Parco delle Alpi Apuane, il coordinamento ambientalista: “Si avvii al più presto il bando per il nuovo direttore”

1 febbraio 2024 | 14:55
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Parco delle Alpi Apuane, il coordinamento ambientalista: “Si avvii al più presto il bando per il nuovo direttore”

L’associazione: “Sul piano del parco promuoviamo la promozione di una partecipazione attiva dei cittadini che può essere stimolata attraverso finanziamento della Regione Toscana”

La sera di martedì (30 gennaio) il consiglio direttivo del Parco Regionale delle Alpi Apuane ha deliberato la nomina dell’ingegner Riccardo Gaddi per lo svolgimento temporaneo e parziale dell’incarico di direttore

Poche settimane prima, l’11 gennaio, il coordinamento ambientalista apuoversiliese ha incontrato il presidente Andrea Tagliasacchi presentando una serie di istanze tra le quali l’aumento del personale con particolare riferimento ai guardiaparco.

“Alla luce di tale richiesta – dice il coordinamento ambientalista apuoversiliese – si chiede al presidente Tagliasacchi di avviare quanto prima il bando per il nuovo direttore sottolineando che l’incarico di direttore all’ingegner Gaddi, già direttore del Parco di Migliarino San Rossore e Massaciuccoli, ridurrà ulteriormente la forza lavoro in entrambi i parchi, impegnati nell’iter di adozione da parte della Regione Toscana dei rispettivi piani integrati da cui dipende la loro futura gestione. Un iter di per sé non trasparente in cui associazione e comitati denunciano la riduzione di tutela esplicitata nella riduzione di superficie dell’area protetta, riguardante in particolare il Parco Msrm, e, per quanto riguarda il nuovo Piano delle Apuane, in un aumento dell’attività di escavazione che ha già raggiunto importanti e devastanti risultati, in modo particolare grazie al piano regionale cave imponendo un modello economico che priva le comunità locali delle risorse da cui dipende il loro presente e futuro (acqua, biodiversità, paesaggio, sicurezza idrogeologica), che ha trasformato le Apuane in un distretto minerario con riduzione progressiva di occupazione e coesione sociale“.

Al di là di quanto afferma la Cosmave – prosegue – solo l’1 per cento del marmo estratto è destinato a fini artistici e sono migliaia i posti di lavoro persi con la chiusura delle attività di lavorazione del marmo nella piana per il progressivo aumento dell’esportazione del marmo in lastre, blocchi e polvere di carbonato di calcio. A questi signori ricordiamo che la provincia di Massa Carrara ha un tasso di disoccupazione superiore alla media regionale e nazionale. Il Comune di Carrara è tra i più indebitati d’Italia a causa delle spese dirette ed indirette dovute al comparto marmifero che soffoca qualsiasi altro tipo di economia. Un vorace estrattivismo che sta divorando insieme alle montagne, agli ecosistemi che ospitano e ai beni i che forniscono alle comunità anche Gli artigiani e gli addetti… che (secondo Cosmave) sono un vanto del nostro paese, ambasciatori del made in Italy che ci invidiano. Tutto questo grazie agli spazi consentiti dalla normativa regionale vigente e all’inerzia, quando non alla complicità, di tutti i livelli istituzionali. Così si assiste a Carrara ad una situazione antecedente al 1994: quando gli agri marmiferi erano nella piena disponibilità delle imprese del marmo. Mentre a Seravezza l’amministrazione sottoscrive un accordo con Henraux Spa per la cessione di demanio collettivo, abusivamente occupato, per l’imbarazzante cifra di 1 milione di euro rateizzati in 10 anni e in ottobre delibera di aderire alla richiesta della società Henraux Spa di cui in premessa di ricorrere al Tar avverso la proposta di Piano integrato per il Parco approvata con delibera della giunta regionale toscana numero 31 del 24 luglio 2023; di dare mandato all’ufficio contenzioso di affidare il necessario incarico di tutela legale, per le ragioni espresse in premessa, all’avvocato indicato dalla società Henraux Spa, dando atto che tutte le spese legali anche future saranno poste a carico della medesima società Henraux Spa come da nota protocollata 29122 del 20 ottobre 2023; di impugnare il nuovo piano del parco al Tar al fianco della stessa azienda“.

“Una situazione insostenibile – chiude la nota – che può essere contrastata con la promozione di una partecipazione attiva dei cittadini che può essere stimolata attraverso finanziamento della Regione Toscana tramite la legge 46/2013 sulla partecipazione. Ma che non pare interessare la politica visto che l’assessore Baccelli mette “tutti al tavolo” per parlare di marmo tranne cittadini, associazioni e comitati che da anni subiscono i danni di quanto sta accadendo pagandone le conseguenze, come i 400.000 euro l’anno che i cittadini di Massa devono pagare di depurazione per l’inquinamento della marmettola prodotta dalle aziende lapidee”.