Kme, accordo con i cinesi per l’ottone: è bufera

“Kme rispetti gli accordi sindacali”. Sale in trincea Fiom Cgil dopo l’accordo raggiunto dalla società con il gruppo cinese, Zhejiang Hailiang Co, per la cessione delle barre in ottone e dei tubi negli stabilimenti del gruppo europeo. Secondo la Fiom Cgil questa intesa non terrebbe conto dell’accordo sottoscritto con le sigle per il rilancio degli stabilimenti.
“In Italia – sottolinea il segretario regionale della Fiom Cgil, Massimo Braccini – le barre vengono prodotte nello stabilimento di Serravalle Scrivia e vi lavorano circa 150 dipendenti, mentre la lavorazione dei tubi, sempre prodotti nel sito di Serravalle, era già stata passata ad altra società di cui Kme detiene il 51%, ma che a seguito di questa operazione prevediamo sia ceduta definitivamente”.
“Il 22 ottobre scorso – ricorda ancora Braccini – abbiamo firmato con Kme un accordo sindacale che prevedeva il rilancio dei siti in Italia (Fornaci di Barga, Serravalle Scrivia, Firenze) con specifici investimenti. Alla Kme Brass di Serravalle nell’accordo è prevista la specializzazione dello stabilimento nel settore barre di ottone e il rientro di volumi produttivi da altri stabilimenti del gruppo. L’azienda si era impegnata peraltro a non spostare produzioni che potessero implicare la perdita di volumi produttivi, qui invece siamo proprio alla cessazione di attività. Questa operazione implica un restringimento produttivo, dei prodotti, degli stabilimenti e dei livelli occupazionali della Kme in Italia che, nonostante i molti passaggi societari avvenuti in questi anni, mai erano avvenuto a questo livello. Le barre sono sempre state un settore importante che ha sempre dato risultati positivi e gli stabilimenti di Fornaci di Barga e Serravalle sono sempre stati i pilastri produttivi del gruppo. Così resterebbero solo le produzioni nel sito di Fornaci ed il centro direzionale a Firenze,con tutte le incognite del caso. Non condividiamo questa operazione e chiediamo il pieno rispetto degli accordi sindacali. Convocheremo un coordinamento sindacale nazionale, valutando di proclamare anche specifiche iniziative di mobilitazione. Verificheremo se l’acquisizione da parte di Kme dell’azienda tedesca Mkm va a definizione ed in che termini, ma, visto la situazione, si rende necessario un urgente passaggio al Ministero dello sviluppo economico per chiarire le prospettive industriali del gruppo Kme in Italia”.