Lago di Isola Santa, l’associazione Val d’Arni: “La marmettola rischia di rovinarlo”

19 novembre 2023 | 23:12
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Lago di Isola Santa, l’associazione Val d’Arni: “La marmettola rischia di rovinarlo”

Lettera a Regione, Parco Alpi Apuane e Comuni di Careggine e Stazzema: “Fenonemo in atto da alcuni anni e prima del tutto assente. Sospeso l’allevamento di avannotti di trota fario”

“La marmettola rischia di rovinare il lago di Isola Santa”. Lo pensa l’Associazione Pesca Sportiva Val d’Arni.

“Il lago di Isola Santa, visitato negli ultimi anni da un numero crescente di turisti – dice il presidente Gabriele Mazzei – spesso presente sulle migliori pubblicazioni turistiche, ed apparso in diverse trasmissioni televisive anche per la purezza delle sue acque, rischia di andare in rovina a causa di una presenza di marmettola che si manifesta ad ogni aumento significativo della portata della sorgente che lo alimenta. Si tratta di un fenomeno in atto da alcuni anni, in passato del tutto assente, e ad oggi completamente irrisolto”.

Per denunciare questa situazione e per sollecitare i necessari interventi a tutela di questo ambiente unico, posto fra l’altro nel cuore delle Apuane, l’Associazione Pesca Sportiva Val d’Arni ha scritto alla Regione Toscana, al Parco delle Alpi Apuane, all’Arpat ed ai Comuni di Careggine e Stazzema, chiedendo l’impegno di tutti al fine di trovare al più presto una soluzione al problema.

“Le limpide acque del lago di Isola Santa devono essere tutelate dall’inquinamento – dicono –  La nostra associazione, alla quale la Regione ed i comuni interessati hanno affidato la gestione della zona di pesca a regolamento specifico (nel lago), nonché di quelle soggette a divieto di pesca continuativo (nel torrente a monte ed a valle del bacino), ha iniziato ad operare nell’anno 2000. Un’attività portata avanti con la cura costante delle sponde, il taglio erba, la pulizia della boscaglia, l’asportazione degli alberi caduti, la rimozione di alcune vecchie discariche abusive, il ripristino dei sentieri di accesso al lago, la produzione di avannotti di trota fario con l’utilizzo di alcune sorgenti sulla sponda sinistra del lago. Quest’ultima attività è stata poi abbandonata proprio a causa dell’inquinamento da marmettola”.

“L’Associazione ha sostenuto e sostiene tutte queste attività con contributi propri e con la tassa versata dagli appassionati per svolgere la loro attività di pesca – prosegue la nota – L’associazione non ha mai ricevuto dal 2000 ad oggi nessun contributo pubblico, né ne ha mai fatto richiesta. E francamente non sappiamo quante altre associazioni possano dire la stessa cosa.  Questo recupero del lago a fini ambientali e sportivi è stato accompagnato da investimenti pubblici e privati nel borgo antico di Isola Santa, in pratica circondato dal lago stesso. A seguito di tutti questi interventi, un lago sostanzialmente abbandonato a sé stesso ed un Borgo antichissimo che stava andando in rovina, hanno conosciuto un grande rilancio. Ed oggi Isola Santa è un luogo visitato da decine di migliaia di persone all’anno, conosciuto ben oltre la provincia di Lucca, la cui immagine viene utilizzata da numerosi siti e pubblicazioni”.

“Adesso, tutti questi risultati rischiano di essere seriamente compromessi dal problema della marmettola – dice l’Associazione Pesca Sportiva Val d’Arni – Troppo spesso, infatti, il torrente che collega la sorgente al lago, trasporta in quest’ultimo importanti quantità di marmettola. L’acqua della sorgente La Pollaccia esce da un labirinto di tunnel, una grande cavità carsica profonda oltre 100 metri cui possono accedere solo gli speleosub più esperti, i quali ci hanno purtroppo testimoniato la presenza di polvere di marmo (la marmettola, appunto) che si è depositata in questi tunnel quasi “intonacandoli”. Ad ogni minimo ingrossamento della sorgente, sempre a seguito di piogge di una qualche intensità, il torrente trasporta la marmettola fino al lago, rendendo biancastre le sue acque. Ogni volta che il fenomeno si verifica, questo intorbidimento dura settimane. La marmettola è una polvere finissima che rimane a lungo sospesa nell’acqua, penetrando così nelle branchie degli avannotti soffocandoli. Depositandosi poi sui fondali, la marmettola ha su di essi una sorta di “effetto cemenFto” che impedisce lo sviluppo della micro-fauna, assolutamente indispensabile per la vita dei pesci e per l’ambiente in generale”.

“Cosa provoca questo fenomeno? – spiega l’associazione – A monte di Isola Santa, in una zona quasi del tutto disabitata, sono in attività numerose cave di marmo ed alcuni cantieri di rimozione dei ravaneti marmiferi. Francamente, non ci sembra così difficile capire da dove possa arrivare la marmettola. Già sei anni fa (e ripetutamente negli anni seguenti) abbiamo denunciato queste problematiche agli enti competenti. Sulla questione, ci sono stati inoltre articoli di stampa e servizi televisivi. Abbiamo presentato denuncia scritta al corpo dei carabinieri forestali, abbiamo accompagnato in sopralluogo alla sorgente i carabinieri forestali di Pietrasanta, ed altro ancora. L’Arpat ha posto in funzione da circa 3 anni un rilevatore di torbidità proprio all’uscita della sorgente, ma non sappiamo con quali risultati. Ci chiediamo come sia possibile che venga tollerata questa situazione, che in sei anni non si sia arrivati a nulla, che niente si sappia delle nostre denunce”.

“Chiediamo quindi – conclude l’appello – che quanto non è stato fatto finora venga fatto d’ora in avanti, perché l’attuale inerzia non è tollerabile. Chiediamo il controllo delle cave a monte, una seria verifica di come raccolgono e smaltiscono la marmettola, l’accertamento di possibili sversamenti, il controllo dei bacini di lavorazione per verificare la presenza di eventuali feritoie che ingoino ad un tempo acqua e marmettola trasportandole così a valle. Chiediamo di bloccare l’escavazione dei ravaneti sui corsi d’acqua. Non abbiamo mai pensato che si potesse fare tutto subito. Ma dopo 6 anni la pazienza è davvero finita. Noi siamo sempre disponibili a confrontarci con tutti, ma chiediamo di sapere da tutti gli enti in indirizzo quali iniziative concrete intendono mettere in atto per venire a capo della questione”.