bilanci e prospettive

Mediavalle e Garfagnana, le Unioni dei Comuni ascoltate in Regione a dieci anni dalla legge

16 febbraio 2022 | 14:41
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Mediavalle e Garfagnana, le Unioni dei Comuni ascoltate in Regione a dieci anni dalla legge

Ribadita l’importanza dello strumento e tracciate le rotte del miglioramento

Le commissioni affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), e aree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd), hanno tenuto ieri pomeriggio (15 febbraio) un’audizione delle Unioni dei Comuni della Garfagnana, della Mediavalle del Serchio e della Versilia sui temi legati agli esercizi associati e alle loro funzioni.

“L’Unione è strategica per il nostri territorio – ha detto in apertura Michele Giannini, sindaco di Fabbriche di Vergemoli e vicepresidente dell’Unione dei comuni della Garfagnana -. Mette insieme sedici Comuni e nonostante la parcellizzazione del territorio, siamo riusciti a portare a risultato il piano strutturale unico e il piano operativo unico della Garfagnana. Abbiamo diversi servizi svolti insieme: centrale di committenza, pianificazione urbanistica, polizia municipale. Da noi, l’Unione funziona ed è necessaria. Le esigenze principali riguardano la necessaria attenzione economica per il calo di personale degli ultimi anni; una criticità sulle materie forestali: abbiamo la delega, ma abbiamo difficoltà a gestire con nostri operai, c’è difficoltà a integrare le risorse necessarie per coprire il costo dei dipendenti, con conseguente calo del personale a disposizione. L’altra criticità è la norma che non prevede mobilità dei vigili urbani all’interno dell’Unione. Infine, la richiesta di prevedere la facoltà di far parte della Giunta anche ai vicesindaci, per consentire, attraverso un secondo soggetto delegato, una migliore efficienza delle Unioni dei comuni”.

“Le aree interne sono frutto di discussione nel Consiglio regionale, ma anche di politica nazionale – ha detto Marco Remaschi, sindaco di Coreglia Antelminelli e presidente dell’Unione Mediavalle del Serchio -. La nostra Unione vede coinvolti cinque Comuni che hanno provato a lavorare su temi di grande importanza: territorio, urbanistica. Stiamo ultimando il piano operativo intercomunale. Il nostro auspicio è che dalla Toscana arrivi un segnale forte al Governo e all’Europa per maggior risorse alle aree interne. Quello che serve subito, è una sterzata sui temi della sanità e del sociale: sono abbastanza polemico con alcune linee di programmazione anche regionale. Bisogna capire quali dovranno essere le funzioni degli ospedali minori, periferici, e della sanità territoriale. Non è pensabile che si possa far spostare le persone che vivono in questi territori, molte in età avanzata, per sostenere esami banali come elettrocardiogrammi, ecografie, radiografie. La struttura privata è diventata il vero punto di riferimento nella Garfagnana. È necessario indirizzare risorse specifiche non solo per infrastrutture, ma per attrezzature e personale. Alcune situazioni legate al Pnrr ci stanno facendo capire che serve una visione più ampia rispetto al piccolo comune, uno sviluppo territoriale condiviso”.

“Per Comuni sotto i 2mila abitanti sarebbe utile l’obbligatorietà con la creazione di gruppi tecnici di lavoro a supporto della loro attività. C’è la volontà di attivare un progetto pilota per la forestazione: come Media valle fungiamo solo da capofila con altre Unioni di Comuni tra la Lunigiana, l’alta Versilia, la Garfagnana, la media valle e l’Appennino pistoiese, per la coltivazione del bosco e tutta una serie di attività in ambito forestale. Se cade la delega alla forestazione, chiudono le unioni dei Comuni e sarebbe un dramma per un territorio come il nostro – va avanti Remaschi -. L’invito è, al contrario, a potenziare gli investimenti sulle Unioni, con risorse dedicate in maniera continua a una progettualità d’insieme che aiuti a crescere questi territori. Il ruolo della Regione credo non mancherà, le criticità verranno superate, per non lasciarci soli”.

Il sindaco di Camaiore, Alessandro Del Dotto, presidente dell’Unione della Versilia propone aspetti di riflessione su cui la Regione può giocare ruolo. “La riflessione dovrà essere seria sull’esperienza delle Unioni, non perché non funzionino, ma per interpretare le sfide ambientali che dovranno essere affrontate in chiave di area vasta. Sfide per le quali ritengo che le Unioni possano essere uno dei migliori modi di lavorarci – interviene Del Dotto -. Si deve ricercare una visione più complessiva, l’incentivo a far parte di contesti organizzati, con la possibilità di condividere gli investimenti della Regione. Misure incentivanti sono da preferire. C’è poi una questione di carattere tecnico-amministrativo, che riguarda la dotazione di personale: si soffre particolarmente in questo momento. Le strutture sono indebolite da anni di tagli, ora che sarebbe necessario uno sforzo più ampio. Il tema della partecipazione alle giunte è molto importante: poter delegare soggetti quali i componenti del Consiglio dell’Unione sarebbe una passo in avanti e c’è il fronte dei compensi: si fatica a trovare consiglieri comunali che abbiano voglia e possibilità di impegnarsi in questa ulteriore funzione. Infine, si dovrebbero definire meglio meccanismi di entrata e uscita. In Toscana è diffusa la questione degli ingressi e delle uscite con fasi oscillanti di espansione e contrazione delle Unioni, che limitano le possibilità di sviluppo”.

“Siamo alla fine delle audizioni delle Unioni dei Comuni, abbiamo sentito tanti presidenti, mi sembra di capire che qualcosa va rivisto dopo dieci anni che le Unioni sono state istituite – dichiara Luciana Bartolini (Lega), vicepresidente della commissione Aree interne -. Sui vicesindaci in Giunta: la questione è da tenere in considerazione. Tutti si lamentano perché mancano risorse economiche. C’è il problema della sanità territoriale: come diceva giustamente Remaschi, non si possono far spostare tante persone anziane. Sulle sfide ambientali qualcosa bisognerà fare, dovremo riflettere sul funzionamento perché le Unioni possano affrontarle. Vorrei tener conto delle difficoltà che i vari presidenti ci hanno portato nel corso di tutte le audizioni”.

“Ringrazio i sindaci che hanno accolto il nostro invito a un giro di confronto, molto approfondito – dice Niccolai -. È un momento di bilanci, a dieci anni dalla legge 68, ci domandiamo in che modo si possa fare un tagliando e migliorarla. Ho colto anche oggi la positività dello strumento Unione. Al di là delle campagne d’opinione, capire la validità di ogni strumento istituzionale è un elemento fondamentale. Sui meccanismi di funzionamento ne discuteremo come Regione quando affronteremo la riforma della legge. Abbiamo anche dei vincoli, dati da un orientamento recente della Corte costituzionale, che riconosce potestà rilevante allo Stato sugli enti locali. Questo ridurrà la capacità delle Regioni. Per quanto riguarda la forestazione, la mia opinione personale è che il mantenimento delle funzioni alle Unioni sia fondamentale, anche in ottica di maggiore aderenza alle necessità del territorio. Lo strumento Unione è fondamentale per gestione territori montani, ma importante anche per altre tipologie di territorio”.

“È evidente che le aree interne e insulari debbano far parte di un disegno complessivo della Toscana. Lo strumento è il Piano regionale di sviluppo, per dare vita a una visione e premiare questo approccio sovracomunale – dichiara il consigliere Gianni Anselmi (Pd) -. Non ci dovrà essere un accesso estemporaneo a risorse finanziarie, ma una visione strategica per questi ambiti territoriali. Sulla parte sociosanitaria, abbiamo avviato alcune attività collegate ad atti d’indirizzo in Consiglio regionale. Uno di questi, a firma mia e dei colleghi del Pd, poggia su delibera Giunta che merita di essere implementata. Il tema degli ospedali meno attrattivi esiste, abbiamo il compito di favorire un flusso di personale medico verso quelle destinazioni, incoraggiando i rapporti interaziendali e spingendo molto sulle relazioni tra ospedale e ospedale. Ci sono gli incentivi economici e si prevedono quattro tavoli, anche per la creazione progettualità professionali di per sé incentivanti”.