo Ducale, a Lucca, mercoledì (24 ottobre) convocato dalla Regione Toscana alla presenza degli amministratori locali e delle organizzazioni sindacali, prosegue la battaglia politica sulla questione Nora-Spirale. Il governatore regionale Enrico Rossi e il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini hanno inviato una lettera a Maurizio Fugatti, informandolo sui fatti e aprendo ad un incontro per discutere sulla vicenda.
Ecco il testo della lettera: “Desideriamo intanto esprimerle i nostri più sentiti complimenti per la sua elezione alla presidenza della provincia autonoma di Trento e formularle un augurio di buon lavoro per questa sua nuova avventura politico-amministrativa. Nell’occasione poniamo alla sua attenzione una vicenda che sta – in questi giorni – assumendo sul nostro territorio, e non solo, un rilievo sempre più importante: quella dell’azienda Spirale Group, che ha la sua sede centrale a Cinte Tesino, in provincia di Trento, ed uno stabilimento a Monsagrati, località nel comune di Pescaglia, in provincia di Lucca. La Spirale Group, grazie ad agevolazioni da parte di Trentino Sviluppo Spa, agenzia della provincia autonoma di Trento, doveva aumentare la propria produzione, con il potenziamento degli stabilimenti già presenti a Cinte Tesino, creando 35 nuovi posti di lavoro. Purtroppo, quasi contestualmente, la Spirale Group (che produce sul nostro territorio stivali in pvc con marchio Nora) ha deciso di chiudere il suo stabilimento di Monsagrati, una sorta quindi di delocalizzazione di fatto. Non ci sarebbe quindi nessun potenziamento della produzione ma solo uno spostamento, tra l’altro con un saldo occupazionale negativo. E’ questo un fatto negativo per il nostro territorio, che registrerebbe in questo modo la perdita di ben 39 posti di lavoro, con ricadute economiche e sociali molto serie. Senza entrare nel merito di scelte industriali, è evidente che se tutto ciò venisse confermato saremmo di fronte ad uno scenario sostanzialmente nuovo e per certi versi preoccupante: quello di una delocalizzazione che avviene – grazie ad aiuti pubblici – all’interno dello stesso territorio nazionale. Come amministratori, ci sentiamo in dovere di informare della vicenda descritta anche il ministero dello sviluppo economico. Comprendiamo che, essendo stato eletto solo pochi giorni fa, non avrà ancora potuto prendere visione e conoscenza della situazione che le abbiamo descritto. Per questo con la presente ci siamo sentiti in dovere di sottoporre alla sua attenzione questa vicenda che – come già detto – sta preoccupando molto i lavoratori e le loro famiglie, i sindacati, gli amministratori comunali, provinciali e regionali. Rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione e siamo disponibili per un eventuale incontro al fine di discutere di questa vicenda”.