I camper degli screening in Valle del Serchio in uno studio pubblicato su Nature

8 aprile 2025 | 13:32
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I camper degli screening in Valle del Serchio in uno studio pubblicato su Nature

La prestigiosa rivista scientifica ha accolto la ricerca del Sant’Anna sul progetto ‘Proximity care’ finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

Servizi a misura dell’utente e non disegnati per la convenienza organizzativa dell’erogatore, che utilizzano tecnologie digitali e permettono di ridurre di oltre il 90 per cento le emissioni di anidride carbonica equivalenti nel territorio di intervento: è quanto emerge da una ricerca del Centro di ricerca interdisciplinare Health Science della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, pubblicata sulla rivista internazionale del gruppo Nature npj Digital Medicine, sull’implementazione di un nuovo modello di svolgimento degli screening oncologici sperimentato nell’ambito del progetto Proximity Carenelle aree interne della Valle del Serchio.

I cittadini hanno potuto effettuare, vicino al proprio domicilio, in un unico appuntamento, tre screening oncologici in un camper adeguatamente progettato e realizzato. Grazie all’unità mobile, al sistema di digital medicine e alla collaborazione con gli attori del territorio, il nuovo sistema ha dimostrato da un lato i benefici per la popolazione in termini di accessibilità ai servizi sanitari, con un incremento delle persone che hanno potuto eseguire esami diagnostici di prevenzione in un’unica sessione e vicino casa (modello del multi-screening), dall’altro lato un impatto decisamente significativo sulla sostenibilità ambientale. In particolare, tale riduzione è dovuta agli spostamenti risparmiati da parte dei cittadini e dei caregiver che vivono in aree distanti dai servizi, le cosiddette aree interne.

“Lo studio contribuisce in modo rilevante alla riflessione su come progettare ed erogare servizi sanitari garantendo la sostenibilità ambientale tra gli elementi chiave della loro programmazione, al pari della qualità delle cure, dell’equità di accesso e della sostenibilità economica”, dichiara Vera Benedetto, post-doc alla Scuola Sant’Anna e tra gli autori dello studio.

Proxy Screening, il camper della prevenzione oncologica

Proximity Care, progetto realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna e co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in partnership con l’Asl Toscana nord ovest, gli enti del Terzo Settore operanti nel territorio, i Comuni e la Regione Toscana, nasce con l’obiettivo di sviluppare sperimentazioni volte a modificare drasticamente il paradigma di funzionamento dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari nelle aree interne che sempre più spesso sono le ultime toccate dall’innovazione e dove il divario negli esiti e nelle possibilità di accesso tende a ad aumentare rispetto ai grandi centri urbani.

In quest’ottica, la linea d’intervento Proxy Screening rappresenta una vera e propria rivoluzione delle tradizionali modalità di programmazione ed esecuzione degli screening oncologici. Nella zona distretto della Valle del Serchio, dove si registra la più elevata mortalità per problematiche oncologiche, in collaborazione con l’Uoc screening dell’Asl Toscana nord ovest e Ispro, è stata sviluppata una campagna di screening itinerante e progettata un’unità mobile adatta ai territori di intervento per lo svolgimento di più screening in un solo appuntamento.

La dotazione di tecnologie digitali all’avanguardia per lo screening oncologico e il coinvolgimento attivo del personale sanitario e del terzo settore del territorio hanno permesso di condurre con successo la sperimentazione. L’unità mobile è stata presente nei diversi comuni dell’area interna della Garfagnana e della Media Valle del Serchio permettendo ai cittadini di effettuare – anche in un unico appuntamento – gli esami per la prevenzione del tumore alla mammella, alla cervice uterina e al colon-retto. In questo modo, il camper della prevenzione vicino a casa ha ridotto le distanze percorse ordinariamente per accedere ai programmi di screening, impattando positivamente sia sulle percentuali di adesione alle attività sia sulla sostenibilità ambientale.

“L’unità mobile è a tutti gli effetti uno strumento per la cura di prossimità, è come avere più ambulatori specializzati in un’unica stanza vicina a casa per una gestione multi-screening con personale qualificato e dedicato alla persona. Il camper della prevenzione vicino a casa integra macchine diagnostiche all’avanguardia ed è connessa in tempo reale con i gestionali a livello centrale per lo scambio continuo dei dati”, spiega Gastone Ciuti, professore della Scuola Sant’Anna e tra gli autori dello studio.

Digital Health e sostenibilità ambientale per la sanità del futuro

Lo studio evidenzia il potenziale della sanità digitale per allineare la programmazione e l’erogazione dei servizi sanitari agli obiettivi ambientali e sociali, contribuendo al più ampio discorso sullo sviluppo di modelli adeguati alle esigenze contemporanee di sostenibilità e di prossimità al paziente. L’integrazione delle tecnologie sanitarie digitali e il lavoro di programmazione congiunto tra servizi pubblici, enti locali e associazioni del terzo settore risultano elementi di leva utili a trasformare le attuali configurazioni del sistema sanitario. Da una visione erogativa, ad un approccio di programmazione integrata e orientata alla sostenibilità anche ambientale, l’esperienza di Proxy Screening si propone come modello estendibile per la costruzione della sanità del futuro. Il cambiamento parte dai territori, anche attraverso un’azione di responsabilizzazione degli enti locali e dei cittadini sull’importanza dei programmi di prevenzione.

“Grazie alle competenze interdisciplinari del nostro gruppo di ricerca e alla alleanza con gli stakeholders del territorio, siamo riusciti a rendere un intero territorio, con le sue persone e le sue specificità, oggetto di una sperimentazione su larga scala in cui integrare efficacemente la sanità digitale, nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi, non più per silos professionali ma partendo dall’utente nella sua interezza, includendo i bisogni sociali e ambientali“, sottolinea Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna e autrice dello studio.

Gli autori dello studio

Lo studio, pubblicato su Nature npj Digital Medicine, è frutto di una ricerca interdisciplinare che ha coinvolto i seguenti autori: Vera Benedetto, post doc del Centro di ricerca interdisciplinare Health Science, Vanessa Mainardi, dottoranda dell’Istituto di biorobotica, Francesca Pennucci, ricercatrice al Centro di ricerca interdisciplinare Health Science, Angelo Damone, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica, Gastone Ciuti, professore ordinario di bioingegneria dell’Istituto di biorobotica, e Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, professoressa ordinaria di economia e gestione delle imprese al Centro di ricerca interdisciplinare Health Science.

È stato realizzato grazie alla collaborazione di tutto il gruppo di Health Science e a quella fornita dai professionisti dell’Asl Toscana nord ovest, la Regione Toscana, i Comuni del territorio, gli enti del terzo settore e Ispro, con il cofinanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.