Il Consiglio di Stato elimina i vincoli, ma la sentenza non è mai stata trascritta: bloccati i lavori per allargare il parcheggio in Caponnetto

23 febbraio 2023 | 11:07
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Il Consiglio di Stato elimina i vincoli, ma la sentenza non è mai stata trascritta: bloccati i lavori per allargare il parcheggio in Caponnetto

Il sindaco: “La storia di quell’area ha dell’incredibile e risale al 1993. Stiamo lavorando per poter togliere tali vincoli”

Ancora bloccati i lavori per l’allargamento di piazzale Caponnetto a Gallicano. Il motivo? Una lunga e surreale vicenda che risale a 30 anni fa con una sentenza del Consiglio di Stato – che nel 2001 aveva eliminati i vincoli imposti dal Ministero sull’area – che non è stata trascritta. I vincoli del 1997, quindi, sono ancora presenti sulle mappe regionali e l’amministrazione allo stato attuale dei fatti non può procedere con il cantiere.

Il sindaco David Saisi ricostruisce la vicenda: “Stiamo lavorando da un paio di anni sul progetto per l’allargamento del parcheggio in Caponnetto. La storia di quell’area ha dell’incredibile e proverò a sintetizzarla per quanto mi è possibile per farvi capire quanto le cose a volte siano complicate. Mi aiuterò prendendo info da una relazione effettuata dalla dottoressa Citti ex segretario del comune di Gallicano.
Nel 1993 il comune di Gallicano, inserisce nei piani di programmazione la realizzazione di un parcheggio nel centro storico. Nel 1994 veniva ribadita la necessità di tale opera e veniva modificato il piano finanziario originario prevedendo la realizzazione di uno ‘spazio funzionale a servizio del centro storico’ per una spesa di 334mila lire. Sempre nel 1994 veniva adottata la variante urbanistica per realizzare l’opera. Nello stesso anno la congregazione religiosa suore oblate dello Spirito Santo, proprietaria del terreno, presentava osservazioni alla variante e il consiglio comunale approvava le controdeduzioni. Nel 1995 il Sindaco disponeva l’occupazione d’urgenza dei terreni e venivano iniziati i lavori di realizzazione”.

Ma l’iter per il progetto si è bloccato: “Nel frattempo la congregazione religiosa, al fine di opporsi all’opera, proponeva diversi ricorsi al Tar della Toscana – prosegue il primo cittadino -. Nel 1996 il Tar emetteva sentenza favorevole al comune di Gallicano che quindi emetteva il decreto di esproprio dell’area. Tale decreto veniva nuovamente impugnato dalla congregazione religiosa dinanzi al Tar che nel 2000 accoglieva il ricorso. Il Comune a sua volta impugnava quest’ultima sentenza del Tar dinanzi al Consiglio di Stato. Nel frattempo, nel 1995 la sovrintendenza dei beni culturali e ambientali di Pisa richiedeva al ministero per i beni culturali e ambientali l’istituzione del vincolo diretto per il ‘Palazzo Moni e Orti’ di proprietà della congregazione religiosa e l’imposizione di prescrizioni sulle aree circostanti l’edificio, parzialmente interessate dai lavori appaltati dal comune di Gallicano. Nel 1997 il ministero, con due decreti, dichiarava il ‘Palazzo Moni e Orti’ di interesse particolarmente importante e determinava pesanti prescrizioni sull’area circostante, anche non immediatamente adiacente l’edificio. Il comune di Gallicano impugnava i decreti del Ministero sopracitati dinanzi al Tar della Toscana che però respingeva il ricorso“.

La curiosa vicenda non finisce qui: “Il Comune allora impugnava tale sentenza del Tar dinanzi al Consiglio di Stato – la ricostruzione di Saisi -. Nel 2001 il Consiglio di Stato riuniva i due ricorsi del Comune e li accoglieva entrambi. Per effetto di tale sentenza veniva fatto salvo il decreto di esproprio e venivano eliminati i vincoli imposti dal Ministero sull’area interessata dai lavori. Il progetto viene ridimensionato rispetto all’originale e viene realizzato il piazzale Caponnetto che tutti noi conosciamo. Se non sbaglio viene inaugurato nel 2003″.

Adesso il Comune intende allargare il piazzale: “Tutta questa storia che c’entra con il progetto attuale? La sentenza del Consiglio di Stato non è mai stata trascritta e i vincoli apposti dal Ministero nel 1997 risultano ancora presenti sulle mappe regionali – precisa Saisi -. Stiamo lavorando per poter togliere tali vincoli, con i quali, non potremmo fare l’ampliamento”.