Strada di Botri, il comitato: “La disgustosa opera continua nel disinteresse generale”

7 marzo 2024 | 13:28
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Strada di Botri, il comitato: “La disgustosa opera continua nel disinteresse generale”

Il gruppo di cittadini torna all’attacco delle istituzioni

“Di seguito riportiamo ciò che affermava l’uscente presidente dell’Unione dei Comuni della Mediavalle del Serchio, signor Remaschi, nonché tutt’ora assessore alla forestazione e sviluppo rurale, nel Consiglio del 23 gennaio 2024, a riguardo dell’imminente inizio del cantiere per la costruzione della strada a Col della Piastra: ‘C’è una raccomandazione nostra come sindaci, agli uffici, al direttore dei lavori di prestare grande attenzione sull’aspetto delle lavorazioni che verranno effettuate, che rispecchino chiaramente tutto quello che deve esser fatto in maniera non invasiva rispetto ad un territorio delicato come quello di Col di Piastra, che le procedure sono state rispettate, che l’aspetto dei pareri di tutti questi organismi che devono rilasciare i pareri sono stati chiesti, sono stati richiesti, gli è stato prodotto le legittime osservazioni che il Comitato di cittadini avevano fatto e quindi noi riteniamo che effettivamente i nostri uffici abbiano lavorato, oltre che in buona fede, con competenza e quindi riteniamo di poter procedere'”. Inizia così la nota del comitato per la tutela della Val di Lima e Val Fegana, che torna all’attacco.

https://www.serchioindiretta.it/mediavalle/2024/03/01/strada-di-botri-lunione-dei-comuni-il-progetto-ha-avuto-tutte-le-autorizzazioni/170307/amp/

“Basterebbe un semplice sopralluogo, come Comitato che tiene alla cura e alla salvaguardia del proprio territorio ne abbiamo fatti diversi e tutti documentati, per realizzare che le parole del signor Remaschi sono vuote e senza riscontro nella realtà. Invece siamo stati noi a dover allertare ed incalzare l’intervento degli organi preposti al controllo, nella speranza di vedere attuate le prescrizioni espresse sui lavori in corso, perché nessuno lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà. Ciò che si evince oggi recandosi a Col della Piastra ed oltre, è la totale approssimazione, la colpevole noncuranza, la sciatteria dedicata ad un intervento in luoghi incontaminati da svariate decine di anni ed a ridosso della riserva naturale dell’Orrido di Botri. Nemmeno il cantiere è stato mai delimitato se non all’inizio del tracciato, in modo che qualsiasi escursionista si sarebbe potuto trovare, dopo una curva, una benna di una ruspa conficcata in testa, non escludiamo possa essere accaduto questa mattina. Se non garantiscono l’incolumità delle persone, figuriamoci quella degli ambienti naturalistici circostanti. Senza sosta, con maltempo, nevicate, copiosa pioggia, allerte meteo in atto, hanno in poche settimane ultimato il loro deprecabile compito. Non curanti delle elementari norme a difesa di luoghi dal fragilissimo equilibrio idrogeologico”.

“Sul progetto, un irresponsabile progettista, ha scritto che dovevano ripristinare la carreggiata, nella realtà hanno sventrato versanti, ammassato un’enorme quantità di materiale intriso d’acqua e completamente instabile, producendo l’irrimediabile franamento e smottamento a valle sempre di una gran quantità di materiale, stravolgendo un intero ecosistema. Fanno sorridere le prescrizioni dei Carabinieri del Reparto Biodiversità di Lucca che vietavano il rotolio di materiale inerte a valle, in queste settimane è diventato la norma. Quello di più assurdo è che nessuno di quelli che sono intervenuti per constatarlo, impedirlo e sanzionarlo, non hanno eccepito nulla – attaccano -. Anche la scelta di scavare senza sosta 880 metri in luoghi con forti pendenze con la presenza di diversi solchi attivati dalle forti precipitazioni e lasciare, senza garantirne la sicurezza, un lungo tracciato di materiale esposto agli elementi meteorologici, ha dell’incredibile e giustificabile solo dall’incapacità di porre in essere quanto promesso e dovuto nella dichiarazione del signor Remaschi, atta lo capiamo ora, a garantire apparentemente il rispetto delle sue responsabilità. Avrebbero dovuto agire, lo capirebbe anche un bambino, in piccoli tratti e di volta in volta stabilizzare e mettere in sicurezza l’area circostante. Nulla di tutto ciò che viene espressamente richiesto in questo tipo di lavorazioni, specie in ambito forestale”.

“Avevano fretta, volevano risparmiare sempre mossi dalla smania del denaro in perfetta sintonia con quello che hanno in mente di realizzare in questa zona, come rapaci vogliono avventarsi sulla loro preda che consiste nel business che può produrre un ambiente incontaminato, noncuranti sulla destinazione alla conservazione e sviluppo naturale prescritti dalla Regione per quei luoghi, altroché la gestione sostenibile della foresta, la cura proveniente dal bosco ed altre amenità in perfetto stile greenwashing – continuano -. Ma non paghi di tutto ciò, la seguente ed arrogante ferita inferta ad un ambiente già provato. Nemmeno il divieto imposto, sempre dai Carabinieri del Reparto Biodiversità, di eseguire i lavori dopo la data del 1°marzo, nell’interesse di preservare il periodo riproduttivo delle specie faunistiche, è stato rispettato. Come se non bastasse a dimostrare il loro completo disinteresse di cui dovranno rispondere davanti all’intera cittadinanza, hanno continuato i lavori per giungere al termine. Era troppo rispettare la natura e il patrimonio naturalistico e paesaggistico, vera ricchezza che la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri dona senza sosta, troppo l’esborso per rispettare una parvenza di onestà, meglio pagare la sanzione per l’ennesimo illecito amministrativo”.

Il comitato parla di “ennesimo illecito amministrativo perché si aggiunge a quello perpetuato al momento dell’affidamento dei lavori alla ditta incaricata. È illegittimo l’atto di affidamento perché mancante del visto indispensabile di regolarità contabile del ragioniere, ciò determina un ‘debito fuori bilancio’, spetterà alla Corte dei Conti sanzionare questa irregolarità amministrativa ma ciò dimostra ancora una volta, la disinvoltura dell’Unione dei Comuni della Mediavalle nella gestione del denaro pubblico”.

“Intanto nel disinteresse generale, della non pervenuta Regione, dell’insipiente amministrazione locale e dei deboli e lenti organi di controllo – concludono -, la disgustosa opera che offende la sensibilità di tutti e mina la sopravvivenza di quei luoghi, continua, senza che i colpevoli abbiano la giusta unanime condanna“.