‘La montagna non si arrende’: nuova mobilitazione per le Alpi Apuane contro la speculazione

6 febbraio 2025 | 11:38
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‘La montagna non si arrende’: nuova mobilitazione per le Alpi Apuane contro la speculazione
‘La montagna non si arrende’: nuova mobilitazione per le Alpi Apuane contro la speculazione
‘La montagna non si arrende’: nuova mobilitazione per le Alpi Apuane contro la speculazione

L’appuntamento è fissato per le 10,30 al parcheggio di Foce di Pianza, nel comune di Carrara. Da lì partirà l’escursione verso la cima del Monte Sagro

La montagna non si arrende: questo è il titolo delle 14 mobilitazioni simultanee dalle Alpi agli Appennini, 31 realtà tra associazioni, collettivi e comunità territoriali coinvolte: sono i numeri della più grande mobilitazione nazionale mai organizzata per il futuro delle terre alte, prevista per domenica (9 febbraio), a un anno dall’apertura dei giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.

“Le terre alte bruciano, e non è una metafora – dicono gli organizzatori – Con lo zero termico a 4200 metri in pieno autunno, i ghiacciai che collassano e il permafrost che si scioglie, la montagna sta lanciando segnali drammatici che non possiamo più ignorare. Eppure, proprio in questo momento storico, le olimpiadi invernali 2026 si preparano ad accelerare un modello di sviluppo predatorio che rischia di risultare fatale per i territori montani. Le cifre parlano chiaro: secondo la campagna Open Olympics, il budget complessivo dell’evento supera i 5 miliardi e 720 milioni di euro. Di questi, oltre 1 miliardo e 600 milioni sono destinati alla realizzazione dei giochi, mentre più di 4 miliardi e 120 milioni verranno spesi per opere connesse, tra cui 45 interventi stradali dal costo totale di 2 miliardi e 816 milioni. Una spesa enorme che, secondo il piano nazionale degli interventi 2022, vedrà il completamento dell’87,6% delle opere dopo il 2026, lasciando un pesante fardello alle future generazioni”.

“Nello scenario nazionale, vi è però l’ecocidioper eccellenza, quello imperante sulle Alpi Apuane – proseguono – dove annualmente spariscono più di 6 milioni di tonnellate di montagna, cancellati interi ecosistemi, inquinate le falde acquifere che portano l’acqua nelle case delle persone per far fare profitti milionari a multinazionali senza scrupoli: tutto questo con la connivenza di enti regionali, comunali, partiti e sindacati”.

“Stiamo polverizzando il futuro delle prossime generazioni – denuncia l’organizzazione di volontariato Apuane libere, che ha aderito alla mobilitazione promossa dall’Associazione proletaria escursionisti e dal Comitato insostenibili olimpiadi – Ogni nuova cava approvata rappresenta un’ipoteca sul futuro delle terre alte, un danno irreparabile che nessun ripristino ambientale potrà mai cancellare”.

Ma la giornata del 9 febbraio vuole essere molto più di una protesta: “È il momento di chiederci che tipo di antenati vogliamo essere – spiegano i promotori – Se vogliamo continuare a trattare il futuro come una discarica dove sversare le conseguenze delle nostre scelte miopi, o se vogliamo prenderci cura dei luoghi che abitiamo pensando alle generazioni che verranno. La montagna apuana non è un animale o un parco giochi da sfruttare fino all’ultimo respiro, ma un ecosistema fragile, la nostra principale riserva d’acqua, un patrimonio di biodiversità e cultura insostituibile“.

L’appuntamento è fissato per le 10,30 al parcheggio di Foce di Pianza, nel comune di Carrara. Da lì partirà l’escursione verso la cima del Monte Sagro, indipendentemente dalle condizioni meteo. “Questo monte è uno dei tanti esempi di come un monte possa essere scorticato per permettere a pochi avidi affaristi di fare soldi facili e a palate sulle spalle dei beni comuni”, afferma Gianluca Briccolani, presidente di Apuane libere.

Tutte le attività del progetto saranno gratuite e aperte a tutti e tutte.